Il Canada ha imposto un limite ai visti per gli studenti stranieri per ridurre la domanda di case
Lunedì il ministro dell’Immigrazione del Canada, Marc Miller, ha annunciato che per i prossimi due anni il numero di visti concessi agli studenti stranieri sarà limitato. Negli ultimi dieci anni il numero di studenti stranieri nel paese è triplicato, fino ad arrivare nel 2023 a un milione, su circa 40 milioni di abitanti. Nel 2024 saranno concessi solo 364mila visti, con una riduzione di circa un terzo rispetto a quelli concessi quest’anno, mentre il numero di visti che sarà approvato nel 2025 verrà annunciato a fine anno. La misura serve soprattutto a limitare la domanda sul mercato immobiliare, che ha portato a un significativo aumento dei prezzi delle case e degli affitti in tutto il Canada: anche il numero di senzatetto è aumentato molto.
Il limite non riguarderà i visti concessi agli studenti delle lauree magistrali e dei dottorati. Ci saranno anche limitazioni sui permessi di lavoro concessi dopo l’università, che spesso sono il primo passaggio per ottenere la residenza permanente.
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Miller ha detto che il numero di studenti stranieri dovrebbe stabilizzarsi, perché il numero di visti concessi sarà più o meno uguale a quelli in scadenza. Secondo il ministero dell’Immigrazione, alcune province canadesi saranno colpite in maniera più significativa rispetto ad altre: l’Ontario, la Nuova Scozia e la Columbia Britannica, in particolare, ospitano un numero elevato di studenti stranieri. Spesso per finanziarsi le università fanno affidamento sulle loro rette particolarmente elevate, in media cinque volte più alte che per gli studenti canadesi.
Il ministero ha specificato che ogni anno l’istruzione per gli studenti stranieri porta l’equivalente di circa 15 miliardi di euro nell’economia canadese e crea 200mila posti di lavoro. Le restrizioni ai visti servono però a limitare la crescita della popolazione del paese, e negli ultimi anni è aumentata più di quanto sia cresciuta l’offerta immobiliare, causando un aumento dei prezzi. Anche nella sanità ci sono stati disagi attribuiti all’aumento della popolazione.
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