Andrzej Duda vs Donald Tusk
In Polonia il presidente sta facendo di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al primo ministro: martedì ha offerto rifugio a due parlamentari che dovevano essere arrestati
Martedì la polizia polacca ha arrestato due parlamentari del partito di estrema destra Diritto e Giustizia, l’ex ministro dell’Interno Mariusz Kaminski e l’ex viceministro Maciej Wasik: erano stati condannati il mese scorso per abuso d’ufficio in relazione a fatti avvenuti nel 2007, quando Kaminski guidava l’agenzia anticorruzione della Polonia e Wasik era il suo vice. La cosa notevole è che l’arresto è avvenuto all’interno del palazzo presidenziale, dove i due politici si erano rifugiati invitati dal presidente Andrzej Duda, anche lui di Diritto e Giustizia, per sfuggire all’ordine di custodia cautelare che era stato emesso lo stesso giorno da un tribunale del paese.
Duda è da alcuni mesi al centro di un durissimo scontro politico con il nuovo governo di Donald Tusk (Piattaforma Civica, di centro), che si è formato dopo le elezioni di ottobre. Da allora Duda sta cercando in ogni modo di ostacolare il nuovo corso politico, arrivando anche a usare in maniera discutibile i suoi poteri per difendere i propri compagni di partito dalle inchieste giudiziarie in corso.
Già in passato Duda era intervenuto nel caso di Kaminski e Wasik, condannati per aver tentato di dimostrare con prove false che l’allora ministro dell’Agricoltura, Andrzej Lepper, avesse accettato delle tangenti. Duda li aveva graziati per quelle azioni, prima ancora che la condanna fosse pronunciata. Il problema è che nel giugno del 2023 la Corte suprema polacca aveva stabilito che la grazia presidenziale potesse valere solo per condanne con sentenza passata in giudicato.
Questi comportamenti discutibili e al di là dei propri poteri non sono nuovi per Duda, che durante tutto il suo mandato da presidente della Polonia era stato, più che un attore indipendente, una figura attiva a promuovere le politiche di Diritto e Giustizia. Anche l’intervento di Duda per proteggere i due parlamentari è stato criticato dal primo ministro Tusk, che lo ha accusato di voler «ostacolare la giustizia», citando un articolo di legge per cui Duda potrebbe essere incriminato.
Tusk si sta trovando di fronte a una situazione complicata, visto che nei suoi molti anni di governo Diritto e Giustizia aveva rafforzato la sua influenza sulle istituzioni, trasformando la Polonia in un paese sempre meno democratico. Per esempio la Corte Costituzionale, che può mettere il veto sulle leggi approvate dal parlamento, è al momento controllata da giudici vicini a Diritto e Giustizia.
Lo scontro istituzionale in Polonia si era già visto durante la formazione del governo di Tusk. Inizialmente infatti Duda aveva incaricato l’ex primo ministro Mateusz Morawiecki, di Diritto e Giustizia, nonostante il partito non potesse contare su una maggioranza in parlamento e fosse uscito di fatto sconfitto dalle elezioni di ottobre.
Ora lo scontro sta proseguendo soprattutto sul controllo dei media. Tusk ha licenziato la dirigenza della televisione pubblica, che era legata a Diritto e Giustizia, e chiuso alcune reti. Duda ha bloccato la legge di bilancio che dovrebbe finanziare la televisione e altri organi di stampa pubblici e ha annunciato di voler presentare una legge di bilancio alternativa. In generale sta mostrando di voler usare tutti i propri poteri per bloccare l’azione del governo: il suo mandato scadrà a metà 2025, la convivenza per 18 mesi si prevede più complessa anche di quanto inizialmente atteso.
Intanto il nuovo presidente del parlamento Szymon Hołownia ha sospeso temporaneamente le sedute dell’aula, che sarebbero dovute cominciare mercoledì, fino alla prossima settimana, dicendo che «la grave crisi costituzionale non garantirebbe uno svolgimento pacifico dei lavori parlamentari».