Sulle spiagge della Galizia sono comparsi milioni di pallini di plastica
Provengono dal carico di una nave caduto in mare e potrebbero essere un grave problema ambientale, che sta facendo discutere il governo nazionale spagnolo e quello locale
Da metà dicembre sulle spiagge della Galizia, regione del nord-ovest della Spagna, a nord del Portogallo, hanno cominciato a comparire milioni di minuscoli pallini di plastica bianca. Detti “pellet” o “nurdles”, questi pallini, grandi meno di 5 millimetri l’uno, sono la materia prima dell’industria della plastica: vengono prodotti, imballati e spediti a miliardi in giro per il mondo, per essere poi fusi e utilizzati per costruire tantissimi oggetti di uso quotidiano, dalle bottiglie di plastica alle automobili.
I pellet che sono finiti sulle spiagge spagnole provengono da un container che è caduto in mare a dicembre al largo della costa del Portogallo. Lo trasportava una nave presa a noleggio dalla grande azienda di trasporti danese Maersk; i pellet erano invece stati prodotti dall’azienda polacca Bedeko Europe. In questi giorni in Spagna le grosse difficoltà legate alle operazioni di pulizia e rimozione stanno creando notevoli polemiche politiche tra governo, amministrazione locale e associazioni ecologiste.
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Il problema principale è che, data la loro grandezza, i pellet sono molto difficili da rimuovere del tutto una volta che vengono dispersi nell’ambiente, cosa che succede molto spesso: secondo un’associazione che si occupa di monitorarne la diffusione, la Plastic Soup Foundation, soltanto nell’Unione europea ogni anno 23 miliardi di pellet finiscono nell’ambiente.
È però comunque raro che se ne trovino così tanti tutti insieme, soprattutto sulla terraferma. L’ultima volta era successo nello Sri Lanka nel 2021, quando una nave mercantile che ne trasportava una grande quantità prese fuoco a largo della costa riversando quasi 1.700 tonnellate di pellet nell’acqua, insieme a tantissimi altri inquinanti tossici, causando uno dei peggiori disastri ambientali nella storia del paese.
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La vice prima ministra spagnola Maria Jesús Montero ha detto che è preoccupata per possibili «gravi ripercussioni» sull’ambiente, ma ha ammesso di non sapere ancora quale sarà l’impatto preciso dell’evento, né se avrà un impatto sulla pesca nelle acque della regione.
Il gruppo ambientalista Noia Limpa, che organizza incontri di volontari interessati a ripulire le spiagge e gli argini dei fiumi della Galizia dalla spazzatura, ha detto di aver cominciato a ricevere un numero crescente di segnalazioni di grossi sacchi bianchi rotti da cui erano usciti tantissimi pellet attorno al 17 dicembre. Noia Limpa dice di aver trovato circa 70 sacchi da 25 chili ciascuno lungo la costa, e da settimane condivide aggiornamenti e mappe che segnalano i luoghi dei vari ritrovamenti online, coordinando attività di pulizia da parte di volontari.
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Ecologistas en Acción, una lega di gruppi ecologisti spagnoli, ha però accusato sia il governo nazionale che quello locale – guidato da Alfonso Rueda, appartenente al Partito Popolare, il partito conservatore che fa parte dell’opposizione al governo nazionale del socialista Pedro Sánchez – di non aver ancora voluto dare una risposta al problema, criticando la loro «inazione» a distanza di settimane dai primi rilevamenti.
A livello politico, il governo locale della Galizia e quello nazionale si stanno accusando a vicenda di non aver agito per tempo davanti all’emergenza: a inizio gennaio Rueda ha accusato il governo centrale di essere a conoscenza della presenza dei pellet sulle spiagge galiziane già da due settimane ma di aver informato la sua amministrazione solo il 4 gennaio. Secondo il ministro dei Trasporti spagnolo Óscar Puente, invece, è impossibile che l’amministrazione Rueda non sapesse del problema, dato che il Centro per le emergenze della Galizia, che dipende direttamente dal governo locale, è stato avvisato dalla questione per la prima volta il 13 dicembre. Puente ha quindi detto che è responsabilità di Rueda intervenire attivando «protocolli adeguati».
Rueda, nel frattempo, si sta rifiutando di elevare il livello di allerta, cosa che permetterebbe al governo centrale di inviare aiuti in Galizia, e continua a sostenere che la situazione sia sotto controllo. Il governo galiziano sostiene che il materiale riversato sulle spiagge non sia «né tossico né pericoloso».
Nel frattempo, l’8 gennaio l’unità specializzata in questioni ambientali della procura generale dello stato spagnola ha aperto un’inchiesta sullo scarico di pellet: l’intenzione è di verificare la portata della fuoriuscita e la sua origine, per poi determinare se possa avere delle conseguenze penali.
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