Israele sta attaccando intensamente Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza
Il governo Netanyahu non sembra intenzionato, almeno per ora, a ridurre le violenze, nonostante le pressioni internazionali e le richieste delle famiglie degli ostaggi
Da giovedì Israele ha avviato una serie di attacchi molto intensi a Khan Yunis, città meridionale della Striscia di Gaza. L’intensità dei bombardamenti israeliani e dei combattimenti tra forze israeliane e miliziani di Hamas sembra indicare che Israele non abbia intenzione di ridurre il suo impegno militare nella Striscia, come avevano chiesto in precedenza molti governi stranieri e le famiglie degli ostaggi rapiti da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre. Anche alcune mosse di Israele sembravano suggerire l’intenzione di entrare in una nuova fase della guerra, meno violenta: l’esercito israeliano aveva infatti cominciato a ritirare alcune sue divisioni dal nord della Striscia.
Le cose stanno però andando in un’altra direzione.
A Khan Yunis l’esercito israeliano ha detto di aver ucciso almeno 40 miliziani di Hamas e di avere distrutto alcune basi militari. Le testimonianze dall’interno della città, rese più complesse dall’interruzione della rete dei cellulari che dura da giorni, raccontano di bombardamenti arrivati in diverse zone e particolarmente intensi intorno all’ospedale Nasser, uno dei pochi ancora operativi.
Gli intensi combattimenti durano da giorni e hanno provocato la distruzione di alcuni palazzi residenziali e di un cimitero. Israele ha confermato di aver compiuto operazioni nel cimitero, riesumando dei cadaveri per verificare se fossero presenti corpi di alcuni degli ostaggi.
Ci sono stati combattimenti anche nel nord della Striscia, dove parte della popolazione era rientrata dopo un parziale ritiro delle truppe israeliane. Secondo le stime dell’ONU circa 1,7 milioni dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, mentre il totale dei morti è arrivato a 24.620, secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas.
Il primo ministro israeliano Netanyahu giovedì ha detto: «Colpiremo fino a quando non otterremo una vittoria totale. Non si tratta solo di colpire Hamas, non è un altro round con Hamas, deve essere una vittoria totale».
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