Il Golden Gate Bridge ora ha una rete per prevenire i suicidi
Si estende sotto tutta la campata del famosissimo ponte di San Francisco: è stata costruita dopo molti anni di dibattiti e ritardi
Mercoledì è stato annunciato il completamento della costruzione di un’estesa rete anti-suicidi sul Golden Gate Bridge, il famosissimo ponte di San Francisco, negli Stati Uniti: è uno dei luoghi col più alto tasso di suicidi al mondo e la costruzione della rete, completata dopo anni di ritardi e problemi, è stata dibattuta e in parte anche fortemente contestata.
Concretamente la rete per prevenire i suicidi è stata costruita circa 6 metri al di sotto del bordo del ponte: è sorretta da pali agganciati alla struttura del ponte, e si estende lungo tutte le campate, per quasi tre chilometri. La rete è fatta di acciaio inossidabile, in grado di resistere all’acqua salata e ai forti venti che spesso avvolgono il Golden Gate Bridge. Non è visibile dalle automobili che percorrono le corsie sul ponte, ma lo è da chi lo attraversa a piedi.
Il Golden Gate Bridge sovrasta il Golden Gate, da cui prende il nome, cioè lo stretto tra la baia di San Francisco e l’Oceano Pacifico. È una delle attrazioni più famose di San Francisco, oltre che uno dei posti più trafficati della città. Da quando fu inaugurato, nel 1937, dal Golden Gate Bridge si sono buttate circa 2mila persone: di molte di queste non è mai stato trovato il corpo. Il mese col più alto numero di persone che si lanciarono giù dal ponte, 10 in tutto, fu l’agosto del 2013.
L’altissimo numero di suicidi ha fatto sì che negli anni nascesse un dibattito sull’opportunità di adottare mezzi preventivi: l’idea di costruire una rete fu proposta da un gruppo di genitori di persone che si erano suicidate, e che avevano fondato l’organizzazione Bridge Rail Foundation. L’organizzazione aveva inizialmente proposto di innalzare la ringhiera del ponte, incontrando molte opposizioni perché il progetto avrebbe bloccato la vista sulla baia di San Francisco: l’idea della rete si sviluppò su suggerimento di uno studio di architettura che aveva preso spunto dall’installazione di una rete simile a Berna, in Svizzera.
L’idea incontrò comunque molte altre opposizioni: c’era chi riteneva che avrebbe alterato il caratteristico aspetto del ponte, diventato negli anni un’icona di San Francisco, e chi sosteneva che non valesse la pena realizzare un progetto costoso per arginare i propositi di chi voleva porre fine alla propria vita. D’altra parte la Bridge Rail Foundation e altri hanno sempre insistito sugli studi esistenti che dimostrano come la limitazione dell’accesso ai mezzi con cui suicidarsi, tra cui anche barriere sui ponti, sia uno strumento efficace per la prevenzione dei suicidi.
Il progetto per la rete appena terminata fu infine approvato nel 2014, ma i lavori di costruzione non iniziarono prima del 2018. Sono stati inoltre molto più costosi del previsto: Denis Mulligan, direttore generale del distretto speciale di cui fa parte il Golden Gate Bridge, ha detto che a progetto approvato la costruzione della rete sarebbe dovuta costare 76 milioni di dollari, ma che i costi sono arrivati a 224 milioni.
Secondo alcune società impegnate nei lavori, l’aumento dei costi sarebbe imputabile alla dirigenza del distretto e alla sua mancanza di trasparenza sull’avanzato stato di deterioramento di alcune parti del ponte, che avrebbero richiesto lavori aggiuntivi. Su queste basi due società hanno denunciato il distretto, accusandolo di averci rimesso circa 100 milioni di dollari.
Le organizzazioni che da anni chiedevano la costruzione della rete hanno accolto con soddisfazione la notizia del completamento dei lavori, ma molte altre persone si sono lamentate per le lungaggini dei lavori, che a loro dire avrebbero potuto evitare moltissimi suicidi negli ultimi anni.
Descrivendo la rete, Mulligan ha detto che è molto dura e rigida e che chiunque provi a buttarsi dal ponte si farà comunque male: «è come saltare su una grattugia: vogliamo che la gente sappia che se viene qui, se si butta di sotto si fa male», ha detto ad Associated Press.
Oltre alla costruzione della rete è previsto che i Vigili del fuoco della zona vengano addestrati a calarsi sulla rete e a soccorrere le persone che eventualmente si lanceranno. Sul ponte sono inoltre operativi funzionari che sorvegliano il ponte per individuare sospetti tentativi di suicidio e dissuadere le persone dal buttarsi.
Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24. Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.