Il presidente della prossima conferenza sul clima dell’ONU ha lavorato per 24 anni per l’azienda petrolifera statale dell’Azerbaijan
Il governo dell’Azerbaijan ha nominato il ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali del paese, Mukhtar Babayev, come presidente della prossima conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la COP29, che si terrà a novembre a Baku.
Alcuni scienziati che si occupano di riscaldamento globale, tra cui l’autorevole climatologo statunitense Michael Mann, hanno criticato la nomina perché prima di diventare ministro Babayev ha lavorato per 24 anni per Socar, l’azienda petrolifera statale azera. Sarà dunque il secondo presidente di una COP ad avere stretti legami con l’industria dei combustibili fossili, dopo Sultan Ahmed Al Jaber, l’amministratore delegato dell’azienda petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, che pochi mesi fa ha guidato la COP28 di Dubai. Scienziati e attivisti ritengono che il settore dei combustibili fossili (il cui uso è la causa principale del riscaldamento globale) possa influenzare negativamente il processo decisionale delle COP (che hanno l’obiettivo di contrastarlo), anche attraverso persone come Al Jaber e Babayev.
L’Azerbaijan è uno dei membri dell’OPEC+, il gruppo allargato dei paesi esportatori di petrolio. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina è diventato un fornitore di gas naturale sempre più importante per l’Unione Europea (Italia compresa), che ha dovuto ridurre rapidamente la propria dipendenza dal gas russo. È però anche un paese in cui non c’è piena libertà d’espressione, e anche per questo la scelta di svolgervi la COP29 era già stata contestata.
Babayev comunque si è occupato di protezione dell’ambiente anche quando lavorava per Socar: per tre anni ha diretto le iniziative dell’azienda per ripulire il suolo dell’Azerbaijan dal forte inquinamento dovuto proprio all’industria petrolifera e petrolchimica.
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