Israele sta invadendo i campi profughi nel centro della Striscia di Gaza
Il capo di stato maggiore delle forze israeliane ha detto che la guerra durerà ancora «molti mesi»
Martedì l’esercito israeliano ha detto di aver esteso l’invasione di terra della Striscia di Gaza ai campi profughi che si trovano nella zona centrale del territorio: negli scorsi giorni aveva pesantemente bombardato quello di Al Maghazi, uccidendo più di 100 persone, ma in queste ore ci sono state testimonianze di attacchi israeliani anche nei campi di Nuseirat e Bureij.
Il capo di stato maggiore delle forze israeliane, Herzi Halevi, ha detto che la guerra contro il gruppo armato palestinese Hamas andrà avanti ancora per molti mesi: è cominciata più di due mesi e mezzo fa in risposta ai violenti attacchi di Hamas in territorio israeliano dello scorso 7 ottobre. Da allora Israele ha bombardato, assediato e infine invaso la Striscia di Gaza, che Hamas amministra e dove hanno sede i principali centri operativi militari del gruppo.
Per l’ennesima volta dall’inizio della guerra a Gaza Paltel, la principale società di telecomunicazioni che opera nella Striscia, ha detto che i suoi servizi sono stati completamente interrotti, lasciando isolati e senza vie di comunicazione i civili palestinesi che abitano nella Striscia.
L’espansione delle operazioni israeliane ai campi profughi nel centro della Striscia riduce ulteriormente i luoghi in cui i civili palestinesi possono rifugiarsi: l’invasione di terra israeliana inizialmente si era concentrata nel nord della Striscia, spingendo centinaia di migliaia di palestinesi a fuggire verso il sud, ma nelle ultime settimane le operazioni militari si erano spostate in quella zona.
I campi profughi palestinesi come quelli che Israele sta attaccando in questi giorni assomigliano molto a delle città, anche se con strade ed edifici spesso fatiscenti e in molti casi senza infrastrutture di base. Al contrario di quello che potrebbe suggerire il nome non sono fatti di tende e baracche, ma vengono comunque chiamati così perché nacquero decenni fa come insediamenti temporanei e al loro interno le condizioni di vita sono rimaste estremamente precarie. I campi in cui abitano profughi palestinesi sono 58 tra Striscia di Gaza, Cisgiordania, Giordania, Libano e Siria, perlopiù istituiti dopo la guerra che Israele combatté nel 1948 contro diversi paesi arabi, costringendo circa 700mila palestinesi a lasciare le proprie case nel territorio che oggi è Israele.
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