Gli autovelox abbattuti nel Nord Italia cominciano a essere tanti
Tredici in Veneto più altri in Piemonte e Lombardia: c'è chi parla di un solo responsabile a cui è stato dato un nome da supereroe, ma in realtà non si sa
Nelle ultime settimane nel Nord Italia sta succedendo con una frequenza insolita che vengano abbattuti alcuni autovelox con modalità sempre molto simili: vengono tagliati alla base durante la notte, almeno in un caso con un flessibile da taglio (una sega circolare portatile), e non servono più a identificare gli automobilisti che non rispettano i limiti di velocità. La somiglianza dei vari casi ha portato a ipotizzare che il responsabile sia sempre la stessa persona, anche se è difficile dirlo: sulla vicenda stanno indagando sia la procura di Rovigo che quella di Padova, cioè le zone del Veneto in cui sono stati tagliati più autovelox, anche se al momento non ci sono persone indagate.
Il primo autovelox è stato tagliato lo scorso maggio nella zona di Bosaro, in provincia di Rovigo. Da allora ne sono stati tagliati altri 12 solo in Veneto, la maggior parte dei quali a partire dall’inizio di novembre. Verso la fine di dicembre ne è stato segato uno anche in Piemonte, nella tangenziale di Asti, e negli ultimi giorni altri due in Lombardia: uno nella zona di Bergamo e un altro nella zona di Cremona. Ad agosto inoltre a Cadoneghe, in provincia di Padova, un altro autovelox era stato abbattuto con una miscela esplosiva. Un altro poco lontano era stato preso a colpi di arma da fuoco ma aveva continuato a funzionare.
Il caso più recente invece è avvenuto martedì a Villa del Conte, in provincia di Padova, dove per la prima volta c’è stata anche una sorta di rivendicazione dell’atto: sul palo dell’autovelox abbattuto è stato infatti lasciato un cartello con scritto «Fleximan sta arrivando», dal nome con cui alcuni commentatori sui social network hanno iniziato a chiamare il presunto unico responsabile di queste azioni, paragonandolo ironicamente a un supereroe (il prefisso flexi è probabilmente un riferimento al flessibile da taglio).
Un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza mostra come è stato tagliato l’autovelox nella tangenziale di Asti, e aiuta a chiarire alcuni aspetti. Si vede che lo strumento usato è una sega flessibile, e che i responsabili sono due persone con il volto quasi del tutto coperto e difficilmente riconoscibili. Per tagliare la base del palo bastano pochi minuti: nel video si vedono due persone usare la torcia di un telefono per illuminare il punto in cui tagliare e poi le scintille provocate dal contatto tra la sega e il palo, che poi viene spinto a terra.
Alcuni dei sindaci dei comuni coinvolti hanno detto di non avere intenzione di rimpiazzare gli autovelox abbattuti, anche se è una decisione che comporta perdite economiche non indifferenti, soprattutto per comuni piccoli come quelli in cui è successo: un solo autovelox può fruttare incassi per centinaia di migliaia di euro l’anno. Altri si stanno muovendo per farlo ma ci vorrà tempo. A Corbola, in provincia di Rovigo, dove ne era stato abbattuto uno lo scorso 24 dicembre, quello nuovo sarà in funzione da lunedì.
Il sindaco di Tribano, in provincia di Padova, dove è stato tagliato un autovelox a ottobre, ha detto al Mattino di Padova che solo risistemare il palo dell’autovelox tagliato può costare fino a 7mila euro, mentre ricomprarlo nuovo costa circa 22mila euro. Sempre secondo il Mattino l’autovelox segato lo scorso 19 gennaio a Carceri, ancora in provincia di Padova, negli ultimi sei anni aveva rilevato in media 40 infrazioni al giorno, per multe mediamente di 110 euro l’una: se venissero tutte pagate regolarmente porterebbero al comune una media di 130mila euro al mese.
L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di rilevatori di velocità (Autovelox è un marchio registrato di un’azienda fiorentina, la Sodi, con cui in Italia chiamiamo comunemente tutti i rilevatori che negli altri paesi vengono chiamati semplicemente “radar”). Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2021 erano attivi 14.297 sistemi di rilevamento della velocità tra fissi e mobili, sistemi cosiddetti Tutor (cioè che misurano i tempi di percorrenza tra un punto e un altro in autostrada) e telecamere posizionate su semafori o incroci. Negli ultimi tre anni i rilevatori sono aumentati del 40 per cento. Il 76 per cento è a Nord, con una prevalenza in Veneto seguita da Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.
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