L’estrema destra tedesca sta provando a sfruttare le manifestazioni degli agricoltori
Molti esponenti di AfD e di gruppi neonazisti si stanno infiltrando nelle proteste, ma la loro presenza non sembra molto gradita
Da qualche settimana in Germania si stanno tenendo grosse manifestazioni degli agricoltori, alcune delle quali senza precedenti nella storia recente tedesca. Gli agricoltori protestano soprattutto contro la decisione del governo di ridurre progressivamente un sussidio per l’acquisto di gasolio, che secondo loro metterebbe in difficoltà diverse aziende agricole di piccola e media grandezza. Nelle ultime settimane le proteste si sono intensificate, due giorni fa hanno riguardato anche un comizio del ministro dell’Economia, Christian Lindner, e molti in Germania stanno notando come a queste manifestazioni siano sempre più presenti esponenti del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e di gruppi neonazisti o monarchici.
Secondo l’opinione di diversi commentatori, ma anche di una parte dei servizi segreti tedeschi e del cancelliere Olaf Scholz, questi gruppi stanno partecipando sempre più spesso alle proteste per accreditarsi fra gli agricoltori e guadagnare consensi fra loro. Anche gli agricoltori stessi se ne sono accorti, e alcuni hanno preso posizioni molto dure al riguardo. Il leader della federazione degli agricoltori Joachim Rukwied ha detto ripetutamente di non volere «movimenti di destra e radicali nelle nostre manifestazioni».
Lunedì 15 gennaio si è tenuta l’ultima grande protesta a Berlino, durante la quale circa 30mila persone hanno bloccato le strade della città con dei trattori, come avevano già fatto nelle scorse settimane. È la più grande protesta di agricoltori mai avvenuta nella capitale. Molte di queste proteste si tengono anche nelle città più piccole, in cui partecipano meno persone e dove gli esponenti di estrema destra sono più riconoscibili.
Come raccontato dai corrispondenti in Germania di BBC News, la scorsa settimana ci sono stati diversi episodi di questo tipo: nella città orientale di Cottbus un uomo è stato allontanato da una manifestazione autorizzata perché aveva addosso un simbolo dei Reichsbürger, un movimento di estrema destra antisemita che fra le altre cose rifiuta la legittimità del governo tedesco. Uno degli organizzatori ha anche detto a BBC di aver saputo che noti esponenti dell’estrema destra si erano mischiati tra le centinaia di partecipanti alla manifestazione.
Ad un’altra manifestazione è stata sventolata una bandiera del Movimento popolare rurale (Landvolkbewegung in tedesco), un movimento agricolo antisemita attivo negli anni Venti del Novecento. Durante una protesta a Dresda, alcuni membri del gruppo monarchico e cospirazionista di estrema destra Sassoni Liberi (Freie Sachsen) hanno poi sventolato cartelloni di politici tedeschi vestiti da prigionieri e sono stati conseguentemente allontanati. In altre manifestazioni sono stati visti esponenti di gruppi neonazisti o di estrema destra come La Terza Via e la Lega tedesca per il popolo e la patria.
Tuttavia la stragrande maggioranza degli striscioni non riportava slogan espliciti di estrema destra, ma messaggi più generali contro il governo e a sostegno degli agricoltori.
Diversi giornali che monitorano i canali Telegram dei gruppi di estrema destra hanno trovato dei messaggi che indicavano come queste manifestazioni venissero percepite come un’occasione per fomentare lo scontento nei confronti del governo e fare pressione per la sua caduta. Il fondatore del Movimento Identitario Austriaco Martin Sellner, noto fra le altre cose per sostenere un piano per l’espulsione di massa dalla Germania delle persone non bianche, aveva scritto sui suoi canali social di presentarsi alle proteste vestiti normalmente e senza bandiere riconoscibili, per mescolarsi fra la folla senza dare troppo nell’occhio.
