Anche il Michigan ha provato a fermare Trump, ma non ci è riuscito
La Corte Suprema dello stato ha confermato la sua eleggibilità, al contrario di quanto aveva deciso pochi giorni fa quella del Colorado
La Corte Suprema del Michigan ha stabilito che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrà partecipare alle primarie del Partito Repubblicano nello stato, in vista delle elezioni presidenziali del 2024. I giudici della Corte dovevano esprimersi su un caso simile a quello in cui di recente la Corte Suprema del Colorado aveva dichiarato Trump “ineleggibile”, accusandolo di essere coinvolto direttamente nell’assalto al Congresso degli Stati Uniti del 6 gennaio del 2021. Per il momento la Corte Suprema federale ha deciso di non decidere se Trump sia processabile o meno per le sue azioni da presidente.
La causa del Michigan era stata intentata da Free Speech For People, un’organizzazione per i diritti civili secondo cui Trump non sarebbe eleggibile perché avrebbe violato la Sezione 3 del 14esimo emendamento della Costituzione statunitense: una clausola risalente alla Guerra civile americana secondo cui chiunque sia stato coinvolto in insurrezioni o rivolte contro lo Stato dopo aver prestato giuramento sulla Costituzione non può più ricoprire incarichi pubblici.
Un giudice aveva stabilito in primo grado che Trump era eleggibile, sostenendo che escludere un candidato sulla base del 14esimo emendamento fosse una questione politica, e non giuridica. La decisione era stata confermata in appello e mercoledì infine dalla Corte Suprema del Michigan. Al momento non si sa quanti giudici abbiano votato in favore e quanti contro.
Trump è stato incriminato a livello federale con l’accusa di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020, con l’obiettivo di rimanere in carica nonostante la vittoria del candidato Democratico Joe Biden; è inoltre implicato in molti altri processi e casi giudiziari a livello statale. Tuttavia è di gran lunga il candidato favorito del Partito Repubblicano alle presidenziali del prossimo novembre, e sta cercando di posticipare il più possibile lo sviluppo delle indagini e dei processi a suo carico in modo da evitare ripercussioni durante la campagna elettorale.
La decisione del più alto organo giudiziario del Michigan è stata annunciata pochi giorni dopo che la Corte Suprema del Colorado aveva deciso di escludere Trump dalle primarie statali con una maggioranza di 4 giudici contro 3, sempre per la presunta violazione della Sezione 3 del 14esimo emendamento. La decisione della Corte non impedisce del tutto a Trump di essere eletto alle primarie dei Repubblicani, né di partecipare alle elezioni del 2024 in caso di vittoria, ma è ugualmente un precedente molto importante su cui avrebbe dovuto esprimersi la Corte Suprema degli Stati Uniti.
Venerdì però la Corte Suprema federale ha annunciato che non intende esaminare con una procedura accelerata se Trump sia processabile o meno nel caso del Colorado, che era stato intentato dall’organizzazione non profit Citizens for Responsibility and Ethics. L’inizio del processo rimarrà quindi fissato al prossimo 4 marzo, anche se per gennaio è prevista una decisione sulla posizione di Trump da parte di un tribunale federale. È insomma del tutto probabile che il caso ritorni alla Corte Suprema, nei prossimi mesi.
Cause di questo tipo sono un grosso guaio per l’ex presidente, perché altri tribunali statali potrebbero seguire l’esempio della Corte Suprema del Colorado e decidere di escluderlo dalle primarie sulla base della stessa clausola. La decisione della Corte Suprema federale, che è composta da sei giudici conservatori su nove, di cui tre nominati da lui stesso quando era presidente, è comunque una vittoria giudiziaria significativa per lui.
– Leggi anche: La norma usata dalla Corte Suprema del Colorado per bloccare Trump risale alla Guerra civile