Chi ha vinto i Golden Globe
Il film “Oppenheimer” di Christopher Nolan e la serie tv “Succession” hanno vinto i premi più importanti, rispettivamente cinque e quattro
Oppenheimer, il film di Christopher Nolan sulla storia del fisico statunitense Robert Oppenheimer, e Succession, la serie televisiva che racconta le vicende della potente famiglia Roy, hanno vinto i premi più importanti all’81esima edizione dei Golden Globe, i riconoscimenti per il cinema e la televisione assegnati per la prima volta dalla fondazione non profit Golden Globe. Fino all’anno scorso infatti ad assegnarli era stata la Hollywood Foreign Press Association, finita però al centro di una serie di scandali che ne avevano compromesso la reputazione.
Oppenheimer, uno dei film più attesi e commentati del 2023, ha vinto cinque Golden Globe: come miglior film drammatico, come miglior regia (è il primo Golden Globe per Nolan), come miglior attore in un film drammatico per Cillian Murphy, che interpreta Oppenheimer, come miglior attore non protagonista per Robert Downey Jr. (Lewis Strauss nel film) e per la miglior colonna sonora originale per il compositore svedese Ludwig Göransson.
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La serie Succession ha vinto invece quattro Golden Globe: miglior serie drammatica, miglior attore in una serie drammatica per Kieran Culkin e miglior attrice per Sarah Snook (nella serie interpretano Roman e Shiv Roy, due dei figli di Logan Roy), e miglior attore non protagonista per Matthew Macfadyen (Tom Wambsgans, il compagno di Shiv Roy).
Barbie, l’altro film che con Oppenheimer nel 2023 era stato molto commentato, apprezzato e atteso anche per via della massiccia e imponente campagna promozionale che l’aveva preceduto, ha vinto il Golden Globe per il successo cinematografico o del botteghino, una nuova categoria presentata per la prima volta quest’anno: con 1,44 miliardi di dollari di incassi, Barbie è stato il film che ha incassato di più nel 2023. Barbie ha vinto anche il Golden Globe per la miglior canzone originale: “What Was I Made For?” di Billie Eilish e Finneas.
Un altro film che ha vinto due Golden Globe è stato Povere Creature! di Yorgos Lanthimos, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray, che uscirà nei cinema italiani il 25 gennaio: come miglior commedia o musical e come miglior attrice in una commedia o musical a Emma Stone. Anche il film Anatomia di una caduta di Justine Triet ha vinto due Golden Globe; come miglior film non in lingua inglese e come miglior sceneggiatura, a Triet e ad Arthur Harari.
Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki ha vinto il Golden Globe come miglior film d’animazione e la serie televisiva The Bear come migliore serie commedia o musical. Per The Bear hanno vinto anche il Golden Globe come miglior attore e miglior attrice in una serie commedia o musical Jeremy Allen White e Ayo Edebiri, i due protagonisti. Anche la serie Beef – Lo Scontro di Jake Schreier ha vinto alcuni Golden Globe: come miglior miniserie o film per la televisione, e hanno vinto i premi come miglior attore e miglior attrice Steven Yeun e Ali Wong.
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Lily Gladstone ha vinto il Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico per il film Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Paul Giamatti come miglior attore in una commedia o musical in The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne. Elizabeth Debicki ha vinto il premio come miglior attrice non protagonista in una serie per la sua interpretazione di Diana Spencer nella serie The Crown e Ricky Gervais come miglior spettacolo di stand-up comedy per Armageddon.
Io capitano, film del regista italiano Matteo Garrone che racconta la storia di Seydou, un ragazzo senegalese che lascia il Senegal per cercare di raggiungere l’Italia via mare, era candidato nella categoria del miglior film in lingua straniera, premio che è però andato ad Anatomia di una caduta, diretto dalla regista e sceneggiatrice francese Justine Triet e vincitore della Palma d’Oro a Cannes.
La cerimonia dei Golden Globe era molto attesa, anche per via dei grandi cambiamenti adottati durante lo scorso anno per ripulire l’immagine della manifestazione, la cui reputazione era stata intaccata da una serie di scandali legati alla Hollywood Foreign Press Association, la controversa associazione che assegnava i premi da 80 anni. Alcune inchieste condotte dal Los Angeles Times e dal New York Times nel 2021 dimostrarono come la HFPA fosse sostanzialmente un circoletto di persone praticamente sconosciute che però era riuscito a costruire una serie di estesi privilegi e che sfruttava la propria influenza in maniera non propriamente etica per trarre grossi vantaggi personali in termini di potere e benefit di vario tipo.
