Due giornalisti sono tra le decine di persone palestinesi uccise dai bombardamenti israeliani sul sud della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore

Il giornalista di Al Jazeera Wael Dahdouh stringe la mano del figlio Hamza, un altro giornalista, ucciso in un bombardamento israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, il 7 gennaio 2024 (AP Photo/Hatem Ali)
Il giornalista di Al Jazeera Wael Dahdouh stringe la mano del figlio Hamza, un altro giornalista, ucciso in un bombardamento israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, il 7 gennaio 2024 (AP Photo/Hatem Ali)

Nelle ultime 24 ore i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza hanno ucciso almeno 113 persone palestinesi e ne hanno ferite altre 250, secondo un comunicato del ministero della Salute di Gaza diffuso domenica. Gli attacchi hanno colpito la città meridionale di Khan Yunis e la zona del varco di Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Tra le persone uccise questa mattina ci sono due giornalisti: Hamza Dahdouh di Al Jazeera e Mustafa Thuria, un collaboratore freelance che lavorava per l’agenzia di stampa AFP. I due giornalisti sono stati uccisi mentre si stavano spostando in auto.

Contare in modo preciso i morti nella Striscia di Gaza è sempre più difficile per il ministero della Salute (che è controllato da Hamas), ma secondo le sue stime dal 7 ottobre sono 22.835 le persone palestinesi uccise. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), un’associazione nata con lo scopo di difendere la libertà di stampa e i diritti dei giornalisti in tutto il mondo, tra il 7 ottobre e il 6 gennaio a Gaza e nelle zone sul confine tra Israele e Libano sono stati uccisi almeno 77 giornalisti e lavoratori del settore dei media.

Al Dahdouh aveva 27 anni ed era figlio di un altro giornalista, Wael Dahdouh, che è il capo della redazione locale di Al Jazeera. In un bombardamento del 26 ottobre erano già morti sua moglie, altri due suoi figli di 15 e 7 anni e un nipote di 1 anno.

– Leggi anche: Le uniche cronache da dentro Gaza sulla stampa italiana