Cosa piace di Joshua Zirkzee
Il giovane attaccante del Bologna è stato fin qui uno dei migliori giocatori della Serie A, e sembra avere ancora grandi margini di miglioramento
Dopo diciotto giornate di campionato, il Bologna è quinto in classifica con 31 punti, solo due in meno della Fiorentina quarta, nonostante la sconfitta subita nell’ultima giornata (3-0 contro l’Udinese). La squadra è allenata da settembre del 2022 da Thiago Motta, ex centrocampista di Barcellona, Inter e Paris Saint-Germain, considerato un allenatore molto promettente, ed è probabilmente la sorpresa più grande del girone d’andata della Serie A. Questo non solo per i risultati raggiunti, ma anche per il gioco espresso e la crescita mostrata da molti suoi giovani calciatori: tra questi, quello di cui si parla di più è senza dubbio l’attaccante Joshua Zirkzee.
Zirkzee è nato a maggio del 2001 nei Paesi Bassi, gioca nel Bologna dalla fine di agosto del 2022 e in questo campionato ha segnato finora sette gol, gli stessi di attaccanti più affermati come Victor Osimhen del Napoli (il miglior marcatore della scorsa stagione) e Marcus Thuram dell’Inter. Ma anche se fa l’attaccante i gol sono considerati un aspetto quasi secondario del suo gioco, e comunque non quello per cui è maggiormente apprezzato. Zirkzee è diventato uno dei calciatori più esaltanti del campionato soprattutto per la sua abilità nel coinvolgere i compagni negli attacchi del Bologna, per l’imprevedibilità dei suoi colpi e per la qualità del suo gioco spalle alla porta, quando cioè non è lui ad attaccare direttamente, ma si abbassa verso il centrocampo per contribuire al possesso palla e allo sviluppo delle azioni offensive.
Nel recente ottavo di finale di Coppa Italia tra Inter e Bologna, lo scorso 20 dicembre, Zirkzee è entrato nei minuti finali ed è stato decisivo per ribaltare nei tempi supplementari l’1-0 dell’Inter con due giocate che spiegano bene il suo talento. Al 112esimo ha servito al compagno Sam Beukema l’assist per l’1-1 con un colpo di tacco al volo dalla linea di fondocampo, un gesto atletico e tecnico molto difficile, oltre che inusuale per un calciatore. Al 116esimo ha invece permesso a Dame N’Doye di trovarsi solo davanti al portiere avversario grazie a un passaggio rasoterra di destro perfetto per misura e tempo di esecuzione, dopo aver superato Acerbi a centrocampo con un tunnel di esterno sinistro (in pochi secondi ha insomma dimostrato una certa abilità a realizzare giocate molto difficili con entrambi i piedi).
Nei due assist si sono visti molto bene la sua precisione tecnica, la sua inventiva e il suo modo di giocare sempre “a testa alta”, un’espressione solitamente un po’ intangibile associata ai calciatori che capiscono in anticipo lo sviluppo dell’azione e i movimenti dei compagni, ma particolarmente azzeccata nel caso di Zirkzee, che appena riceve il pallone alza sempre lo sguardo, non avendo bisogno di guardarlo per averne il pieno controllo. Dopo la partita, Thiago Motta ha parlato così di lui: «Joshua ha grandissime qualità, sia tecniche che fisiche, e in più è altruista, pensa prima al gruppo e poi a se stesso. Questo gli dà qualcosa in più di tanti altri calciatori che non hanno questa propensione».
Quando è in campo l’attaccante del Bologna dà sempre l’impressione di poter far succedere qualcosa di eccezionale e colpisce per la sua peculiare estetica calcistica e pure fisica: non solo per i folti capelli ricci, quanto soprattutto per la sua stazza, perché nonostante il metro e novantatré di altezza si muove con gran leggerezza e controllo del corpo. Questo suo stile di gioco molto appagante per gli spettatori, con l’uso frequente della suola, dell’esterno e del tacco, però, non è fine a se stesso, anzi: spesso è proprio dai suoi colpi spettacolari che Zirkzee trova il modo per essere utile alla squadra. Oggi è il calciatore attorno a cui ruota tutto il gioco di Thiago Motta, che infatti lo schiera quasi sempre titolare (in 17 partite su 18 di campionato).
Sempre a San Siro contro l’Inter, ma in Serie A, lo scorso ottobre aveva segnato il gol del 2-2 disorientando tre difensori esperti come Alessandro Bastoni, Francesco Acerbi e Benjamin Pavard con quattro tocchi e tirando rasoterra sul primo palo, in un’azione che ha mostrato un’altra delle sue principali caratteristiche, la capacità di fare con apparente semplicità cose in realtà molto difficili, che accomuna molti grandi calciatori. Un altro esempio è l’assist a Lewis Ferguson nell’1-1 tra Juventus e Bologna, o il gol contro il Sassuolo in cui controlla con grande naturalezza un lancio dalla difesa superando contemporaneamente il difensore avversario, poi dribbla il portiere e segna al suo terzo tocco complessivo sul pallone (le due giocate sono rispettivamente ai minuti 3:40 e 6:30 di questo video dedicato da DAZN alle migliori giocate di Zirkzee).
