La Corte di Cassazione ha annullato una condanna a carico di otto persone accusate di aver fatto il saluto romano, nel 2016
Giovedì la Corte di Cassazione ha annullato la condanna emessa a dicembre del 2022 dalla Corte d’appello di Milano a carico di otto persone accusate di aver fatto il saluto fascista durante una commemorazione del 2016 in memoria di Sergio Ramelli, un militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di un’organizzazione di estrema sinistra. Per le otto persone in questione verrà disposto un nuovo processo d’appello. I giudici della Corte di Cassazione non hanno ancora depositato le motivazioni della sentenza, ma alcune informazioni sono state diffuse dalle agenzie di stampa.
La Corte di Cassazione ha stabilito che per considerare reato il saluto romano bisogna applicare la legge Scelba, quella che introdusse in Italia il reato di riorganizzazione del partito fascista e di apologia di fascismo. Come altre sentenze su questo tema, la Corte ha detto che il saluto romano non è un reato in quanto tale, ma lo diventa solo «a determinate condizioni», per esempio quando le circostanze in cui viene fatto rappresentano un «concreto pericolo di riorganizzazione del partito fascista», oppure quando il saluto ha l’obiettivo di incitare alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il processo d’appello dovrà stabilire se il saluto romano fatto nel 2016 dagli otto militanti durante il ricordo di Ramelli rientri in queste circostanze.
La sentenza è stata emessa dalle Sezioni Unite, la conformazione della Corte incaricata di garantire l’interpretazione ufficiale delle norme: in questo caso dovevano valutare un atto trasmesso lo scorso settembre dalla prima sezione penale sulla punibilità o meno del saluto fascista. Le otto persone accusate erano state assolte in primo grado nel 2020, e poi condannate a due mesi di reclusione nel 2022.
Nelle ultime settimane si è discusso molto delle possibili applicazioni del reato di apologia di fascismo: diverse persone sono indagate per aver fatto il saluto romano lo scorso 7 gennaio, durante la tradizionale commemorazione della destra neofascista romana per le vicende avvenute in via Acca Larenzia il 7 gennaio del 1978, quando tre militanti neofascisti furono uccisi.
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