Un nuovo vecchio social network sul cinema
Letterboxd esiste dal 2011 ma si è diffuso davvero dopo la pandemia: è descritto come un'oasi felice e ci sono Martin Scorsese e Ayo Edebiri
Lunedì alla conferenza stampa della cerimonia degli Emmy, i più importanti premi della televisione americana, un giornalista si è rivolto all’attrice Ayo Edebiri, vincitrice del premio come miglior attrice non protagonista per la serie tv The Bear, dicendo: «ho apprezzato moltissimo la tua interpretazione in questa serie, ma credo che mi piaccia altrettanto il tuo profilo su Letterboxd». Ayo Edebiri, che ha 28 anni ed è una delle attrici statunitensi più promettenti della sua generazione, è infatti una delle utenti più attive e seguite di Letterboxd, un social network di consigli e recensioni di film che è nato più di dieci anni fa ma è rimasto a lungo confinato a una piccola nicchia di appassionati di cinema, prima di essere riscoperto dai giovani statunitensi durante la pandemia, diffondendosi più di recente anche in Italia.
Al momento su Letterboxd ci sono più di 10 milioni di iscritti e a settembre il sito è stato valutato 50 milioni di dollari e in gran parte acquisito dalla società finanziaria canadese Tiny. Edebiri ha detto che lo usa perché «amo i film, amo la TV, amo l’industria cinematografica»: insieme a lei e alla collega Rachel Sennott, tra gli utenti ci sono nomi anche più famosi come quello di Margot Robbie, l’attrice di Barbie, e perfino il regista Martin Scorsese, che si è iscritto a ottobre ed è diventato in breve tempo uno dei profili più seguiti.
Letterboxd fu fondato nel 2011 da due imprenditori neozelandesi, Matthew Buchanan e Karl von Randow, che avevano una società che faceva siti e app. L’idea era di costruire «un diario social per i film, magari con le liste», e gli venne perché ai tempi c’erano già piattaforme per condividere musica e foto, ma non c’era quasi nulla per gli appassionati di cinema. Lo concepirono come passatempo più che come un progetto per fare soldi, e per molti anni non ci misero neanche una persona che ci lavorasse a tempo pieno.
Sulla piattaforma gli utenti potevano segnarsi i film visti, dargli un voto, scrivere recensioni, comporre liste tematiche e interagire con gli altri utenti, ed è a grandi linee quello che possono fare anche oggi. Da allora infatti su Letterboxd non sono state fatte grandi modifiche o portate particolari novità, e l’approccio dei suoi fondatori è sempre rimasto più simile a quello di due appassionati che non a quello degli imprenditori dei grandi social network di oggi.
Il fatto che non abbia un algoritmo sofisticato e pensato per trattenere per più tempo possibile l’attenzione dell’utente – come Instagram, TikTok o Twitter – fa anche sì che l’esperienza su Letterboxd sia molto diversa da quella a cui siamo abituati: più rilassata e frammentata in tante piccole discussioni, senza dibattiti che prendono il sopravvento monopolizzando la conversazione o diventando virali. La giornalista freelance Fran Hoepfner ha scritto sul Washington Post che il miracolo di Letterboxd è che «non devo vedere niente che non voglia vedere» e che «nessuno ti costringe a interagire». Il New York Times ha definito Letterboxd «una relativa oasi in mezzo al pantano dei social media», e in un lungo articolo su The Ringer il giornalista Scott Tobias ne ha parlato come di «un raro social network che potrei definire schivo».
Dalla nascita al 2020 gli utenti di Letterboxd sono cresciuti lentamente e naturalmente, per il passaparola tra appassionati più che per qualche picco di visibilità, arrivando a circa 2 milioni e mezzo. Alla fine del 2021 gli utenti avevano superato i 4 milioni e nell’arco dei due anni successivi sono saliti fino a 10. Durante la pandemia infatti si sono iscritte a Letterboxd moltissime persone che passando le giornate in casa e avendo meno novità da guardare si sono dedicate alla scoperta di vecchi film e hanno poi cercato un posto in cui discuterne, o più semplicemente catalogarli. La distribuzione frammentata delle discussioni su Letterboxd in questo senso ha giocato a favore di una maggiore adesione, perché anziché commentare tutti le stesse novità, ognuno cercava una nicchia per parlare del film che aveva appena visto, trovando quasi sempre riscontro in qualche altro utente. Gli utenti di Letterboxd sono mediamente molto giovani: in un articolo di novembre Variety riportava che la metà degli utenti attivi aveva meno di 35 anni e che più della metà di questi ne aveva tra i 16 e i 24.