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Dalle inchieste emerse che l’HFPA non aveva alcun membro afroamericano, adottava pratiche palesemente scorrette e deontologicamente disastrose, ed era riuscita ad accumulare oltre 50 milioni di dollari spacciandosi come organizzazione non profit e pagando pochissime tasse. Al contempo elargiva viaggi, premi e benefici vari ai suoi membri, e otteneva altri favori dalle società di produzioni televisive o cinematografiche interessate a influenzare i Golden Globe.
Era iniziato quindi un periodo molto complicato per i premi. Aziende come Netflix, Amazon Prime Video, Warner e NBC (che trasmetteva la cerimonia) avevano deciso di sospendere i propri rapporti con la HFPA, nonostante gli annunci di alcune modeste riforme. La cerimonia del 2022 era stata organizzata come evento privato, senza attori e personalità importanti di Hollywood, e non era stata trasmessa in tv. Nell’estate del 2022 c’erano state trasformazioni più radicali nell’organizzazione dei premi, e la cerimonia del 2023 era tornata a svolgersi in una forma più normale, trasmessa di nuovo da NBC che aveva firmato un contratto di un anno.
Nonostante fossero tornati attori e attrici fu comunque una cerimonia dimessa, organizzata di martedì invece che nella più prestigiosa serata di domenica, e fu vista da 6,3 milioni di persone: un’audience pessima considerato che in passato aveva raggiunto i 20 milioni di spettatori. La scorsa estate si è infine concretizzata la vendita del marchio associato ai premi, annunciata già l’anno precedente, alla Eldridge Industries, una holding di proprietà del miliardario Todd Boehly (co-proprietario della squadra di calcio del Chelsea), e alla Dick Clark Productions, controllata in parte da Eldridge e in parte da Penske Media: due società che da tempo si occupano della produzione televisiva della cerimonia di assegnazione dei premi.
Contestualmente era stata sciolta la HFPA, e il corpo elettorale dei premi è stato allargato dai circa 85 membri presenti in precedenza (pochissimi, se confrontati con i 10mila che votano per gli Oscar, e anche per questo diventati una sorta di casta e facilmente manipolabili) a un gruppo di 300 giornalisti internazionali, con una più attenta rappresentazione delle minoranze che lavorano a Hollywood.
Tutti i vincitori dei Golden Globe
Miglior film drammatico: Oppenheimer
Miglior film commedia o musical: Povere creature!
Miglior regista: Christopher Nolan, Oppenheimer
Miglior attore in un film drammatico: Cillian Murphy, Oppenheimer
Miglior attrice in un film drammatico: Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon
Miglior attore in un film commedia o musical: Paul Giamatti, The Holdovers – Lezioni di vita
Miglior attrice in un film commedia o musical: Emma Stone, Povere creature!
Miglior attore non protagonista: Robert Downey Jr., Oppenheimer
Miglior attrice non protagonista: Da’Vine Joy Randolph, The Holdovers – Lezioni di vita
Miglior sceneggiatura: Justine Triet e Arthur Harari, Anatomia di una caduta
Miglior colonna sonora: Ludwig Göransson, Oppenheimer
Miglior canzone originale: “What Was I Made For?”, di Billie Eilish e Finneas (Barbie)
Miglior film d’animazione: Il ragazzo e L’airone, Hayao Miyazaki
Miglior film in lingua straniera: Anatomia di una caduta
Miglior film per incassi: Barbie
Miglior serie drammatica: Succession
Miglior serie comica o musical: The Bear
Miglior miniserie: Beef – Lo scontro
Miglior attore in una serie drammatica: Kieran Culkin, Succession
Miglior attrice in una serie drammatica: Sarah Snook, Succession
Miglior attore in una serie comica: Jeremy Allen White, The Bear
Miglior attrice in una serie comica: Ayo Edebiri, The Bear
Miglior attore in una miniserie: Steven Yeun, Beef – Lo scontro
Miglior attrice in una miniserie: Ali Wong, Beef – Lo scontro
Migliore attore non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: Matthew Macfadyen, Succession
Migliore attrice non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: Elizabeth Debicki, The Crown
Migliore spettacolo comico: Ricky Gervais: Armageddon
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