Dopo l’invasione
Cose da leggere e da guardare dopo avere ascoltato il nuovo podcast del Post di storia molto molto antica
L’invasione è il nuovo podcast del Post di storia molto molto antica, che racconta come gruppi di persone arrivate in Europa circa cinquemila anni fa abbiano lasciato una traccia indelebile. Fra le altre cose perché parlavano l’antenata di quasi tutte le lingue europee, chiamata protoindoeuropeo. Se l’avete già ascoltato, potrebbe esservi venuta voglia di approfondire alcune delle storie citate.
L’indoeuropeistica, cioè lo studio comparato di lingue e miti indoeuropei, ha avuto origine alla fine del Settecento, ed è da anni assai diffusa nelle università italiane ed europee. Sfortunatamente però i testi divulgativi in italiano su questo tema sono ancora pochi. Uno dei più agili si chiama Introduzione alla lingua e alla cultura degli Indoeuropei. L’hanno scritto gli studiosi Enrico Campanile, Bernard Comrie e Calvert Watkins, è uscito per il Mulino nel 2005. Campanile è stato uno dei più importanti indoeuropeisti italiani del Novecento, e fra le altre cose l’autore del saggio seminale Ricerche di cultura poetica indoeuropea. In italiano sono stati tradotti da Einaudi i due volumi del Vocabolario delle istituzioni indoeuropee del noto linguista francese Émile Benveniste.
Per chi fosse interessato a imparare di più su come ricostruiamo suoni e parole perduti, esistono poi manuali universitari che introducono alla linguistica indoeuropea come Introduzione alla linguistica storica della linguista Silvia Luraghi.
Negli anni allo studio delle lingue si sono aggiunti contributi di archeologia e genetica, che hanno fornito un’idea più chiara di chi fossero le persone che parlavano protoindoeuropeo. La più famosa archeologa in questo campo è stata Marija Gimbutas, estesamente citata nel podcast: in italiano sono state tradotte alcune sue raccolte di scritti fra cui Le dee viventi e Il linguaggio della Dea. Sono libri un po’ datati e contengono tesi in buona parte superate, ma rimangono piuttosto affascinanti.
È stato invece tradotto in italiano Chi siamo e come siamo arrivati fin qui, il libro di maggior successo del genetista David Reich, che nel 2015 pubblicò uno studio su Nature sul cosiddetto DNA antico che ha cambiato per sempre lo studio delle origini della lingua e della cultura protoindoeuropea. Il libro uscì nel 2018 e l’anno successivo è stato tradotto in italiano da Raffaele Cortina editore.
Per chi conosce l’inglese, invece, sono disponibili diversi testi fondamentali per la linguistica e archeologia indoeuropea. Fra quelli citati nel podcast segnaliamo How to Kill a Dragon del linguista statunitense Calvert Watkins e Indo-European Poetry and Myth del grecista britannico Martin West, i due testi fondamentali per lo studio della poetica e mitologia indoeuropea; In Search of the Indo-Europeans: Language, Archaeology and Myth dell’archeologo britannico J.P. Mallory, cioè il testo che per primo sistematizzò la cosiddetta “teoria delle steppe”; e The Horse, the Wheel, and Language dell’archeologo statunitense David Anthony, che riparte proprio dal libro di Mallory ed è quasi tutto incentrato sulla ricerca del contesto geografico delle persone che parlavano protoindoeuropeo.
Su YouTube è pieno di conferenze sulla linguistica e l’archeologia preistorica: spesso però sono specialistiche e dedicate a chi lavora nell’accademia. Quasi tutte poi sono in inglese.
Qui invece trovate un breve video sottotitolato in italiano con la ricostruzione in protoindoeuropeo del mito dell’eroe ammazzaserpenti, inclusa nella seconda puntata del podcast. La ricostruzione è stata curata dai linguisti Andrew M. Byrd e Riccardo Ginevra, co-autore dell’Invasione insieme a Luca Misculin del Post. La voce narrante è dell’attore Phill Barnett.
Per chi mastica l’inglese segnaliamo invece una puntata della serie di documentari NOVA della tv pubblica statunitense sugli studi di David Anthony e l’importanza del cavallo per la cultura protoindoeuropea, che trovate qui sotto, e la Glottothèque: una raccolta online di tutorial video per imparare alcune lingue indoeuropee antiche. Nel caso in futuro vi servano i rudimenti dell’ittito, del tocario o dell’antico irlandese.
Se la puntata sull’intersezione fra studi genetici, linguistica e archeologia vi ha incuriosito, potete dare un’occhiata a questa mappa che permette di visualizzare nello spazio e nel tempo la correlazione di profili genetici, tracce archeologiche e lingue antiche in giro per il mondo. La mappa è stata realizzata dall’archeologo Mikkel Johansen Nørtoft e dall’esperto di DNA antico Hannes Schroeder.
Da qualche anno invece il linguista Stefan Höfler dell’università di Vienna tiene un accurato account su X (Twitter) in cui fa una rassegna dei nomi di alcuni animali per cui si può ricostruire una parola antenata in protoindoeuropeo.
L’account si chiama The animals of the Proto-Indo-Europeans.
LYNX IN INDO-EUROPEAN 😺
Ancient Greek λύγξ, gen. λυγκός (lúŋks, luŋkós)
Greek λύγκας
Armenian lusan
Lithuanian lū́šis
Latvian lūsis
Old Prussian luysis
Czech rys
Serbo-Croatian rȉs
Russian rysʹ
Polish ryś
Swedish lo
Old English lox
Dutch los
German Luchs
Italian lonza (?) pic.twitter.com/gKYdI923Jv— The animals of the Proto-Indo-Europeans (@PIE_Animals) January 2, 2024
Per chi invece vuole ascoltare un altro podcast di storia molto molto antica, due anni fa Luca Misculin del Post aveva realizzato La fine del mondo, un podcast in quattro puntate sul collasso delle civiltà mediterranee nella tarda Età del bronzo. Il podcast prendeva spunto dal saggio 1177 a.C.: Il collasso della civiltà dell’archeologo statunitense Eric Cline, tradotto in italiano da Bollati Boringhieri.