Cos’è la Felicità Interna Lorda
È un indice usato da oltre 15 anni in Bhutan per misurare il benessere dei propri cittadini al posto del più comune PIL, ma non tutti la considerano una buona idea
La Felicità Interna Lorda (FIL) è un indice di misurazione che viene usato dal governo del Bhutan per calcolare il benessere della popolazione bhutanese e il successo delle politiche pubbliche al posto del più comune Prodotto Interno Lordo (PIL). L’idea di misurare la felicità e non la ricchezza – come invece fa il PIL – fu introdotta alla fine degli anni Settanta dal quarto re del Bhutan, Jigme Singye Wangchuck, e fu codificata nel 2008 quando fu inserita nella Costituzione nazionale: in quell’anno il Bhutan passò da essere una monarchia assoluta a una monarchia costituzionale con un parlamento ed elezioni democratiche dopo un lungo processo di modernizzazione.
Benché l’idea della Felicità Interna Lorda sia diventata molto popolare negli scorsi decenni, sia stata adottata come filosofia da varie personalità e abbia contribuito alla popolarità del Bhutan, alcuni critici ritengono che l’istituzionalizzazione del FIL sia più che altro un espediente per migliorare l’immagine del paese, e che sia una politica poco efficace nel migliorare le condizioni di vita della popolazione. Nonostante questo, è ancora una delle idee centrali attorno a cui ruota la vita politica bhutanese, benché sia sempre più contestata.
Il Bhutan è un piccolo stato di 800mila persone che si trova fra la Cina e l’India ed è principalmente conosciuto all’estero perché è stato il primo paese al mondo a non utilizzare il PIL come misura il successo delle proprie politiche e del benessere della sua popolazione. L’idea alla base di questa decisione è che il benessere di un paese non dipenda unicamente dalla grandezza della sua economia e dalla crescita economica, ma anche da molti altri fattori più difficilmente calcolabili, come la salute mentale della sua popolazione.
Per questo motivo, il governo calcola ogni anno un indice di Felicità Interna Lorda che va da 0 a 1 (dove 1 è il massimo della felicità).
Viene calcolato attraverso 33 indicatori che misurano nove “domini di felicità”: benessere psicologico, salute, livello di istruzione, uso del tempo e standard di vita dei cittadini, diversità culturale e biodiversità, buon governo e vitalità della comunità. Il dato finale si ottiene incrociando statistiche oggettive (come ad esempio quante persone hanno raggiunto un determinato livello di istruzione) e sondaggi nazionali in cui viene chiesto direttamente ai cittadini e alle cittadine quanto si sentano felici sulla base di questi campi. Alla fine, la popolazione viene divisa in quattro gruppi: profondamente felice (dal 77% al 100%), ampiamente felice (dal 66% al 76,9%), poco felice (dal 50% al 65,9%) e infelice o “non ancora felice” (dallo 0% al 49,9%).
Secondo gli ultimi risultati ufficiali, nel 2022 il 48,1% delle persone del Bhutan di età pari o superiore a 15 anni è stato classificato come felice, rispetto al 40% del 2010.
Secondo i sostenitori dell’indice, calcolare la Felicità Interna Lorda è utile per separare l’idea di felicità e benessere da quella di crescita economica e avere un approccio più sostenibile ed equo al concetto di progresso. In più, basarsi soltanto sul Prodotto Interno Lordo per valutare il benessere di un paese è sempre più considerato un metodo limitato dato che porta a distorsioni: gli stati che basano le proprie economie sull’esportazione del petrolio, per esempio, hanno un PIL molto alto ma gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà.
Per questo da diversi anni gli economisti accostano al PIL anche il cosiddetto coefficiente di Gini, che misura il livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. A partire dal concetto di Felicità Interna Lorda del Bhutan si sono sviluppati diversi progetti, fra cui il Rapporto Mondiale sulla Felicità delle Nazioni Unite, che provano a calcolare il benessere utilizzando decine di indicatori diversi.
Benché la classe politica del Bhutan sostenga ancora molto l’efficacia di questo approccio, diversi l’hanno criticato in questi anni per una serie di ragioni.
Sul piano teorico, l’utilizzo di un dato così soggettivo come la valutazione del grado di felicità da parte di ogni singolo cittadino rende piuttosto complicato trovare appigli per un’analisi oggettiva e per sviluppare politiche economiche. Ad esempio, secondo gli ultimi risultati ufficiali, nel 2022 il 48,1% delle persone del Bhutan di età pari o superiore a 15 anni è stato classificato come felice, ma una persona su otto in Bhutan vive sotto la soglia di povertà e una gran parte della popolazione vive appena al di sopra.
Benché sia per certi versi corretto non far equivalere la ricchezza economica con la felicità, il fatto che il governo negli ultimi anni abbia dato priorità alla filosofia della Felicità Interna Lorda rispetto alla crescita economica ha portato a scarsi risultati in termini di miglioramento della qualità della vita della popolazione bhutanese.
Al livello più pratico invece, la politica della Felicità Nazionale Lorda, che nella Costituzione è legata anche a valori come l’uguaglianza e la libertà di pensiero, viene considerata soprattutto un espediente per migliorare l’immagine del Bhutan all’estero, a partire dal fatto che il diritto alla felicità non sembra valere per tutti allo stesso modo. Negli ultimi anni il Bhutan è stato più volte accusato di violare i diritti umani della sua popolazione, specialmente della minoranza etnica nepalese che abita nel sud del paese.