Stephan Kramer, capo dei servizi segreti del Land della Turingia, ha accusato i gruppi di estrema destra di «cercare costantemente e sistematicamente di sovvertire qualsiasi forma di protesta pubblica legittima». Anche il cancelliere Scholz ha detto in diverse dichiarazioni sui suoi profili social che alcuni «estremisti» stanno usando i social media per «avvelenare» il dibattito democratico.
– Leggi anche: In Germania l’estrema destra ha un piano per l’espulsione di massa delle persone immigrate
Anche AfD ha cercato di sfruttare le proteste per accrescere la sua popolarità, dichiarando che la difesa degli interessi delle aree rurali è un punto centrale della sua campagna per le elezioni di quest’anno in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, tre Länder dell’est dove il partito secondo i sondaggi già oggi ha più del 30 per cento dei consensi.
Secondo un’inchiesta del settimanale di centrosinistra Die Zeit una grossa protesta al porto di Schlüttsiel, nello stato settentrionale del Schleswig-Holstein, di cui si è parlato anche sui giornali internazionali è nata proprio a partire da ambienti molto vicini ad AfD. Secondo Miro Dittrich, ricercatore dell’osservatorio indipendente sull’antisemitismo e l’estrema destra CeMAS, «sapendo che le loro posizioni non sono sempre popolari», Afd ha deciso che per aumentare la propria popolarità deve «affidarsi a questioni “per procura”», cioè a temi fuori dal loro consueto programma politico.
Nonostante nella protesta degli agricoltori ci sia un elemento di nazionalismo, dato che una delle richieste più ripetute dai manifestanti è che lo Stato investa più soldi nel settore agricolo tedesco e riduca le proprie spese in altri settori, per esempio per la fornitura di armi all’Ucraina, queste tesi non sono esattamente sovrapponibili a quelle dell’estrema destra. Le analisi sul flusso elettorale delle scorse elezioni mostrano che fra gli agricoltori i consensi per AfD siano inferiori alla media nazionale. Secondo i dati del gruppo di ricerca Wahlen alle elezioni federali del 2021 solo l’8 per cento degli agricoltori ha votato per AfD (a livello nazionale AfD ha ottenuto il 10,3).
Questo non significa che negli ultimi mesi le cose possano essere cambiate. Ma al momento non si vede un travaso di voti tangibile verso l’estrema destra da parte di queste categorie.
In Germania gli agricoltori votano tradizionalmente per l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), il partito guidato per molti anni da Angela Merkel. E anche se il loro consenso per questo partito è sceso intorno al 45 per cento (da oltre il 70 per cento di otto anni fa) gli agricoltori sembrano preferire diversi altri partiti ma non l’AfD.
Secondo alcuni questa tendenza è causata dal programma di politica agricola di AfD: nonostante oggi il partito stia cercando di sostenere la causa degli agricoltori, in passato si era espresso più volte a favore di una riduzione dei sussidi all’agricoltura e di un aumento della concorrenza nel settore, in linea con le posizioni ultraliberiste prese in altri settori.
In più, moltissimi politici dell’AfD sono antieuropeisti e generalmente contrari ai generosi programmi di sostegno all’agricoltura dell’Unione Europea: la Commissione Agricoltura dell’AfD ha definito per esempio queste sovvenzioni come «un’appropriazione indebita di denaro dei contribuenti che dura da decenni». In più, a metà dicembre, il Comitato di revisione dei conti pubblici ha approvato all’unanimità, cioè anche con i voti di AfD, l’abolizione degli sgravi fiscali per gli agricoltori. Infine AfD è piena di politici locali e nazionali scettici sul cambiamento climatico, i cui effetti sono invece estremamente chiari alla categoria degli agricoltori.
Per sopperire a queste palesi contraddizioni in settimana AfD ha pubblicato una revisione del proprio programma in materia di agricoltura in cui si chiede il raddoppio dei sussidi per le aziende agricole per l’acquisto di gasolio, che il governo ha invece deciso di ridurre progressivamente per approvare, con grandi difficoltà, la legge di bilancio del 2024. Data la situazione economica della Germania al momento questa proposta è chiaramente irrealizzabile, ma non è chiaro quanto questa nuova linea politica del partito possa risultare convincente.