La violazione dei social della SEC per dare informazioni false sui Bitcoin
Un tweet che annunciava l'ingresso di alcuni prodotti legati ai Bitcoin sui listini ufficiali ha provocato un discreto trambusto
Martedì pomeriggio (ora americana) è stato hackerato l’account sul social network X della Securities and Exchange Commission, l’organo di vigilanza sulle questioni finanziarie e di borsa degli Stati Uniti più conosciuto con l’acronimo SEC (equiparabile per certi versi alla nostra Consob). L’ha comunicato la SEC stessa dopo che il suo account aveva pubblicato un tweet un po’ strano in cui dava una notizia che aveva stupito gli addetti ai lavori: quella per cui si sarebbe potuto iniziare a comprare e vendere titoli legati ai Bitcoin direttamente in borsa e in generale su tutti i mercati finanziari ufficiali e regolamentati dalle autorità americane. I Bitcoin sono la più diffusa criptovaluta al mondo, ma si possono comprare e vendere solo tramite canali paralleli e non ufficiali.
Le criptovalute non sono infatti soggette alle leggi che regolano i mercati finanziari, perché le autorità di vigilanza statunitensi non le hanno mai riconosciute come strumenti sicuri per essere scambiati sui mercati dagli investitori. Da anni le principali piattaforme di criptovalute chiedono una regolamentazione apposita, in modo da allargare il loro bacino di utenti anche alle persone che usano solo i canali ufficiali della finanza per investire.
La notizia che la SEC avesse approvato la negoziazione in borsa di alcuni strumenti legati ai Bitcoin ha dunque fatto salire rapidamente il valore stesso della criptovaluta, le cui prospettive sarebbero notevolmente migliorate con l’ingresso nei mercati finanziari regolamentati. Il valore di un Bitcoin è passato nel giro di pochi minuti da 46.700 dollari a quasi 48mila. Ma la notizia era falsa e la SEC l’ha smentita spiegando che il profilo era stato hackerato: il valore dei Bitcoin è quindi tornato vicino ai 45mila dollari.
The @SECGov X account was compromised, and an unauthorized post was posted. The SEC has not approved the listing and trading of spot bitcoin exchange-traded products.
— U.S. Securities and Exchange Commission (@SECGov) January 9, 2024
Il servizio clienti di X ha detto che l’hackeraggio è stato fatto da «un individuo non identificato» che è riuscito a entrare nell’account della SEC tramite un numero di telefono associato. Ha aggiunto che l’account non aveva attiva l’autenticazione a due fattori, ossia un doppio controllo sugli accessi agli account che li rende più sicuri anche in caso di attacco informatico.
La notizia pubblicata dall’hacker era sembrata plausibile perché proprio in questi giorni è attesa una decisione della SEC in merito. Deve dare o meno la sua approvazione a una serie di richieste ufficiali fatte da una decina di società finanziarie, tra cui anche Blackrock, una delle più grandi banche d’investimento al mondo: negli scorsi mesi avevano chiesto di poter quotare alcuni fondi (che in gergo tecnico si chiamano ETF) che possedessero Bitcoin, in modo che gli operatori riuscissero a investire in modo ufficiale, sebbene indiretto, nella criptovaluta.
Non è chiaro quale sarà la decisione e se questo attacco informatico cambierà qualcosa. Da una parte c’è una grande aspettativa nel mondo delle criptovalute, che dall’estate hanno iniziato a guadagnare valore in vista di un’eventuale approvazione. Dall’altra la SEC guidata dall’attuale presidente Gary Gensler e dal suo predecessore dell’era Trump, Jay Clayton, si è già rifiutata di approvare l’introduzione di un prodotto del genere sul mercato.
Le posizioni contrarie di Gensler sulle criptovalute sono molto note: le ritiene prodotti finanziari molto rischiosi, con un andamento imprevedibile e soggetto a manipolazioni del mercato (come in questo caso di hackeraggio), non adatti all’investimento privato, molto soggetti a frodi e con seri problemi relativi alla sicurezza.
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