Zirkzee era sembrato molto promettente sin dal suo sorprendente debutto in Bundesliga, il campionato di calcio tedesco, quando giocava nel Bayern Monaco. Il 18 dicembre del 2019 aveva esordito al 90esimo minuto di Friburgo-Bayern, quando la partita era sull’1-1, e al primo pallone toccato aveva segnato il gol decisivo per la vittoria della sua squadra. Tre giorni dopo, contro il Wolfsburg, era entrato di nuovo al posto del brasiliano Coutinho, questa volta all’83esimo, sullo 0-0, e tre minuti dopo aveva segnato il gol dell’1-0. Ad appena 19 anni aveva chiuso la stagione 2019-2020, quella in cui il Bayern allenato da Hansi Flick aveva vinto campionato, coppa di Germania e Champions League, con 4 gol in 9 presenze di campionato (di cui solo 3 giocate da titolare).
Nella stagione successiva si trasferì in prestito al Parma da gennaio, dal momento che nel Bayern Monaco aveva poco spazio (il centravanti titolare era Robert Lewandowski, che con il Bayern ha segnato 344 gol in 375 partite). In quel primo trasferimento in Italia faticò a inserirsi, giocando appena quattro partite prima di infortunarsi al ginocchio.
Nella stagione 2021-2022 giocò la sua prima stagione da titolare in Belgio, all’Anderlecht, mettendo insieme 18 gol e 11 assist in tutte le competizioni. Il Bologna in questi anni è stato un club molto attivo nello scouting dei campionati del nord Europa come quelli del cosiddetto Benelux (l’area che comprende Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, chiamata così dal nome di un accordo economico tra i tre paesi): dal Belgio e dai Paesi Bassi nelle ultime sessioni di calciomercato sono arrivati El Azzouzi, Lucumi, Theate, Beukema, Karlsson e van Hooijdonk.
Nell’estate del 2022 il Bologna decise di puntare su Zirkzee, acquistandolo dal Bayern Monaco per 8,5 milioni di euro e garantendo il 50 per cento della futura rivendita alla squadra tedesca. Fu un investimento importante per una squadra (finora) di metà classifica come il Bologna, che sta continuando a spendere con oculatezza per via di ricavi ancora limitati, nonostante il proprietario del club, il canadese Joey Saputo, abbia un patrimonio di quasi 5 miliardi di euro e forse ambizioni maggiori rispetto alla storia che la squadra si è costruita negli ultimi decenni.
Lo scorso anno Zirkzee, da riserva del centravanti titolare Marko Arnautovic, ha segnato i suoi primi gol e ha cominciato a far vedere giocate interessanti, ma il pubblico della Serie A si è accorto davvero di lui solamente negli ultimi mesi. Non è un caso che sia successo proprio dopo la cessione di Arnautovic all’Inter: in estate il Bologna aveva deciso di non acquistare un altro attaccante per sostituirlo, promuovendo Zirkzee a centravanti titolare. Thiago Motta non gli ha dato solo il posto in squadra, ma lo ha reso centrale nella sua idea di gioco propositivo, continuando a dargli fiducia anche quando faceva pochi gol. L’olandese aveva segnato infatti appena 2 reti nelle prime nove partite, per poi farne 5 nelle successive nove.
A inizio novembre l’autorevole testata sportiva The Athletic scriveva che l’allenatore del Bologna «adora Zirkzee per come coinvolge i compagni e per come guida il pressing del Bologna» e lo definiva «l’attaccante prototipo per il calcio del 2023», perché non è un centravanti che pensa solo a fare gol come quelli più tradizionali, ma sa giocare con la squadra, aiuta in fase difensiva, può sia mettere i compagni nelle condizioni di segnare, sia chiudere lui stesso l’azione.
La sua esperienza al Bologna sta mostrando i vantaggi che si possono avere nel dare fiducia ai giovani, nel consentire loro di mettersi alla prova e di sbagliare per migliorarsi: spesso invece nel campionato italiano gli allenatori si affidano volentieri a giocatori maturi, dal rendimento magari più sicuro nell’immediato ma con prospettive di crescita minori.
A 22 anni, l’attaccante olandese sta vivendo la sua miglior stagione finora, e il Bologna può ambire a una qualificazione per una competizione europea ventidue anni dopo l’ultima volta che ne giocò una, quando nel 2002 partecipò all’Intertoto, un torneo estivo che tra il 1995 e il 2008 metteva in palio un posto in più per la successiva Coppa Uefa (la seconda competizione europea per club, oggi diventata Europa League).
Ciò che affascina di Zirkzee, comunque, è che i suoi margini di miglioramento sono oggi ancora abbastanza sconosciuti e difficili da prevedere. Già adesso però le sue prestazioni hanno fatto parlare di lui come possibile rinforzo per un grande club europeo: per diventare l’attaccante titolare di una squadra di Champions League dovrà probabilmente migliorare ancora la sua efficacia realizzativa, o per lo meno confermare quella avuta negli ultimi mesi.
Dopo i due assist contro l’Inter, i giornali e le trasmissioni televisive hanno tentato di paragonarlo ad altri attaccanti: è stata citata per esempio la capacità tecnica abbinata alla struttura fisica imponente del primo Zlatan Ibrahimovic, ma probabilmente Zirkzee è difficile da associare a qualcun altro perché è un giocatore nuovo, moderno, adatto al modo in cui sta cambiando il calcio (uno come il ventenne centrocampista inglese del Real Madrid Jude Bellingham). Thiago Motta ha deciso di far passare tutto il gioco offensivo del Bologna da Zirkzee, che può scegliere se venire a giocare più indietro rispetto alla sua posizione abituale di attaccante, lasciando spazio agli inserimenti di centrocampisti e terzini, oppure andare lui stesso a occupare il centro dell’attacco per tirare o fare sponde ai compagni. Il suo allenatore gli sta dando molta fiducia e sta trovando il modo di farlo rendere al meglio, venendo ripagato con una stagione finora di altissimo livello.