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  • Giovedì 28 dicembre 2023

Le feste aziendali di Natale sono diventate una gara

Quest'anno a quella di Luxottica hanno suonato i Måneskin, Pwc ha ingaggiato Marco Mengoni, perché fare le cose in grande è un modo per posizionarsi

Marco Mengoni alla festa aziendale di Pwc (@londonandreams/TikTok)
Marco Mengoni alla festa aziendale di Pwc (@londonandreams/TikTok)

I Måneskin sono il più famoso gruppo musicale italiano nel mondo e nell’ultimo anno hanno fatto concerti dal Madison Square Garden di New York allo Stadio Olimpico di Roma, passando per Giappone, Brasile, Australia, Canada. Il 22 dicembre invece hanno suonato ad Agordo, in provincia di Belluno, in Veneto: «si potrà ufficialmente dire che questa è l’ultima data del nostro primo tour mondiale», ha detto Damiano David, il cantante della band, agli spettatori. L’occasione però non era un concerto aperto al pubblico ma la festa di Natale di Luxottica, l’azienda italiana prima produttrice al mondo di montature di occhiali (che dal 2018 è fusa con la francese Essilor), e le oltre 5mila persone presenti erano tutte sue dipendenti, in gran parte operai.

L’esibizione dei Måneskin alla festa di Luxottica – così come anche quelle di altri artisti famosi ad altre feste aziendali – è stata ripresa dai presenti in alcuni video che sono circolati molto online e hanno stimolato una serie di ipotesi sulla cifra spesa per ingaggiare un gruppo così famoso. Per molte grandi aziende non è strano investire grossi budget in feste aziendali, ma sembra che quest’anno la gara a chi organizza quella più prestigiosa sia stata più competitiva del solito, per diverse ragioni.

Oltre a quella di Luxottica, la festa di cui sono circolati probabilmente più video nelle ultime settimane è quella dell’azienda di consulenza Pwc, durante la quale si è esibito Marco Mengoni, il vincitore del Festival di Sanremo di quest’anno. Ai dipendenti (che erano alcune migliaia) era stato vietato di fare foto e video, come spesso accade a questo tipo di eventi, ma poi sui social ne sono comunque stati pubblicati diversi. L’azienda ha fatto sapere di aver firmato un contratto con Mengoni che le impedisce di parlare della festa, ma alcuni giornali e fonti interne hanno parlato di un cachet da 150mila euro.

Alla festa dell’azienda di consulenza Reply a Torino, Milano e Roma sono stati chiamati i Pinguini tattici nucleari, band italiana di grande successo in questi anni, mentre l’azienda di moda Moncler ha ospitato a Milano Annalisa, una delle cantanti le cui canzoni hanno avuto maggiore circolazione in Italia la scorsa estate e negli ultimi mesi. Alla festa della società di consulenza KPMG si sono esibiti i The Kolors (anche loro autori di un tormentone estivo: “Italodisco“), ma ci sono comunque stati anche molti casi di ospiti più piccoli: l’azienda di consulenza Accenture ha chiamato i Neri per Caso e LDA a Napoli, e dj Fargetta a Milano.

Luxottica comunque è stata probabilmente l’azienda che si è fatta notare di più: secondo quanto scritto dal Gazzettino, l’azienda avrebbe speso circa 800mila euro per far suonare i Måneskin, una cifra che non è stata confermata dall’azienda ma che si può considerare piuttosto plausibile. A questo si aggiunge una cena cucinata dallo chef stellato Davide Oldani per migliaia di persone.

@alessandrarossini5

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♬ suono originale – Alessandra Rossini

Non deve sorprendere eccessivamente: in passato alle feste di Luxottica avevano suonato Robbie Williams, Laura Pausini e Biagio Antonacci e in generale è piuttosto noto l’approccio generoso dell’azienda alle risorse umane, spesso con iniziative orientate a per far parlare di sé in termini positivi. Inoltre, il budget impiegato per questo Natale è stato particolarmente grosso anche perché era da tre anni che l’azienda non faceva una festa coinvolgendo le migliaia di dipendenti delle fabbriche e degli uffici che si trovano in Veneto: nel 2020 e nel 2021 per il rischio di contagi da coronavirus, e nel 2022 perché il fondatore Leonardo Del Vecchio era morto pochi mesi prima. Per molte altre aziende in generale questo è stato il primo anno di grande festa dopo la pandemia.

