Gli attacchi missilistici iraniani in Iraq, Siria e ora anche in Pakistan
Sono stati compiuti in meno di un giorno e non si capisce se siano legati tra loro o no: l'ultimo, dicono i media iraniani, ha colpito due basi del gruppo sunnita Jaish al Adl
Martedì l’Iran ha lanciato dei missili contro il Pakistan, apparentemente con l’obiettivo di colpire due basi del gruppo sunnita Jaish al Adl, che opera al confine tra Iran e Pakistan e che viene considerato terroristico sia dal governo iraniano sia da quello statunitense. L’attacco è stato annunciato della televisione di stato iraniana e condannato dal governo del Pakistan, che l’ha definito «completamente inaccettabile» e ha detto che ci saranno «serie conseguenze».
L’Iran è da tempo in conflitto con Jaish al Adl, un gruppo terroristico islamista e sunnita che combatte da anni contro il governo iraniano e che opera nel Belucistan, una regione al confine con il Pakistan abitata da un’ampia popolazione sunnita. L’Iran, al contrario, è un paese a maggioranza sciita, e governato da un regime religioso sciita. Non è chiaro perché l’Iran abbia attaccato le basi del gruppo proprio adesso. Il bombardamento, peraltro, è avvenuto a meno di un giorno da un altro attacco missilistico iraniano in Iraq (contro presunte basi spionistiche di Israele) e in Siria (contro quelli che l’Iran stesso ha definito «gruppi terroristici anti iraniani», cioè gruppi sunniti tra cui l’ISIS).
Jaish al Adl è un gruppo che compie attacchi terroristici frequenti contro l’Iran, che accusa il Pakistan e altri paesi sunniti, come l’Arabia Saudita, di fomentarne le violenze. In alcuni casi ha attaccato anche il Pakistan: nell’aprile del 2023, per esempio, uccise quattro soldati pachistani in un attentato.
In risposta all’attacco iraniano, il Pakistan ha richiamato il suo ambasciatore dall’Iran, una misura di protesta diplomatica, e ha definito il bombardamento una «grave violazione» della sovranità del Pakistan.
Dunque martedì, in meno di un giorno, l’Iran ha bombardato l’Iraq, la Siria e il Pakistan. Non è del tutto chiaro perché sia avvenuta questa serie di bombardamenti, né se siano collegati tra loro.
L’attacco contro l’Iraq, il primo, aveva colpito il Kurdistan iracheno e, secondo i media di stato iraniani, era diretto contro un «quartier generale» del Mossad, l’agenzia di spionaggio israeliana per l’estero. L’attacco in Siria aveva colpito «gruppi terroristici anti iraniani», ed è possibile che fosse una ritorsione contro l’attacco terroristico avvenuto a Kerman, in Iran, all’inizio di gennaio, in cui erano state fatte esplodere due bombe ed erano state uccise 84 persone. L’attentato era poi stato rivendicato dall’ISIS, che è stato proprio tra i gruppi attaccati in Siria.
Non è chiaro se il bombardamento in Pakistan contro Jaish al Adl sia anch’esso in qualche modo una ritorsione per l’attacco di Kerman, oppure se sia più che altro un modo per l’Iran di attaccare i propri nemici in un momento in cui, dopo Kerman, il regime iraniano si sente sotto pressione e cerca di colpire le minacce alla propria sicurezza.