Il calciatore francese Karim Benzema ha denunciato per diffamazione il ministro dell’Interno Gérald Darmanin
Il calciatore francese Karim Benzema ha denunciato per diffamazione il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, che a ottobre lo aveva accusato di essere legato ai Fratelli Musulmani, movimento islamico radicale fondato nel 1928 in Egitto, molto influente nei paesi arabi e considerato in alcuni paesi un’organizzazione terroristica (tra questi paesi non c’è la Francia).
A inizio ottobre, dopo l’attacco di Hamas in Israele e i conseguenti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, Benzema aveva scritto su Twitter un messaggio di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese: «Tutte le nostre preghiere per gli abitanti di Gaza che ancora una volta sono vittime di questi ingiusti bombardamenti che non perdonano né le donne né i bambini». Il 18 ottobre Darmanin aveva commentato le parole di Benzema sostenendo che il calciatore avrebbe «legami noti con i Fratelli Musulmani».
Lo staff del ministro, sentito dall’agenzia di stampa AFP, aveva aggiunto che Benzema sarebbe noto per fare proselitismo per l’Islam radicale sui social network, e che la sua radicalizzazione sarebbe dimostrata anche dal fatto che quando giocava in Nazionale non cantava l’inno francese.
Benzema ha 36 anni ed è uno dei più forti attaccanti europei della sua generazione; è nato a Lione da una famiglia di origine algerina, ed è musulmano. Ha giocato per molti anni con il Real Madrid, con cui tra le molte cose ha vinto cinque Champions League, e nel 2022 ha vinto il Pallone d’Oro, il più importante riconoscimento personale per un calciatore. Da quest’anno gioca all’Al Ittihad, in Arabia Saudita.
In passato aveva avuto diversi problemi con la federazione calcistica francese, ed era stato escluso dalla Nazionale per alcuni anni per via di un caso giudiziario in cui era stato coinvolto (non aveva partecipato tra l’altro ai Mondiali del 2018, vinti dalla Francia). Negli anni in Nazionale era stato spesso criticato sui media perché non cantava l’inno: nel 2018 aveva sostenuto in un’intervista che il suo rifiuto fosse dovuto al fatto che nel testo dell’inno nazionale francese ci sono riferimenti alla guerra.