Due uomini palestinesi hanno ucciso una donna israeliana e ferito 17 persone in un attentato vicino a Tel Aviv

La scena dell'attentato (AP Photo/Oded Balilty)
La scena dell'attentato (AP Photo/Oded Balilty)

Lunedì nella cittadina israeliana di Ra’anana, a una ventina di chilometri a nord della capitale Tel Aviv, una donna è stata uccisa e 17 persone sono state ferite in un attentato. Secondo la polizia israeliana un uomo palestinese, Mahmoud Zidat, avrebbe inizialmente accoltellato almeno tre persone, fra cui la donna che è morta, poi avrebbe rubato la sua auto e cominciato a investire alcuni passanti. Zidat avrebbe perso poi il controllo dell’auto e ne avrebbe presa un’altra per investire altre persone. Una volta perso il controllo anche di quest’auto avrebbe poi continuato con una terza macchina.

Zidat, che ha 44 anni ed è un lavoratore palestinese che si trovava in Israele senza permesso, è stato arrestato quasi immediatamente. Poco dopo è stato arrestato anche Ahmed Zidat, suo nipote di 25 anni. Non è chiaro che ruolo abbia avuto Ahmed, ma al momento dell’attentato si trovava dentro almeno una delle due auto ed è poi fuggito. Secondo quanto riferito dalla polizia i due provenivano dalla città palestinese di Bani Na’im, in Cisgiordania. Mahmoud Zidat lavorava a un autolavaggio della città e il nipote l’aveva raggiunto pochi giorni prima per cercare lavoro, anche lui senza avere un permesso.

Al momento non sono state fatte rivendicazioni ma l’attacco è stato elogiato da Hamas, che l’ha definito «una risposta naturale ai massacri dell’occupazione e alla continua aggressione» di Israele sul popolo palestinese. La donna uccisa aveva 79 anni. Tra i 17 feriti ci sono sei bambini e tre persone sono ricoverate in condizioni gravi.

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