– Leggi anche: Luxottica sperimenterà la settimana lavorativa da quattro giorni

Sui social, e soprattutto su TikTok, i video e i commenti pubblicati dai dipendenti delle varie aziende hanno contribuito a creare un immaginario da “gara” piuttosto inedito, o che comunque negli anni scorsi era rimasto confinato alle bolle dei dipendenti. È una competizione che riflette in parte anche quella tra le stesse aziende (soprattutto nel settore della consulenza) sulla capacità di attrarre personale e sullo sforzo di mostrarsi posti di lavoro più appetibili di altri. Più in generale l’idea di allocare un grosso budget su una cosa come la festa di Natale aziendale rientra in un approccio “moderno” alle risorse umane, che negli ultimi anni si è concentrato anche su aspetti che, almeno all’apparenza, puntano a migliorare la qualità della vita dei dipendenti anche su piani meno strettamente lavorativi.

All’improvvisa visibilità di questi eventi ha contribuito poi in grossa parte la diffusione di TikTok, un social network che premia molto i contenuti musicali e che può far raggiungere ai video di utenti comuni anche centinaia di migliaia di persone. Su altri social, come Twitter e Threads, attorno a questi video si sono sviluppati commenti più o meno critici nei confronti delle aziende, che facevano notare per esempio come per molti dipendenti un bonus economico o un aumento di stipendio sarebbero stati più graditi di un concerto.

@sonogian_fr

Chi è venuto alla tua festa aziendale? #milano #aziendale #festa #accenture #aperitivo

♬ The Weekend – Radio Edit – Michael Gray

Meno immediato è invece spiegare come molti cantanti all’apice della loro carriera si prestino a comparire in questo tipo di feste. Quella di suonare a eventi privati è infatti sempre stata un’attività tipica di cantanti in una fase di declino: chi li ingaggia lo fa solitamente per far leva sull’“effetto nostalgia” dei partecipanti all’evento e sapendo che non si faranno pagare eccessivamente, mentre per loro è un modo per continuare a guadagnare dalle proprie performance e dalla propria fama. Negli ultimi dieci anni però le cose sono un po’ cambiate e la partecipazione a eventi privati è stata sdoganata anche tra cantanti nel pieno della loro carriera, come dimostrano i Måneskin, Marco Mengoni e Annalisa, appunto.

«Questo fenomeno si inserisce in un discorso più ampio su come è cambiato il rapporto tra artisti e brand», spiega Matteo Zanobini, dell’etichetta discografica e agenzia di management musicale Picicca. «Gli eventi privati si inseriscono all’interno della categoria più ampia delle collaborazioni con le aziende, che fino a una decina di anni fa gli artisti non facevano e adesso invece sono una voce di incasso per molti superiore rispetto alla parte discografica, da cui si guadagna pochissimo a meno che non si facciano canzoni virali da milioni di streaming su Spotify». Per molti cantanti, in generale, suonare a un evento privato porta un guadagno non da poco, e può essere nel complesso anche più vantaggioso di un concerto, che richiede una preparazione maggiore e dura di più.

«Le convention aziendali con i cantanti si sono sempre fatte, ma ho notato un aumento del ricorso al “momento musicale”: ora chiamano gli artisti anche in situazioni in cui un tempo magari non l’avrebbero fatto, anche per una ventina di minuti, a fare 4 o 5 canzoni» spiega Zanobini. «In parte è vero che per i cantanti gli eventi privati ora sono stati sdoganati, ma è vero anche che le aziende hanno alzato i budget e quindi cominciano a potersi permettere anche nomi a cui prima non ambivano».

Non è un fenomeno solo italiano: di recente il New Yorker aveva raccontato come sia diventato più frequente anche negli Stati Uniti, dove il tipo di artisti che prendono in considerazione la possibilità di esibirsi in eventi di questo tipo è molto aumentato. Un agente che lavora in un’altra grossa agenzia aveva spiegato al New Yorker che oggi «praticamente chiunque è disponibile a considerare un’offerta» per esibirsi in un evento privato. Fino alla fine degli anni Novanta cantanti e musicisti guadagnavano soprattutto dalla vendita dei dischi: l’arrivo di internet, l’espansione delle piattaforme di streaming e il crollo delle vendite dei supporti fisici e della musica digitale però hanno stravolto completamente il settore, con il risultato che adesso i concerti sono diventati la principale fonte di guadagno per gli artisti. E quelli privati possono essere pagati ancora di più in relazione all’impegno: esibirsi a una festa è diverso rispetto a farlo in uno stadio.