Sarà il centrodestra a legalizzare i matrimoni fra persone dello stesso sesso in Grecia?
È una proposta del primo ministro conservatore Kyriakos Mitsotakis, che sta ricevendo critiche dalla Chiesa ortodossa e da membri del suo stesso partito
Mercoledì 10 gennaio il primo ministro greco di centrodestra, Kyriakos Mitsotakis, aveva detto che avrebbe presentato presto una proposta di legge per legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso dando loro pari diritti rispetto alle coppie eterosessuali, inclusa la possibilità di adottare dei figli. Nonostante il disegno di legge non sia stato ancora presentato, le sue dichiarazioni hanno creato diversi malumori sia all’interno del suo partito, Nuova Democrazia, sia nel governo e nella potente Chiesa ortodossa greca.
Al centro delle discussioni, più che il matrimonio tra coppie di persone dello stesso sesso ci sono le implicazioni che questo avrebbe sui diritti genitoriali, cioè il fatto che venga riconosciuta legalmente la possibilità a queste coppie di crescere dei figli. I critici sono inoltre preoccupati che questa proposta di legge sia il primo passo verso la completa legalizzazione della gestazione per altri (la cosiddetta “maternità surrogata” o GPA), che in Grecia è prevista in alcune situazioni: su questo punto però Mitsotakis ha già detto di essere contrario.
In generale Mitsotakis ha detto di avere proposto la legge per regolarizzare la posizione dei bambini greci cresciuti da coppie dello stesso sesso, e che oggi si trovano in una situazione legale piuttosto precaria. Diversi di questi bambini sono infatti stati adottati da un solo genitore, dato che l’adozione alle persone single è prevista dalla legge greca, o sono nati all’estero tramite la gestazione per altri, dove le leggi che permettono questa pratica sono meno restrittive.
In Grecia la gestazione per altri, cioè quando la gravidanza è portata avanti da una donna per conto di altre persone, è consentita solo per donne single e coppie eterosessuali, sposate o non sposate, che non possano avere figli (per problemi di fertilità), ma non lo è per le coppie omosessuali. Questo non significa però che non ci siano coppie omosessuali con figli: sia perché alcune donne single ricorrono alla pratica e poi crescono i bambini insieme alla compagna, sia perché alcune persone ricorrono alla gestazione per altri all’estero, in paesi dove non ci sono i limiti previsti dalla legge greca, e poi tornano in Grecia.
Queste situazioni creano però problemi legali che coinvolgono direttamente i bambini e che Mitsotakis dice di voler superare.
Per esempio in queste coppie c’è sempre un genitore che non ha alcun diritto sul figlio che sta crescendo, un problema noto anche in Italia, e questo crea difficoltà sia nella vita di tutti i giorni che in caso di morte o malattia grave del genitore legalmente riconosciuto. Durante un’intervista alla televisione privata Star TV, Mitsotakis ha detto che «le coppie dello stesso sesso hanno figli, e questi bambini non cesseranno di esistere, non scompariranno, ma al momento non hanno gli stessi diritti degli altri bambini».
Le sue dichiarazioni hanno provocato forti reazioni da parte della Chiesa ortodossa, che esercita ancora un’importante influenza sugli affari statali. In Grecia infatti c’è un forte legame fra Stato e Chiesa: i membri del clero sono considerati funzionari pubblici, e come tali vengono retribuiti. Nel 2018 il partito di sinistra allora al governo, Syriza, tentò di far passare una riforma costituzionale per ufficializzare la separazione dei ruoli pur mantenendo i contributi pubblici alla Chiesa, ma il progetto si interruppe quando il partito perse le elezioni nel 2019. Oggi molti vescovi si sono detti contrari alla proposta di Mitsotakis; il potente vescovo ultraconservatore del Pireo, Serafino, che in precedenza aveva minacciato di scomunicare i legislatori che avrebbero votato a favore delle unioni civili, ha definito l’omosessualità «un abuso del corpo» e un «grande peccato».
