I Golden Globe ci riprovano
Dopo gli scandali, la vendita del marchio e le riforme, gli screditati premi americani del cinema e della tv tornano con una cerimonia da cui dipende il loro futuro
Dopo uno scandalo che ne aveva seriamente compromesso la reputazione facendo emergere una serie di funzionamenti opachi ed eticamente molto discutibili, i premi americani per il cinema e la televisione dei Golden Globe torneranno nella notte tra domenica e lunedì (ora italiana). È la prima cerimonia dopo una drastica riforma attuata l’anno scorso per tentare di ripulirsi l’immagine.
Non saranno più assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association (HFPA), la controversa associazione dei giornalisti stranieri che sceglieva i vincitori dal 1943 ed è stata sciolta, ma da una nuova platea di votanti. Anche la proprietà dei premi ora è diversa. La cerimonia è osservata con una certa attenzione e curiosità dagli addetti ai lavori di Hollywood, perché a seconda di come andrà renderà probabilmente chiaro se l’operazione ha avuto successo, e se almeno in parte la credibilità e l’autorevolezza dei premi sono state recuperate.
I Golden Globe sono storicamente i premi che inaugurano la cosiddetta “stagione dei premi” del cinema americano, che si conclude con gli Oscar: sono sempre stati molto meno importanti e seguiti, ma comunque erano influenti nel determinare le fortune di film e attori, e per prevedere e indirizzare le vittorie agli Oscar. Ma alcune inchieste condotte dal Los Angeles Times e dal New York Times nel 2021 dimostrarono come la HFPA fosse sostanzialmente un circoletto di persone praticamente sconosciute che però era riuscito a costruire una serie di estesi privilegi e che sfruttava la propria influenza in maniera non propriamente etica per trarre grossi vantaggi personali in termini di potere e benefit di vario tipo.
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Dalle inchieste emerse che l’HFPA non aveva alcun membro afroamericano, adottava pratiche palesemente scorrette e deontologicamente disastrose, ed era riuscita ad accumulare oltre 50 milioni di dollari spacciandosi come organizzazione non profit e pagando pochissime tasse. Al contempo elargiva viaggi, premi e benefici vari ai suoi membri, e otteneva altri favori dalle società di produzioni televisive o cinematografiche interessate a influenzare i Golden Globe.
Era iniziato quindi un periodo molto complicato per i premi. Aziende come Netflix, Amazon Prime Video, Warner e NBC (che trasmetteva la cerimonia) avevano deciso di sospendere i propri rapporti con la HFPA, nonostante gli annunci di alcune modeste riforme. La cerimonia del 2022 era stata organizzata come evento privato, senza attori e personalità importanti di Hollywood, e non era stata trasmessa in tv. Nell’estate del 2022 c’erano state trasformazioni più radicali nell’organizzazione dei premi, e la cerimonia del 2023 era tornata a svolgersi in una forma più normale, trasmessa di nuovo da NBC che aveva firmato un contratto di un anno.
Nonostante fossero tornati attori e attrici fu comunque una cerimonia dimessa, organizzata di martedì invece che nella più prestigiosa serata di domenica, e fu vista da 6,3 milioni di persone: un’audience pessima considerato che in passato aveva raggiunto i 20 milioni di spettatori. La scorsa estate si è infine concretizzata la vendita del marchio associato ai premi, annunciata già l’anno precedente, alla Eldridge Industries, una holding di proprietà del miliardario Todd Boehly (co-proprietario della squadra di calcio del Chelsea), e alla Dick Clark Productions, controllata in parte da Eldridge e in parte da Penske Media: due società che da tempo si occupano della produzione televisiva della cerimonia di assegnazione dei premi.
Contestualmente era stata sciolta la HFPA, e il corpo elettorale dei premi è stato allargato dai circa 85 membri presenti in precedenza (pochissimi, se confrontati con i 10mila che votano per gli Oscar, e anche per questo diventati una sorta di casta e facilmente manipolabili) a un gruppo di 300 giornalisti internazionali, con una più attenta rappresentazione delle minoranze che lavorano a Hollywood. I Golden Globe sono ora un’organizzazione a scopo di lucro, e la cerimonia di assegnazione sarà trasmessa quest’anno dalla rete CBS, per la prima volta.
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Le riforme hanno riguardato anche la struttura dei premi. Sono state aggiunte due categorie, per il miglior spettacolo comico e per il film che ha incassato di più, in quello che secondo la testata di settore Screen International è un tentativo di ampliare il proprio pubblico considerando maggiormente il cinema più commerciale.
Tradizionalmente, la cerimonia dei Golden Globe era nota per essere più rilassata e irriverente di quella degli Oscar, molto ingessata pur con tutti i suoi famosi imprevisti recenti. I presenti sono accomodati su tavoli ai quali si mangia e si beve in abbondanza, e diversi monologhi e interazioni dei presentatori con gli ospiti sono diventate famose, specialmente quelle del comico Ricky Gervais, che condusse la cerimonia per molti anni. Quest’anno a presentare la serata sarà il comico Jo Koy, che si prevede manterrà uno stile gioviale e prudente, per assecondare lo sforzo di costruire un’immagine positiva dei nuovi Golden Globe. Tra gli altri presentatori ci saranno Oprah Winfrey, Will Ferrell, Ben Affleck, Michelle Yeoh, Florence Pugh e Natalie Portman.
Tra gli ospiti è molto attesa Taylor Swift, visto che il documentario sul suo tour Taylor Swift: The Eras Tour è candidato al premio per il film che ha incassato di più. Ma ci saranno anche i rappresentanti di Barbie e Oppenheimer, i due film della scorsa estate favoriti alla vittoria dei premi principali. Altri possibili vincitori sono l’attrice Lily Gladstone per Killers of the Flower Moon e Emma Stone per Povere creature!. Tra le serie si pensa che Succession e The Bear abbiano le maggiori possibilità. Tra i candidati come miglior film straniero c’è invece l’italiano Io capitano, del regista Matteo Garrone (le nomination complete si possono leggere qui).
Il futuro dei Golden Globe insomma dipende molto da come andrà la cerimonia di stasera. In primo luogo da quante persone la guarderanno, dato determinante per decidere quanto offriranno i network americani l’anno prossimo per trasmetterla: secondo Screen International, CBS ha pagato per quella di quest’anno molto meno dei 60 milioni di dollari che normalmente pagava la NBC, prima degli scandali. Ma oltre alla audience, determinerà probabilmente il successo o meno della cerimonia quanto sarà apprezzata dai critici televisivi e come sarà percepita e commentata dalle persone sui social network, oltre a quanto riuscirà a far parlare di sé per i vincitori e per eventuali momenti particolarmente notevoli della serata.