La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per i saluti romani fatti durante le commemorazioni per gli omicidi di Acca Larenzia
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per apologia di fascismo in relazione ai saluti romani fatti durante le commemorazioni che si sono tenute a Roma lo scorso 7 gennaio, per ricordare tre militanti neofascisti uccisi nel 1978 nella cosiddetta strage di Acca Larenzia. Risultano indagati cinque militanti di estrema destra, che fanno parte dei 150 partecipanti identificati dalla Digos nei giorni successivi all’evento.
Oltre alla commemorazione in via Acca Larenzia, la procura sta anche indagando sui saluti romani fatti da una decina di persone in piazza dei Mirti, sempre a Roma, durante la commemorazione di Alberto Giaquinto, un militante del Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano) ucciso da un poliziotto il 10 gennaio del 1979 dopo una commemorazione per Acca Larenzia.
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Il reato di apologia di fascismo è in vigore grazie alla legge Scelba, che però si limita a proibire la ricostituzione del disciolto partito fascista e i suoi obiettivi antidemocratici. Il saluto fascista potrebbe comunque essere considerato parte del reato di apologia di fascismo secondo la legge Mancino del 1993, che punisce «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi», proibisce di creare organizzazioni ispirate a questi valori e impone il loro scioglimento.
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