L’esercito del Myanmar ha firmato un cessate il fuoco con alcuni gruppi ribelli, con la mediazione della Cina
In Myanmar è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco temporaneo fra l’esercito e alcuni gruppi di ribelli che da ottobre conducevano un’imponente offensiva contro le forze del governo. L’accordo è stato mediato dalla Cina, che confina col Myanmar e ha significativi interessi nel paese, in particolare nelle regioni nordorientali dove vivono anche molte persone di etnia cinese.
Le parti che hanno firmato l’accordo si sono impegnate a interrompere immediatamente le azioni militari, a disimpegnare le forze armate e a risolvere le proprie dispute tramite negoziati diplomatici. L’accordo coinvolge il governo, guidato dal 2021 da una giunta militare, e l’Alleanza dei tre fratelli, che riunisce tre delle milizie etniche più grandi, con più esperienza e meglio armate del Myanmar: l’Esercito di liberazione nazionale Ta’ang, l’Esercito Arakan, e l’Esercito dell’alleanza democratica nazionale. Un precedente cessate il fuoco non era stato rispettato né dai ribelli né dal governo.
I vari gruppi etnici minoritari del paese sono da decenni coinvolti in un conflitto più o meno intenso con il governo centrale e l’esercito, dominato dai birmani, l’etnia maggioritaria. Il 27 ottobre era iniziata una grande offensiva coordinata fra i tre gruppi ribelli e le Forze di difesa del popolo (PDF), una milizia che vuole la restaurazione del governo democratico deposto dall’attuale giunta militare con un colpo di stato nel 2021 (le PDF non sembrano coinvolte nel cessate il fuoco concordato a gennaio). I vari gruppi ribelli avevano attaccato da più fronti l’esercito, che aveva faticato molto a respingere l’offensiva.
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I negoziati per il cessate il fuoco si sono svolti a Kunming, una città cinese distante circa 400 chilometri dal confine birmano. Mao Ning, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha detto che le parti hanno promesso di garantire la sicurezza delle persone e dei progetti cinesi in Myanmar. Nella zona di frontiera fra i due paesi, particolarmente interessata dai combattimenti, si svolge un importante traffico commerciale. Inoltre recentemente in quelle zone si erano diffusi centri, gestiti da milizie alleate del governo birmano, in cui venivano trattenute persone cinesi, rapite o attirate con l’inganno, per fare truffe online ai loro connazionali. La Cina ha chiesto ripetutamente la chiusura di quei centri, sia rivolgendosi al governo centrale, sia collaborando con milizie armate locali.