Gli attacchi di Israele agli ospedali di Khan Yunis
Tra cui quello di Nasser, l'unico ancora accessibile della zona e il più grande ancora operativo nella Striscia di Gaza: i soccorsi non riescono più ad arrivare
Lunedì l’esercito israeliano ha attaccato due ospedali a Khan Yunis, la città principale nell’area meridionale della Striscia di Gaza. Tra questi c’è quello di Nasser, che era l’unico grande ospedale ancora accessibile della zona e il più grande rimasto operativo nella Striscia. I media palestinesi hanno citato il direttore del reparto chirurgia, secondo cui nelle ultime ore ci sarebbero stati 50 morti e più di 100 feriti. Un portavoce del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha confermato il numero di persone uccise e ha detto che a causa degli assedi i soccorritori non riescono a raggiungere i feriti: «L’occupazione israeliana sta impedendo alle ambulanze di spostarsi», ha detto all’agenzia di stampa Reuters.
La Mezzaluna Rossa Palestinese, l’equivalente della Croce Rossa per i paesi islamici, ha a sua volta confermato che le loro ambulanze non sono state in grado di raggiungere i feriti a Khan Yunis poiché le forze israeliane stavano «assediando» il loro deposito per le ambulanze e «prendendo di mira chiunque tentasse di spostarsi nell’area».
Ci sono combattimenti anche nelle vicinanze di altri ospedali, come quello di al Khair e di al-Amal: la Mezzaluna Rossa Palestinese ha infatti aggiunto che i carri armati di Israele si stavano avvicinando all’ospedale al Amal e che avevano perso ogni contatto con la loro squadra nell’area a causa dell’offensiva di terra.
🚨The situation remains extremely dangerous around PRCS Al-Amal Hospital, in #KhanYunis . 🚑Ambulance teams face significant difficulties in reaching the wounded and injured due to the continuous bombardment in the governorate.
👇The latest updates from our teams in the #Gaza… pic.twitter.com/Wmn2CQabVs
— PRCS (@PalestineRCS) January 22, 2024
Israele non ha commentato la situazione negli ospedali, ma ha fatto sapere che 24 soldati israeliani sono stati uccisi lunedì nel sud della Striscia, il numero più alto in un solo giorno dall’inizio delle operazioni via terra, lo scorso 27 ottobre. L’esercito israeliano sostiene di aver accerchiato la città di Khan Yunis, ritenuta il principale centro operativo di Hamas, e lunedì le forze israeliane hanno dichiarato di aver trovato nell’area armi, esplosivi, razzi e di aver distrutto una serie di tunnel e infrastrutture sotterranee. L’esercito israeliano sostiene che Hamas stia usando gli ospedali della zona per fini militari, un’affermazione negata dal gruppo e dallo staff medico.
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Secondo alcune persone palestinesi che si trovano nel sud della Striscia, gli attacchi aerei, via terra e via mare degli ultimi giorni sono stati i più intensi nel sud di Gaza dall’inizio della guerra. Secondo le stime delle Nazioni Unite circa 1,7 milioni dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, mentre secondo il ministero della Salute di Gaza il totale delle persone uccise è arrivato a 25.295, tra cui moltissimi civili.
Riyad al-Maliki, il ministro degli Esteri dell’Autorità Palestinese (un’entità parastatale che formalmente governa una parte della Cisgiordania), ha detto che la situazione a Gaza è fuori controllo e ha sollecitato l’Unione Europea a chiedere un cessate il fuoco. «Il sistema sanitario è al collasso. Non c’è modo di curare i palestinesi feriti nella Striscia di Gaza e non possono lasciare Gaza per farsi curare all’esterno», ha detto al-Maliki parlando con i giornalisti a Bruxelles, in Belgio.
Il portavoce per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha detto che Israele ha il diritto di difendersi, ma ha aggiunto: «Ci aspettiamo che lo facciano in conformità con il diritto internazionale e che proteggano le persone innocenti negli ospedali, il personale medico e i pazienti».
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