Il governo polacco ha dichiarato lo stato di insolvenza per i media pubblici, per riorganizzare la loro dirigenza
Il governo polacco ha dichiarato lo stato di insolvenza per la televisione, la radio e l’agenzia di stampa pubbliche, in modo da riorganizzare la loro dirigenza ed evitare di licenziare il personale. Il nuovo governo di centrodestra è guidato dall’ex leader dell’opposizione Donald Tusk ed è entrato in carica a dicembre: cerca da settimane di sostituire i dirigenti dei media pubblici nonostante l’accesa opposizione di Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra al governo fra il 2015 e il 2023, e delle cariche che il partito controlla ancora.
Il governo di Tusk ha provato ad aggirare gli organi di garanzia nominati da Diritto e Giustizia e i vincoli posti dalle leggi approvate durante i suoi governi con l’obiettivo di accelerare i tempi di una riforma, che secondo Tusk dovrebbe rendere più imparziali i media pubblici. Lo stato di insolvenza non impedisce il funzionamento quotidiano dei media e può essere revocato in qualsiasi momento.
Durante il periodo in cui ha governato, Diritto e Giustizia ha progressivamente ridotto la libertà d’informazione, aumentando fortemente il controllo sui media pubblici e trasformandoli in una sorta di strumento di propaganda. Fra i principali oppositori dei tentativi di riforma del nuovo governo c’è il presidente della Repubblica Andrzej Duda, un ex parlamentare di Diritto e Giustizia, il cui ruolo in questi anni è stato più spesso quello di un politico legato alla vecchia maggioranza che di una figura indipendente ed equidistante. Il presidente ha posto il veto sulla legge di bilancio proposta dal governo per il 2024, che conteneva le risorse ritenute necessarie per completare la riforma.
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