Uno dei capi politici di Hamas è stato ucciso in un bombardamento a Beirut
Il governo libanese, Hamas e alcuni giornali internazionali hanno attribuito l'attacco a Israele, che non lo ha confermato
Nel tardo pomeriggio di martedì c’è stata una grossa esplosione in un edificio a Dahiyeh, un quartiere di Beirut, la capitale del Libano: la National News Agency (NNA), l’agenzia di stampa statale libanese, ha scritto che l’esplosione è stata causata da un bombardamento israeliano mirato contro un ufficio del gruppo armato radicale palestinese Hamas, con cui Israele ha iniziato da quasi tre mesi una guerra nella Striscia di Gaza. Nell’attacco sono state uccise almeno sei persone, ha scritto la NNA, tra cui Saleh al-Arouri, vice capo del cosiddetto Politburo di Hamas, il più importante organo politico dell’organizzazione. Anche il governo libanese ha incolpato Israele dell’attacco e ha fatto altrettanto Hamas, che ha confermato l’uccisione di al-Arouri.
Tre persone descritte come «fonti nella sicurezza» hanno confermato all’agenzia di stampa Reuters che l’attacco sarebbe stato compiuto dall’esercito israeliano, che per diverse ore si è rifiutato di commentare la cosa anche su esplicita richiesta di diversi giornali. Ismail Haniyeh, leader di Hamas, ha detto che nell’esplosione sono stati uccisi anche Samir Fendi e Azzam al-Aqra, due comandanti delle brigate al Qassam, l’ala armata di Hamas. Haniyeh ha aggiunto che sarebbero stati uccisi anche altri membri dell’organizzazione, ma non ha specificato quanti e chi siano.
Mark Regev, un portavoce del governo israeliano, ha parlato all’emittente statunitense MSNBC andando molto vicino a confermare la responsabilità israeliana, senza però farlo direttamente. Ha usato comunque formulazioni un po’ rivelatrici, come: «Chiunque lo abbia fatto, dev’essere chiaro che non è stato un attacco allo stato libanese». Poi ha aggiunto che evidentemente è stato «un bombardamento chirurgico contro la leadership di Hamas» e che «chiunque lo abbia fatto ce l’ha con Hamas».
In passato Israele ha dichiarato di aver ucciso leader di Hamas senza troppi problemi e senza far passare molto tempo: questo caso però potrebbe essere diverso perché l’attacco è avvenuto in Libano. In un comunicato il primo ministro libanese Najib Mikati ha definito l’esplosione a Beirut «un nuovo crimine di Israele» che punterebbe a trascinare il Libano nella guerra. Il Libano è stato più volte invaso da Israele, l’ultima nel 2006, e i rapporti tra i due paesi rimangono tesi.
Il quartiere Dahiyeh dove è avvenuta l’esplosione si trova nel sud di Beirut, è a prevalenza musulmana sciita ed è noto per essere la sede di diversi uffici del gruppo armato radicale sciita libanese Hezbollah, uno stretto alleato di Hamas (che invece è un gruppo sunnita, l’altro grosso ramo dottrinale dell’Islam). Hezbollah sta sostenendo Hamas dall’inizio della guerra con Israele: continuando a bombardare il territorio israeliano tiene l’esercito del paese impegnato su un altro fronte oltre a quello con la Striscia di Gaza.
Il Politburo di Hamas, di cui al-Arouri era uno dei più importanti dirigenti, è un consiglio di 15 membri di cui fanno parte soltanto figure politiche, e che ha la sua sede principale in Qatar. Il leader del Politburo è dal 2017 Ismail Haniyeh: al-Arouri era il suo vice ed era di base in Libano, dove era responsabile dei rapporti con Hezbollah. Dalle elezioni interne di Hamas del 2021 era anche il responsabile delle questioni che riguardano la Cisgiordania, l’altro territorio che i palestinesi amministrano con un certo grado di autonomia, che però non è amministrato da Hamas ma dal partito palestinese Fatah, assai più moderato. Al-Arouri era anche uno dei fondatori delle brigate al Qassam.
La guerra tra Israele e Hamas è iniziata il 7 ottobre del 2023 con un attacco di Hamas in territorio israeliano eccezionale per estensione e violenza, in risposta al quale Israele ha bombardato, assediato e poi invaso via terra la Striscia di Gaza, uccidendo moltissime persone soprattutto fra i civili.
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