Un altro bombardamento degli Stati Uniti contro i ribelli Houthi in Yemen
Stavolta con un attacco ridotto rispetto al primo di giovedì notte, che aveva causato proteste e promesse di una risposta militare
Nella notte tra venerdì e sabato gli Stati Uniti hanno bombardato nuovamente i ribelli Houthi in Yemen, circa 24 ore dopo un primo attacco contro diversi siti militari coordinato da una coalizione che comprende Regno Unito (che ha partecipato direttamente), Australia, Canada, Paesi Bassi e Bahrein. Nel nuovo attacco è stata presa di mira una stazione radar: a effettuarlo è stato il cacciatorpediniere USS Carney, una nave militare, lanciando missili tomahawk. Un comunicato del comando centrale dell’esercito americano dice che è stata «un’azione di proseguimento su uno specifico obiettivo militare collegato agli attacchi del 12 gennaio, concepita per compromettere l’abilità degli Houthi di attaccare navi e navi mercantili».
Parlando con CNN, un ufficiale americano ha detto che questo secondo attacco è stato di dimensioni ben più ridotte del primo, in cui erano stati bombardati almeno 30 siti militari, alcuni nella capitale del paese, Sana’a. Sabato gli Houthi hanno risposto attraverso il loro portavoce Mohammed Abdulsalam, che parlando con l’agenzia di stampa Reuters ha detto che il gruppo non ha subito grossi danni da questo secondo attacco. Secondo lui gli Houthi hanno ancora le capacità di attaccare le navi dirette verso Israele nel mar Rosso. Un altro portavoce, Nasruldeen Amer, ha aggiunto che l’attacco non ha causato feriti né morti, e che ci sarà una «forte ed efficace risposta» da parte degli Houthi.
Dopo il primo attacco c’erano state anche grosse manifestazioni in diverse città dello Yemen, tra cui la capitale Sana’a, dove venerdì si erano radunate centinaia di migliaia di persone. Già in seguito a quell’attacco ci si aspettava che i miliziani rispondessero militarmente in qualche modo, ma secondo l’esercito americano l’unica reazione finora è stata un missile lanciato nel mar Rosso, caduto lontano da qualsiasi nave di passaggio.
Sia questo attacco più circoscritto che quello più esteso di giovedì notte sono arrivati in risposta agli attacchi che gli stessi ribelli avevano compiuto nelle ultime settimane contro le navi cargo in transito nel mar Rosso. Gli Houthi sono un gruppo armato sciita che domina circa metà dello Yemen, sostenuto dall’Iran. Negli ultimi mesi gli Houthi hanno visto nella guerra in corso a Gaza un’opportunità: sostengono di colpire le navi commerciali nel mar Rosso come ritorsione per l’invasione israeliana di Gaza e per la guerra contro Hamas, gruppo sunnita sostenuto sempre dall’Iran.