Il vulcano islandese di Grindavík ha eruttato di nuovo
Meno di un mese dopo l'eruzione precedente: la città è stata evacuata ancora, ma questa volta la lava è arrivata a bruciare le case
In Islanda ha nuovamente eruttato il vulcano di Grindavík, nella penisola di Reykjanes, nel sudovest del paese e a poca distanza dalla capitale Reykjavík. Aveva già eruttato meno di un mese fa, lo scorso 19 dicembre. L’eruzione è cominciata domenica mattina: qualche ora prima le autorità avevano avvertito la popolazione dell’evento imminente e la città era stata evacuata.
In attesa dell’eruzione era stata avviata la costruzione di barriere di roccia e terra per impedire alla lava di raggiungere la città, ma non stanno funzionando. L’Istituto meteorologico islandese ha detto che secondo le prime immagini raccolte dalla Guardia Costiera durante un volo di ricognizione si sono aperte crepe su entrambi i lati delle barriere. La lava è arrivata a Grindavík e ha bruciato alcune case.
La Protezione civile islandese ha alzato il suo livello di allerta a “emergenza”, il grado più alto su tre, che viene attivato quando è in corso un evento che potrebbe provocare danni a persone, infrastrutture o all’ambiente.
Il presidente islandese Gudni Jóhannesson ha scritto su X che «non ci sono persone in pericolo, ma lo sono alcune infrastrutture». Ha aggiunto poi che il traffico aereo non è stato interrotto.
Grindavík dista circa 50 chilometri dalla capitale islandese Reykjavík e una ventina dall’aeroporto internazionale di Keflavík, il principale dell’Islanda. A poca distanza dal vulcano c’è la Laguna Blu, la più famosa area geotermale islandese, tra le maggiori attrazioni turistiche dell’isola.
In Islanda terremoti ed eruzioni vulcaniche sono molto comuni, perché l’isola si trova lungo la linea di congiunzione tra due placche tettoniche, la nordamericana e l’euroasiatica.
Nella penisola di Reykjanes l’attività vulcanica è ricominciata solo negli ultimi anni dopo quasi 800 anni di quiescenza. Dal 2021 ci sono state quattro eruzioni prima di questa: nel marzo del 2021 e nell’agosto del 2022, e poi nel 2023 a luglio e a dicembre. Tutte e quattro le eruzioni precedenti erano avvenute lontano da infrastrutture o centri abitati.