I bombardamenti contro i ribelli Houthi in Yemen
Sono stati compiuti da una coalizione guidata dagli Stati Uniti in risposta agli attacchi contro le navi cargo nel mar Rosso: gli Houthi sono alleati dell'Iran e ora c'è il rischio che la guerra in Medio Oriente si allarghi
Una coalizione di paesi guidata dagli Stati Uniti nella notte tra giovedì e venerdì ha bombardato diversi siti militari usati dai ribelli Houthi in Yemen, in risposta agli attacchi che gli stessi ribelli avevano compiuto nelle ultime settimane contro le navi cargo in transito nel mar Rosso. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che i bombardamenti sono stati coordinati con Regno Unito (che ha partecipato direttamente all’attacco), Australia, Canada, Paesi Bassi e Bahrein. Venerdì mattina il ministro degli Esteri dell’Italia Antonio Tajani ha detto che il governo italiano si è rifiutato di partecipare all’attacco, pur essendone stato informato dagli Stati Uniti, «perché non possiamo mettere in atto azioni di guerra senza un dibattito in parlamento».
Al momento i bombardamenti non sembrano l’inizio di una campagna militare prolungata sullo Yemen ma un singolo attacco, che ha l’obiettivo di danneggiare le infrastrutture militari degli Houthi. Un loro portavoce ha detto in mattinata che nei bombardamenti sono morti cinque guerrieri Houthi e sono state ferite sei persone, e ha aggiunto che l’attacco della coalizione statunitense non rimarrà «senza una punizione o una risposta».
La decisione di avviare i bombardamenti è stata presa una settimana dopo che gli Stati Uniti e alcuni loro alleati avevano dato un ultimatum agli Houthi dicendo che ci sarebbero state conseguenze se il gruppo non avesse fermato gli attacchi contro le navi cargo. Il gruppo, che è uno stretto alleato dell’Iran, aveva iniziato ad attaccare le navi commerciali a partire da novembre, come ritorsione contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno costretto diverse aziende a sospendere il transito delle proprie merci attraverso il mar Rosso, deviando le navi che devono spostarsi tra il mar Mediterraneo e l’oceano Indiano e facendo circumnavigare loro l’Africa, una rotta più lunga di diverse migliaia di chilometri e che richiede fino a due settimane in più di viaggio.
Le conseguenze finora sono state molto significative e hanno provocato un aumento dei prezzi di molti beni.
Il segretario della Difesa statunitense Lloyd J. Austin III ha detto che i bombardamenti hanno colpito obiettivi militari come radar, siti di lancio di missili e droni e aree di stoccaggio di armi, senza specificare in che zone dello Yemen. L’intento, ha detto Austin, è di «distruggere e danneggiare le capacità» degli Houthi di lanciare missili.
In un comunicato più specifico Alex Grynkewich, il comandante dell’aviazione statunitense che sovrintende le operazioni nel Medio Oriente, ha detto che la coalizione ha colpito più di 60 obiettivi in 16 diversi luoghi dello Yemen, usando più di 100 missili. Il bombardamento è stato fatto da aerei militari, navi da guerra e sottomarini.
Abdul Qader al-Mortadam, uno dei leader politici degli Houthi, ha detto che i bombardamenti hanno colpito diverse città yemenite, tra cui la capitale Sana’a, Hodeidah, Saada e Dhamar. Il canale televisivo yemenita Almasirah, legato agli Houthi, ha detto che negli attacchi sono stati colpiti una base aerea, aeroporti e un campo militare, ma non si sa con precisione l’entità dei danni subiti.
Il presidente statunitense Joe Biden ha detto che i bombardamenti contro i siti militari dei ribelli Houthi sono una «risposta diretta» agli attacchi compiuti contro le navi mercantili nel mar Rosso.
«L’azione difensiva di oggi segue un’ampia attività di diplomazia, e un’escalation degli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali. Questi attacchi mirati [quelli contro gli Houthi, ndr] sono un chiaro messaggio che gli Stati Uniti e i nostri partner non tollereranno attacchi al nostro personale né consentiranno ad attori ostili di mettere in pericolo la libertà di navigazione in una delle rotte commerciali più critiche del mondo», ha detto Biden. «Non esiterò a indicare ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario».
Dopo i bombardamenti compiuti dagli Stati Uniti e dai loro alleati, gli Houthi hanno risposto attraverso un messaggio pubblicato su X dal loro portavoce Mohammed Abdulsalam, che ha detto che il gruppo non smetterà di attaccare navi dirette verso Israele nel mar Rosso. Ci sono state anche grosse manifestazioni in diverse città dello Yemen, tra cui la capitale Sana’a, dove si sono radunate centinaia di migliaia di persone.
Gli Houthi sono un gruppo armato sciita che domina circa metà dello Yemen, sostenuto dall’Iran. Negli ultimi mesi gli Houthi hanno visto nella guerra in corso a Gaza un’opportunità: sostengono di attaccare le navi commerciali nel mar Rosso come ritorsione per l’invasione israeliana di Gaza e per la guerra contro Hamas, gruppo sunnita sostenuto sempre dall’Iran.
Finora l’amministrazione Biden era stata riluttante nell’attaccare i ribelli, nonostante le grosse conseguenze che stavano provocando ai commerci globali gli assalti contro le navi cargo. Si teme che i bombardamenti contro gli Houthi possano estendere il conflitto in corso a Gaza in altre aree del Medio Oriente e aprire quindi nuovi fronti di guerra con i gruppi alleati dell’Iran nella regione, tra cui Hezbollah in Libano e le milizie sciite in Iraq.
Dopo l’attacco, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha condannato l’attacco della coalizione statunitense dicendo ai media di stato: «Questi attacchi arbitrari non avranno altro risultato che provocare instabilità e minare la sicurezza nella regione. Chiediamo alla comunità internazionale di reagire con responsabilità a queste aggressioni».
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