Il Santo Sinodo, il principale organo della Chiesa ortodossa, ha detto che la legge potrebbe essere il primo passo verso la legalizzazione completa della «maternità surrogata» e lo smantellamento della società greca, aggiungendo che i bambini non sono «né animali domestici né accessori». Tuttavia, Mitsotakis ha ribadito più volte di aver pensato e studiato a lungo alla questione della gestazione per altri e di non volerne estendere l’accesso.
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L’idea della popolazione sul tema non è chiara: secondo un recente sondaggio per il canale TV Alpha, il 49 per cento degli intervistati è contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre il 35 per cento è favorevole. In un sondaggio per il canale TV Skaï, invece, il 52 per cento degli intervistati ha espresso un’opinione positiva sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma questa percentuale è inferiore se si considera l’adozione da parte di coppie omogenitoriali.
Una forte opposizione alla legge è arrivata anche da importanti esponenti ed ex ministri che appartengono allo stesso partito di centrodestra di Mitsotakis, Nuova Democrazia. Una consistente fazione del partito guidata dall’ex primo ministro Antonis Samaras ha detto che voterà contro la proposta quando verrà presentata in parlamento. Al momento, meno di 100 dei 158 deputati di Nuova Democrazia potrebbero appoggiare la legge. Tuttavia, per minimizzare l’impatto di questo dibattito interno, il governo ha detto che non darà indicazione di voto ai parlamentari della sua maggioranza, così da evitare di trattare quello sulla legge come una specie di voto di fiducia sul governo.
La legge al momento potrebbe passare grazie ai voti del principale partito di opposizione di sinistra Syriza, guidato dal primo leader greco apertamente gay, Stefanos Kasselakis.
Kasselakis, che si è sposato negli Stati Uniti a ottobre con il compagno statunitense Tyler McBeth, ha detto che darà indicazione ai suoi 38 parlamentari di votare a favore della proposta del governo, nonostante un testo finale non sia stato ancora reso pubblico. Kasselakis sostiene che la possibilità di avere figli attraverso la gestazione per altri dovrebbe essere considerato un «diritto genitoriale innato», ma si è detto felice che il governo abbia considerato di fare un passo avanti sul tema dei diritti delle coppie LGBT+. Questi voti, uniti a quelli di Nuova Democrazia e di altri partiti di sinistra più piccoli, potrebbero superare la soglia dei 151 voti necessari per far passare la legge al parlamento greco, composto da una sola Camera di 300 deputati.
Tutta questa discussione sta creando tensioni anche all’interno di Syriza: diversi deputati del partito hanno infatti criticato il loro leader accusandolo di collaborare troppo con il governo di centrodestra. In diversi hanno anche fatto notare che nonostante Mitsotakis si sia sempre espresso in favore dei diritti delle coppie LGBT+ e sia stato il primo capo di governo a nominare un ministro apertamente gay, cinque anni fa, la scelta di proporre la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso potrebbe essere parte di una manovra politica ben studiata e finalizzata a sottrarre voti al centrosinistra.
In questo periodo Syriza sta infatti attraversando una profonda crisi causata proprio dall’elezione a leader di Kasselakis, un ex banchiere di Goldman Sachs accusato dai membri storici del partito di aver snaturato l’anima di sinistra di Syriza in favore del «neoliberismo». La conseguenza è stata una scissione e la fuoriuscita di decine di parlamentari, confluiti in Nuova Sinistra, un piccolo partito creato pochi mesi fa.
A pochi mesi dalle elezioni europee, Mitsotakis starebbe quindi almeno in parte usando questa proposta di legge per raccogliere consensi fra le elettrici e gli elettori più moderati che al momento non sostengono il governo a causa soprattutto della sua linea molto contraria all’immigrazione. L’istituzione del matrimonio fra persone dello stesso sesso da parte di un governo di centrodestra potrebbe indebolire le opposizioni di sinistra, che non sono riuscite ad adottare la misura mentre erano al governo fra il 2015 e il 2019.