La Fiorentina non sa dove giocare l’anno prossimo
Il suo stadio, l'Artemio Franchi, deve essere ristrutturato e non è ancora stata trovata un'alternativa
Giovedì alla prefettura di Firenze c’è stato un incontro con la prefetta Francesca Ferrandino a cui hanno partecipato dirigenti delle squadre di calcio Fiorentina e Empoli, un rappresentante della Lega Serie A, i sindaci delle due città e il presidente della Toscana. Erano tutti in qualche modo parti in causa di un problema che si sta facendo piuttosto urgente, e che stanno cercando di risolvere: trovare uno stadio in cui far giocare la squadra maschile della Fiorentina dalla prossima estate, cioè dal prossimo campionato di Serie A, e almeno fino alla fine del 2026.
Entro aprile di quest’anno infatti dovrebbero iniziare i lavori per ristrutturare lo stadio storico in cui gioca la Fiorentina, l’Artemio Franchi, nel quartiere di Campo di Marte a nord-est della città. Il programma prevede che i lavori finiscano entro l’inizio del 2027, e nel frattempo lo stadio sarà inagibile: per questo la Fiorentina deve trovare un altro posto in cui giocare le sue partite in casa. Del progetto per rinnovare il Franchi a Firenze si parla ormai da diversi anni, ma adesso che finalmente sembra essersi fatto più concreto c’è la possibilità che tutto si blocchi: ognuna delle soluzioni finora proposte per la Fiorentina infatti scontenta qualcuno, e non si riesce a trovare un accordo.
Il motivo per cui erano presenti la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, e un rappresentante della squadra della città (Luca Lotti, ex ministro dello Sport, oggi nella dirigenza dell’Empoli) è che finora la migliore proposta era sembrata quella di far giocare la Fiorentina nello stadio dell’Empoli, il Carlo Castellani. È vicino a Firenze (circa tre quarti d’ora in macchina o in treno), quindi non costringerebbe i tifosi a spostarsi troppo, e ha già la capienza e le strutture necessarie per una squadra di Serie A (ci sono infatti una serie di parametri da rispettare, tra cui il numero di posti a sedere).
Barnini però nelle ultime settimane ha negato più volte questa possibilità, e ha ribadito la sua posizione anche all’incontro in prefettura: i timori della sindaca riguardano soprattutto l’ordine pubblico, sia perché la città di Empoli non è abituata a gestire tanti tifosi quanti sono quelli della Fiorentina, sia perché teme ci possano essere scontri tra le tifoserie delle due squadre, storicamente rivali. La soluzione comunque non convince troppo nemmeno la Fiorentina, che ha più di 17mila abbonati contro i 16.800 posti del Castellani. Se poi la Fiorentina dovesse qualificarsi per una coppa europea è probabile che si organizzerebbe per giocare in un altro stadio ancora, fuori regione, per poter ospitare più tifosi e massimizzare i guadagni.
Un’altra proposta, del Comune di Firenze, è quella di far giocare la Fiorentina allo stadio Padovani, a pochi metri dal Franchi, che solitamente ospita partite di rugby. La Fiorentina però è molto contraria a questa possibilità, perché il Padovani andrebbe adattato per poter ospitare partite di Serie A. Ora è uno stadio modesto, ha circa 2mila posti: il Comune si è offerto di investire 10 milioni di euro per portarlo a 8mila (meno dei 12mila richiesti dalla Serie A, che però concederebbe una deroga vista la situazione temporanea), ma servirebbero comunque altri 5 milioni che la Fiorentina non ha intenzione di investire. Giocare in uno stadio con 8mila posti dopo aver già venduto 17mila abbonamenti sarebbe un grosso problema da gestire, oltre che una grossa perdita in termini economici.
I giornali locali scrivono che Joe Barone, direttore generale della Fiorentina, avrebbe proposto di far giocare la squadra fuori regione, ma non è ancora chiaro dove. In mancanza di soluzioni la Fiorentina sta puntando a ottenere una proroga per giocare al Franchi ancora un po’, posticipando i lavori di ristrutturazione. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha detto dopo l’incontro che c’è questa possibilità, ma non ha dato stime sui tempi di questo slittamento dei lavori.
C’è un problema anche su questo, però, perché la ristrutturazione del Franchi sarà finanziata con i fondi del Piano nazionale complementare (PNC), un fondo pagato dallo Stato per realizzare progetti integrativi rispetto a quelli del PNRR (il grosso piano di investimenti finanziato dall’Unione Europea per aiutare l’uscita dalla crisi dovuta alla pandemia). Come il PNRR, anche il PNC ha molti vincoli sulle scadenze: i lavori per il Franchi devono iniziare entro il 31 marzo del 2024 e finire entro il 31 dicembre del 2026. Se non si rispettano i tempi Firenze rischia di perdere quei soldi, 151 milioni di euro, a meno che non ottenga una proroga per qualche ragione: al momento però non ci sono notizie di questa possibilità.
Intanto già da questo mese il Franchi dovrà chiudere la curva “Ferrovia” per iniziare i lavori e arrivare progressivamente a chiudere tutti gli altri settori.
La Fiorentina vorrebbe fare un nuovo stadio dal 2017, quando era ancora di proprietà della famiglia Della Valle. Il nuovo presidente arrivato nel 2019, l’italoamericano Rocco Commisso, voleva inizialmente abbattere il Franchi e ricostruirne uno nuovo, ma il progetto venne bloccato perché lo stadio è protetto dalla Sovrintendenza per ragioni di interesse architettonico (fu progettato dal celebre ingegnere Pier Luigi Nervi e inaugurato nel 1931). La società aveva detto di essere disposta a costruire uno stadio altrove, anche fuori da Firenze, ma non ha mai trovato una collocazione ritenuta valida.
I fondi legati al PNRR erano sembrati un’opportunità per riprendere il discorso accontentando tutti: la squadra non avrebbe dovuto investire e avrebbe comunque avuto uno stadio più moderno, il Comune non avrebbe perso la sua unica squadra e il Franchi sarebbe stato preservato negli elementi che lo rendono più caratteristico, come la torre di Maratona. Non è chiaro cosa accadrà ora al Franchi: nelle prossime settimane sono previsti nuovi incontri per superare le proposte che finora sono state scartate.