Ora gli agricoltori protestano anche in Francia
Chiedono misure d'emergenza per sostenere la loro attività, contro l'inflazione e l'aumento dei costi dell'energia
Da qualche giorno è iniziata in Francia una estesa protesta degli agricoltori, che hanno bloccato con i loro trattori l’accesso ad alcune strade e autostrade del paese. Quella degli agricoltori francesi è solo l’ultima di una serie di proteste organizzate di recente dalle associazioni di categoria degli agricoltori un po’ in tutta Europa.
Tramite il leader del principale sindacato di categoria, la FNSEA, gli agricoltori francesi hanno fatto sapere che resteranno sulle strade «per tutto il tempo necessario» e finché non arriveranno da parte del governo risposte concrete alla loro «disperazione» da parte del governo, come ribadito lunedì 22 gennaio dopo un incontro con il nuovo primo ministro Gabriel Attal. Gli agricoltori chiedono misure d’emergenza per sostenere la loro attività e denunciano, in particolare, il basso livello dei loro redditi e gli eccessivi oneri amministrativi e burocratici a cui sarebbero sottoposti.
Le proteste erano iniziate la scorsa settimana, in Occitania, nella Francia sud-occidentale, quando gli agricoltori avevano bloccato un tratto dell’autostrada A64, che collega Tolosa a Bayonne. Nei giorni successivi ci sono state manifestazioni in varie città del paese e nuovi blocchi in entrambe le direzioni sull’autostrada A62, vicino ad Agen, capoluogo del dipartimento Lot-et-Garonne, nella regione della Nuova Aquitania. Lunedì 22 gennaio nella stessa zona gli agricoltori hanno impedito l’accesso alla centrale nucleare di Golfech.
All’alba di martedì mattina una ventina di trattori ha bloccato il traffico in entrambe le direzioni vicino ad Albon sull’autostrada A7, dipartimento della Drôme, nella regione del Rodano-Alpi, e altri mezzi ancora hanno bloccato l’autostrada A63 tra Bayonne e Bordeaux. La prefettura dell’Ariège, in Occitania, ha fatto sapere che una donna che partecipava alle proteste è morta e che il marito e la figlia adolescente sono stati gravemente feriti dopo che un’auto, all’alba, si è schiantata contro un posto di blocco. Le tre persone a bordo dell’auto sono state arrestate, ma per ora non ci sono altri dettagli su quanto accaduto.
The farmers' protests are expanding and hardening in #France.
Now also in Lot-et-Garonne, where angry farmers dump tires onto the railroad tracks below.#FarmersProtest pic.twitter.com/mSjgG5f5Jx— The Interventionist (@Intrvntnst) January 23, 2024
Le proteste degli agricoltori francesi si aggiungono a quelle tenute nelle ultime settimane in vari paesi europei fra cui Germania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito e Serbia. Anche se ciascuna protesta locale è stata organizzata di volta in volta per motivi specifici, diversi quotidiani hanno parlato di una tendenza: molti agricoltori si oppongono alle conseguenze dirette e indirette del Green Deal europeo, una serie di misure promosse dall’Unione Europea per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita di cittadini e cittadine.
Gli agricoltori europei stanno protestando in particolare contro il piano Farm to Fork, che prevede di riconvertire entro il 2030 almeno il 25 per cento dei terreni coltivati ad agricoltura biologica, e contro la proposta, ancora in discussione al Parlamento europeo, di ridurre drasticamente l’uso di pesticidi, sempre entro il 2030 (una prima proposta per ridurli del 50 per cento era stata respinta dopo le molte pressioni delle associazioni di categoria).
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I motivi specifici della protesta degli agricoltori francesi hanno a che fare con l’aumento delle tasse sul carburante dei trattori – che diversi governi europei stanno valutando per raggiungere gli obiettivi del Green Deal – ma anche con il costo dell’energia e con l’eccessiva, a loro dire, regolamentazione e burocratizzazione della loro professione. Tutte questioni che il governo sta affrontando, secondo loro, con lentezza e inefficienza. «Gli agricoltori che ci chiamano non sanno più nemmeno cosa hanno il diritto di fare o non fare» e non si sentono «adeguatamente sostenuti», ha riassunto all’Agence France-Presse Véronique Le Floc’h, presidente della Coordination rurale, il secondo sindacato agricolo del paese.
Les #agriculteurs déversent des tonnes de fumier et déchets sur les voies ferrées à #Agen.#AgriculteursEnColere pic.twitter.com/asZtDwuXeV
— Luc Auffret (@LucAuffret) January 22, 2024
Gli agricoltori francesi hanno anche denunciato il rinvio di un disegno di legge promesso più di un anno fa dal presidente Emmanuel Macron, che avrebbe come obiettivo principale quello di promuovere il ricambio generazionale nel settore agricolo, che sta invecchiando rapidamente. La protesta riguarda poi anche le massicce importazioni verso l’Europa di cereali, pollame e zucchero dall’Ucraina, a prezzi così bassi che secondo gli agricoltori rappresenta una forma di concorrenza sleale.
Il governo francese sta provando da mesi a fare qualcosa per risolvere la crisi. A dicembre l’ex prima ministra Elisabeth Borne aveva annunciato l’abbandono degli aumenti delle tasse sui pesticidi e sull’irrigazione. Il 19 gennaio il ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, aveva a sua volta promesso un sostegno finanziario da parte dello stato agli allevatori. Per ora le promesse non sono state concretizzate.
Esattamente come in Germania, anche in Francia l’estrema destra sta cercando di strumentalizzare le proteste degli agricoltori in vista delle elezioni europee. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, il principale partito di estrema destra francese, ha accusato «l’Europa di Macron» di volere «la morte dell’agricoltura».
L’estrema destra ha chiesto lo «stato di emergenza» per il settore agricolo, una politica economica diretta a difendere i prodotti nazionali contro la concorrenza straniera e l’uscita della Francia dagli accordi di libero scambio che consentono l’apertura reciproca dei mercati tra diversi paesi. «Sono felice che il signor Bardella abbia sviluppato un interesse per l’agricoltura durante il fine settimana», ha replicato il ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau, definendo come non praticabili le proposte dell’estrema destra.
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