Quasi 300 persone sono morte per le piogge intense nella Repubblica Democratica del Congo
Inondazioni e frane hanno distrutto più di 40mila abitazioni secondo le stime del governo: si parla della peggiore alluvione dal 1961
Nelle ultime due settimane gran parte del territorio della Repubblica Democratica del Congo, in Africa centrale, è stato interessato da piogge intense che hanno causato inondazioni e frane di cui si sta parlando come delle peggiori da più di 60 anni. Secondo una stima del governo, diffusa venerdì dal ministro degli Affari sociali, delle Azioni umanitarie e della Solidarietà nazionale Modeste Mutinga Mutuishayi, le alluvioni hanno causato la morte di quasi 300 persone e distrutto più di 43mila abitazioni e 1.325 scuole.
I danni riguardano principalmente il nord del paese, negli ultimi giorni soprattutto la provincia dell’Equatore. Nel capoluogo Mbandaka il livello dell’acqua del fiume Congo ha raggiunto 6,05 metri: nel 1961, durante la grande alluvione di Kinshasa, aveva raggiunto 6,26 metri. Anche in queste settimane la capitale ha subito danni per le piogge: la zona del porto fluviale è stata sommersa dall’innalzamento dell’acqua. È stato dichiarato uno stato di emergenza.
Mutuishayi ha detto che il numero dei morti dovuti alle alluvioni potrebbe aumentare per il peggioramento delle condizioni igieniche dovute ai danni delle inondazioni, che potrebbe favorire la diffusione di malattie. Il ministro ha dedicato un appello ai paesi stranieri per chiedere un aiuto nelle attività di soccorso alla popolazione.
Generalmente nella Repubblica Democratica del Congo la stagione delle piogge va da settembre a maggio. Si ritiene che negli ultimi anni l’intensità delle precipitazioni possa essere aumentata a causa del cambiamento climatico e che probabilmente la deforestazione abbia aumentato i rischi di frane.