Letterboxd è anche un utile database da consultare per farsi un’idea del gradimento di un film all’interno di un pubblico di appassionati: sulla scheda di ciascun film si può vedere la media delle stelline (da zero a cinque) che ha ricevuto, ma anche la distribuzione dei voti, per esempio per capire se si tratta di un film divisivo o su cui c’è generale accordo.
Il modello di business della piattaforma si basa sui banner pubblicitari, visibili a tutti gli utenti che la usano gratuitamente, e sugli abbonamenti degli utenti “Pro” (20 euro all’anno) e “Patreon” (50 euro all’anno), che oltre a non vedere la pubblicità possono accedere a più informazioni e funzionalità. Recentemente sul sito è stato aggiunto un blog che funziona come una specie di rivista online, con articoli di giornalisti ed esperti.
A dare una spinta particolare alla popolarità più recente di Letterboxd è stata la trasposizione sui red carpet degli eventi legati al cinema di una caratteristica centrale del sito. Quando ci si iscrive, infatti, il sito chiede di scegliere i propri quattro film preferiti. Di recente, inviati di Letterboxd hanno iniziato a fare la stessa domanda ad attori e registi famosi, a bruciapelo: ottenendo tentennamenti, scene di panico, ma anche raccogliendo segnalazioni e consigli interessanti, anche perché spesso le risposte sono motivate con aneddoti personali o riflessioni più generali sul cinema. I video, pubblicati da Letterboxd su Instagram e TikTok, sono diventati un format molto apprezzato.
@letterboxd Four Favorites with Golden Globe winner Emma Stone at Palm Springs International Film Festival ✨️ #emmastone #fourfavorites #letterboxdtop4 #letterboxd #interview #poorthings #goldenglobes #cinephile #filmtok #movies #fyp #foryou
Tiny, la società che ora ha la maggioranza delle quote di Letterboxd, ha fatto sapere di voler allargare la piattaforma anche alle recensioni di serie tv e programmi televisivi. A parte per questo però, i fondatori hanno fatto sapere che non ci saranno grandi cambiamenti e che le persone che ci lavoravano – che durante la pandemia sono passate da zero a dieci – sono rimaste le stesse (più qualcun’altra: oggi sono 16). I fondatori hanno fatto sapere che non erano in cerca di acquirenti ma che Tiny gli è sembrata l’azienda giusta a cui cedere la maggioranza delle quote della loro società, anche perché fondata da persone con una carriera simile alla loro (da sviluppatori a imprenditori) oltre che membri della comunità di Letterboxd.
Oltre che per semplici appassionati, più di recente Letterboxd è diventata una piattaforma anche per registi e attori. Alla fine di ottobre si è iscritto Martin Scorsese, uno dei registi più famosi e apprezzati di tutti i tempi, che ha pubblicato la lista di titoli a cui si è ispirato per il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon. Il fatto che celebrità del mondo del cinema recensiscano film è stato criticato da alcuni che lo ritengono poco appropriato: il regista Sean Baker (Un sogno chiamato Florida) aveva per esempio detto di usare Letterboxd solo come strumento per tenere traccia dei film visti, perché «l’ultima cosa che vorrei fare è criticare un altro regista».
Alla conferenza stampa degli Emmy, anche Ayo Edebiri è stata interrogata sul tema. Le sue recensioni sono spesso molto brevi, comiche e senza filtri e il giornalista che l’ha intervistata al riguardo le ha chiesto se ora che sta partecipando a così tante cerimonie di premiazione non le sia capitato di avere delle conversazioni imbarazzanti con le persone di cui ha recensito i film su Letterboxd. Edebiri ha risposto di essere un’attrice comica e che qualsiasi cosa scriva online sarebbe disposta a dirla anche a voce.
Ayo Edebiri on her @Letterboxd presence: “I’m a comedian. Anything I say online, I think I would say to somebody’s face. I have a Letterboxd because I love movies, I love TV, I love this industry. I know how hard it is to make something.” https://t.co/FbYy7454ds pic.twitter.com/MfwAcES5eC
— Variety (@Variety) January 16, 2024