Un tribunale del Maine ha detto che la decisione che impedirebbe a Trump di candidarsi va rivista
Mercoledì un giudice della Corte Superiore del Maine, negli Stati Uniti, ha rinviato l’entrata in vigore della decisione della Segretaria di Stato del Maine che impedirebbe a Donald Trump di candidarsi alle elezioni nello stato, a causa del suo ruolo nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. La sentenza stabilisce che il divieto dovrà essere rivisto dopo che la Corte Suprema avrà giudicato un ricorso presentato da Trump contro una sentenza simile di un tribunale del Colorado che lo escludeva dalle elezioni.
Secondo la giudice Michaela Murphy della Corte Superiore, le leggi del Maine a dicembre avevano costretto la Segretaria di Stato, Shenna Bellows, a prendere una decisione con troppa fretta e senza il parere legale di un tribunale.
La decisione di Bellows si basava in parte sulla sentenza del Colorado: la Corte Superiore ha stabilito che la Segretaria di Stato debba emettere una nuova decisione entro trenta giorni dalla sentenza della Corte Suprema (una prima udienza è prevista l’8 febbraio). Dopo questa sentenza, Bellows potrà «modificare, ritirare o confermare» la propria decisione.
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Trump era già stato presidente per un mandato, dal 2016 al 2020, ma quell’anno aveva perso le elezioni contro l’attuale presidente e candidato del Partito Democratico (progressista), Joe Biden. Ora si è ricandidato alle primarie del Partito Repubblicano (conservatore), ed è di gran lunga il favorito per diventare il candidato del partito alle elezioni presidenziali di novembre. Le decisioni del Maine e del Colorado, se riconfermate, gli impedirebbero di candidarsi alle primarie in quegli stati. Numerosi altri stati federali stanno valutando, e in alcuni casi hanno già respinto, casi simili.