Come sono i Repubblicani dell’Iowa e del New Hampshire
I primi stati in cui si vota per le primarie sono piccoli e abitati quasi solo da bianchi, ma gli elettori conservatori non sembrano così diversi da quelli del resto degli Stati Uniti
Lunedì Donald Trump ha stravinto i caucus nello Iowa, prima tappa delle primarie che porteranno il Partito Repubblicano a scegliere il candidato per le elezioni presidenziali di novembre. Martedì si voterà invece in New Hampshire, dove da alcuni giorni si sono trasferiti i principali candidati rimasti in corsa: Trump e l’ex governatrice del South Carolina Nikky Haley. Iowa e New Hampshire sono due stati piccoli e poco abitati: insieme comprendono l’1,4 per cento della popolazione statunitense. Il governatore della Florida Ron DeSantis si è ritirato domenica.
Dal punto di vista demografico sono due stati poco rappresentativi del resto degli Stati Uniti: l’Iowa è uno stato rurale del Midwest, il New Hampshire una zona ricca del nordest, ed entrambi sono abitati quasi totalmente da bianchi. Ma nonostante il ridotto numero di votanti e la loro uniformità etnica, l’elettorato Repubblicano che rappresentano potrebbe non essere così lontano da quello complessivo. Il fattore dell’etnia è meno rilevante tra i Repubblicani, visto che l’85 per cento degli elettori del partito nel 2022 era bianco.
La vittoria di Trump in Iowa gli ha permesso di conquistare 20 delegati, sugli oltre 1.100 necessari per ottenere la nomination (meno del 2 per cento, insomma). Ed è stata ottenuta con meno di 57.000 voti. Nonostante questo, il consenso che ha confermato all’interno della propria base elettorale è stato interpretato come un segno dalle possibili implicazioni nazionali, anche per le dimensioni della vittoria, la più ampia nella storia dei caucus Repubblicani nello stato.
Altre indicazioni sono arrivate dai sondaggi a cui molti dei partecipanti ai caucus si sono sottoposti prima di entrare nei seggi. Due terzi degli elettori hanno detto di non ritenere che Joe Biden sia il legittimo presidente, dimostrando quindi che le false tesi che Trump continua a riproporre sui presunti brogli delle ultime elezioni presidenziali hanno fatto presa. Fra quelli che invece ritenevano le elezioni del 2020 regolari, circa la metà erano sostenitori di Haley.
Dagli stessi sondaggi è arrivata anche la conferma che i problemi legali di Trump, imputato in quattro diversi processi penali, due legati proprio al tentativo di sovvertire le elezioni del 2020, non sembrano condizionare o scoraggiare gli elettori che lo sostengono. Due terzi dei Repubblicani dell’Iowa ritengono che sarebbe adatto a fare il presidente anche in caso di una condanna penale; solo 1 su 10 di chi lo ha votato nelle primarie considererebbe una condanna un ostacolo. Trump ha presentato in questi mesi i processi in cui è imputato come “politici” e come il tentativo di eliminarlo dalla corsa alla presidenza per via giudiziaria: anche questa tesi sembra aver convinto la base Repubblicana.
Inotre circa la metà di chi non lo ha votato nei caucus, ma ha scelto un altro candidato, lo ha indicato come seconda scelta: l’Iowa è considerato particolarmente conservatore e solo in due occasioni chi ha vinto lì ha poi ottenuto la nomination (Bob Dole nel 1996 e George W. Bush nel 2000), ma la presa di Trump sul partito appare salda.
Il New Hampshire sarà un ulteriore test, perché ci sono vari fattori che potrebbero favorire Haley, a partire dalle caratteristiche demografiche. È uno degli stati più ricchi del paese e l’elettorato è particolarmente moderato e ci sono molte persone laureate (39 per cento). Trump in Iowa ha ottenuto i risultati migliori fra le fasce di reddito più basso e ha vinto in 98 delle 99 contee arrivando secondo per pochissimi voti solo in quella di Johnson, dove ha sede l’Università dello Iowa. Ha inoltre registrato il suo peggior risultato in percentuale (34 per cento) nella contea di Story, dove ha sede la Iowa State University.
Haley, che in New Hampshire è sostenuta dal popolare governatore Chris Sununu, secondo gli ultimi sondaggi nello stato ha il 35 per cento delle preferenze, in leggera crescita, mentre Trump è intorno al 52 per cento. Le primarie poi proseguiranno in Nevada tra il 6 e l’8 febbraio e in South Carolina il 24 febbraio, stati geograficamente e socialmente molto diversi. Ma una larga vittoria di Trump anche in New Hampshire potrebbe di fatto condizionare in modo quasi definitivo le prossime tappe delle primarie.