La nazionale di calcio di Hong Kong e le sue motivazioni quando gioca contro la Cina
Non sarebbero solo sportive, ha suggerito l'allenatore di Hong Kong dopo la prima vittoria in 29 anni della sua squadra contro la nazionale cinese
In una partita amichevole di calcio che si è giocata a porte chiuse ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, la nazionale di Hong Kong, città cinese semiautonoma, ha battuto la Cina per 2 a 1. È la prima volta in 29 anni che Hong Kong, una città da 7 milioni di abitanti, riesce a vincere contro la Cina, che ha 1,4 miliardi di abitanti e un governo che investe moltissimo sul calcio, seppure con risultati modesti.
Commentando la partita Jørn Andersen, l’allenatore di Hong Kong, ha alluso al fatto che le ragioni della vittoria sarebbero in parte politiche: «Non ho avuto bisogno di motivare la squadra contro la Cina», ha detto Andersen, notando come i suoi calciatori abbiano giocato con particolare aggressività. L’allenatore non ha spiegato cosa intendesse con questa frase, che però è stata interpretata come un accenno alla situazione politica di Hong Kong, dove da anni il regime cinese sta opprimendo le libertà politiche e sociali della popolazione.
Hong Kong è un’ex colonia britannica che nel 1997 fu restituita alla Cina. Per decenni la città ha mantenuto un alto grado di autonomia politica e di libertà, che le hanno consentito di avere una stampa libera e una vita sociale e politica molto vivace. Tra le altre cose, a Hong Kong fu concesso di mantenere una propria “nazionale” di calcio: l’amichevole vinta con la Cina era una partita di preparazione alla Coppa d’Asia, il torneo equivalente al campionato europeo.
Da alcuni anni, tuttavia, la Cina ha cominciato a revocare le libertà politiche e sociali di Hong Kong, cosa che ha provocato grandi proteste, tutte represse con forza. Per questo, tra la popolazione di Hong Kong c’è una certa rabbia nei confronti della Cina, ed è probabilmente a questa rabbia che Andersen faceva riferimento quando ha detto che contro la nazionale cinese i suoi giocatori erano particolarmente motivati. A questo si aggiunge probabilmente anche una certa rivalità sportiva, che è sentita più dalla piccola Hong Kong che dalla grande Cina.
Tra le altre cose, negli scorsi anni lo sport è diventato anche una ragione di scontro politico. Ci sono state numerose polemiche, per esempio, perché in più di un’occasione i tifosi di Hong Kong avevano protestato durante l’inno cinese. L’anno scorso, poi, la Cina aveva ordinato di inserire la parola “Cina” nei nomi di tutte le associazioni sportive di Hong Kong: per questo da qualche mese la federazione calcistica della città non si chiama più “Federazione calcistica di Hong Kong” ma “Federazione calcistica di Hong Kong, Cina”.