Il presidente Javier Milei ha detto che l’Argentina non aderirà al gruppo dei BRICS
Il nuovo presidente argentino Javier Milei ha detto che il suo paese non aderirà al progetto di espansione dei BRICS, il gruppo di paesi emergenti composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Ad agosto del 2023, durante una riunione a Johannesburg in Sudafrica, i BRICS avevano deciso di invitare altri sei paesi, fra cui l’Argentina, che sarebbero dovuti diventare ufficialmente membri a gennaio del 2024.
L’accordo era stato fatto dall’ex presidente argentino peronista di sinistra Alberto Fernández, le cui posizioni erano più allineate a quelle dei membri del blocco. Milei, che è diventato presidente a inizio dicembre e ha posizioni ultraliberiste e di estrema destra, ha detto invece che la politica estera del suo governo «differisce in molti modi da quella del governo precedente» e che non reputa «appropriato» che in questo momento l’Argentina si unisca ai BRICS. Ha poi aggiunto che nonostante questa decisione si impegnerà a rafforzare i legami bilaterali con i paesi che compongono il gruppo, con l’obiettivo di aumentare il commercio e gli investimenti internazionali. I paesi che quindi i BRICS entreranno a far parte del gruppo, a partire del 2024, saranno Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
L’allargamento dei BRICS è promosso soprattutto dalla Cina, il cui PIL rappresenta oggi circa il 70 per cento di quello complessivo del blocco, e che vorrebbe rafforzare i BRICS come strumento di contrasto all’influenza mondiale del G7 e degli Stati Uniti. Durante la sua campagna elettorale Milei aveva criticato fortemente la Cina, dicendo che non avrebbe mai lavorato con un governo comunista: aveva anche già detto di non voler entrare a far parte dei BRICS, sostenendo di voler invece avvicinare l’Argentina agli Stati Uniti. Milei ha anche detto più volte di voler sostituire la moneta argentina, il peso, con il dollaro statunitense.