L’ultimo dibattito tra i candidati Repubblicani negli Stati Uniti prima delle primarie
Hanno partecipato solo Ron DeSantis e Nikki Haley, che per la prima volta hanno criticato duramente il grande assente: Donald Trump
Mercoledì in Iowa si è tenuto il quinto dibattito tra i principali candidati alle primarie Repubblicane per le elezioni presidenziali statunitensi del 2024. Al dibattito hanno partecipato solo due candidati: il governatore della Florida, Ron DeSantis, e l’ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice alle Nazioni Unite, Nikki Haley. Per la prima volta hanno attaccato molto duramente il candidato considerato ampiamente favorito, e il grande assente di questi dibattiti: l’ex presidente Donald Trump.
Prima del dibattito erano rimasti cinque candidati ancora in corsa per le primarie, ma la CNN che ha organizzato l’incontro aveva imposto che per partecipare dovessero avere raggiunto almeno il 10 per cento delle preferenze in almeno tre sondaggi nazionali o nel solo Iowa. Solo Trump, Haley e DeSantis avevano soddisfatto questi requisiti.
Erano rimasti fuori l’imprenditore Vivek Ramaswamy e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie. Quest’ultimo poco prima dell’inizio del dibattito aveva annunciato il proprio ritiro dalle primarie, mentre Ramaswamy ha detto che intende continuare comunque la campagna elettorale. Come già nei precedenti quattro dibattiti, Trump si è rifiutato di partecipare, preferendo farsi intervistare in contemporanea da Fox News.
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Quello di mercoledì è stato l’ultimo dibattito prima dell’inizio delle primarie dei Repubblicani, che cominceranno il 15 gennaio, lunedì prossimo, in Iowa. Tecnicamente quelle in Iowa non saranno primarie ma un caucus: gli elettori non voteranno entrando al seggio durante tutta la giornata, ma si riuniranno, ascolteranno brevi comizi e poi indicheranno il proprio candidato su una scheda.
Il dibattito si è svolto alla Drake University di Des Moines, la capitale dell’Iowa, ed è durato circa due ore. Rispetto agli altri quattro eventi simili, per la prima volta DeSantis e Haley hanno attaccato piuttosto duramente Trump, che secondo i sondaggi è il netto favorito per la vittoria delle primarie con oltre il 60 per cento delle preferenze.
Il dibattito in Iowa è stata l’occasione per i due candidati di provare a ribaltare la situazione, concentrando l’attenzione degli elettori Repubblicani sugli errori commessi da Trump durante la sua presidenza, nella speranza di recuperare qualche punto percentuale. DeSantis ha accusato insolitamente in modo molto duro Trump di «partecipare alle elezioni solo per risolvere i suoi problemi», mentre Haley ha sostenuto che Trump non sia «il presidente giusto per andare avanti». Sono stati entrambi poi piuttosto espliciti nel criticare gli anni dell’amministrazione Trump, in particolare nella gestione dell’immigrazione, della pandemia da coronavirus e delle relazioni politiche e commerciali con la Cina.
Hanno risposto anche ad alcune domande sui numerosi processi che coinvolgono Trump e in particolare su quello sull’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021, nel quale l’ex presidente è accusato di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. DeSantis ha detto che le accuse a carico di Trump sono infondate, ma ha comunque sottolineato che esiste la possibilità che venga condannato durante la campagna elettorale, una decisione che evidentemente indebolirebbe tutto il partito: «Ai Democratici piacerebbe molto approfittarne sulla stampa», ha detto.
I due partecipanti hanno passato gran parte del dibattito ad attaccarsi a vicenda su vari temi: DeSantis ha presentato Haley come una candidata debole e non abbastanza conservatrice, tanto da paragonarla all’attuale presidente Democratico Joe Biden e al governatore della California, Gavin Newsom (anche lui Democratico). Haley invece ha accusato più volte il suo avversario di mentire e di essere «disperato», perché sa di non poter vincere.
Haley e DeSantis si sono scontrati sulla questione della gestione dell’immigrazione illegale dal Sud e Centro America verso gli Stati Uniti, su cui DeSantis ha da sempre un approccio molto più duro rispetto a Haley. DeSantis ha invitato gli elettori Repubblicani a non fidarsi di Haley per la gestione dei migranti: «È come avere la volpe che sorveglia il pollaio», ha detto, riferendosi in particolare alle critiche che Haley aveva mosso a chi nel partito aveva definito «criminali» i migranti che entrano illegalmente negli Stati Uniti.
Haley ha insistito nel dire che con le sue critiche non intendeva dire che chiunque può entrare nel paese illegalmente, ma che è irrispettoso definire i migranti criminali a priori. «Mia madre diceva sempre, “se non segui le leggi per entrare in questo paese, non seguirai le leggi quando sarai in questo paese”», ha detto. Haley infatti è nata in South Carolina da due persone immigrate negli Stati Uniti dallo stato del Punjab in India (il suo nome da nubile è Nimrata Randhawa: Nikki è un soprannome e Haley è il cognome del marito).
L’altro grosso tema di dibattito è stato il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina nella difesa contro l’invasione russa. Finora infatti i nuovi finanziamenti all’Ucraina, che devono essere approvati dal Congresso, sono bloccati dall’ostruzionismo dell’ala destra del Partito Repubblicano. Nel corso del dibattito, come anche in quelli passati, Haley è stata la candidata più convinta nel sostegno economico degli Stati Uniti all’Ucraina.
Ha accusato DeSantis di aver inizialmente sostenuto i finanziamenti statunitensi per l’Ucraina e poi di aver cambiato idea. «Nessuno sa in cosa crede», ha detto. «Lasciate che vi dica perché l’Ucraina dovrebbe essere importante. Questo è un paese amante della libertà». Haley ha poi sostenuto che i finanziamenti statunitensi costituirebbero solo il 3,5 per cento del budget del paese per la Difesa, e che non dovrebbero esserci dubbi nell’approvarli.
DeSantis è stato ancora una volta molto critico nei confronti del sostegno statunitense alla difesa ucraina, e ha accusato Haley di tenere più all’Ucraina che al controllo del confine con il Messico. Ha detto che le posizioni di Haley sull’Ucraina sono le stesse del presidente Democratico Joe Biden, e che continuare a sostenere il governo ucraino rischia solo di far continuare la guerra, cosa che potrebbe costare «centinaia di miliardi di dollari in più in futuro».
Contemporaneamente al dibattito tra DeSantis e Haley, Trump ha partecipato a un altro evento elettorale trasmesso dalla rete televisiva conservatrice Fox News. Ha dato ampiamente per scontato che vincerà le primarie e sarà quindi il candidato del partito Repubblicano alle prossime elezioni presidenziali, aggiungendo di avere già deciso la persona che sceglierà come vicepresidente, senza rivelarne il nome.
Ha parlato anche dell’aborto, un tema che sarà al centro della campagna elettorale e che divide nettamente i candidati Democratici, tendenzialmente favorevoli, e quelli Repubblicani, contrari. Trump ha detto di essere «fiero» di aver nominato vari giudici conservatori alla Corte Suprema, e di aver quindi favorito l’abolizione del diritto all’aborto a livello federale. Ha aggiunto però che i Repubblicani devono vincere le elezioni, suggerendo che posizioni radicali su questo tema potrebbero rivelarsi controproducenti.
Trump brags about overturning Roe v. Wade: I did it. I’m proud to have done it. It was a miracle pic.twitter.com/4SRaUFHqd1
— Biden-Harris HQ (@BidenHQ) January 11, 2024