In Islanda a Natale si cantano le canzoni italiane
“Così celeste” di Zucchero, “Voulez vous danser” dei Ricchi e Poveri e altri successi pop vengono tradotti e reinterpretati in tema natalizio fin dagli anni Ottanta
Nel dicembre del 2019 Leonardo Piccione, uno scrittore italiano che vive in Islanda da 7 anni, ascoltò alla radio una canzone che gli suonava familiare: «Ero convinto di conoscerla: canticchiavo la melodia, ma non capivo perché», racconta. Dopo averla ascoltata più volte, si rese conto che si trattava di una versione islandese di “Gente di mare”, canzone scritta nel 1987 da Raf, Giancarlo Bigazzi e Umberto Tozzi: «l’arrangiamento era identico, ma con l’aggiunta di campane e alcuni suoni “natalizi”», afferma.
Facendo qualche ricerca, Piccione scoprì il titolo della canzone: “Komdu um jólin” (“Vieni a Natale”), composta nel 2004 dal cantante islandese Gunnar Ólafsson. Incuriosito da questa scoperta, chiese qualche spiegazione in più ai suoi contatti in Islanda: scoprì che esistevano diverse versioni islandesi di canzoni italiane, e che nella maggior parte dei casi si trattava di canzoni che avevano a che fare con il Natale.
Le raccolse tutte in un’apposita playlist, premurandosi di crearne un’altra con i corrispettivi italiani: tra le altre cose, contiene canzoni come “Svona eru jólin” (“Ecco com’è il Natale”), versione islandese di “Quanto ti amo” dei Collage (1984), “Fyrir jól” (“Per Natale”), cioè “Voulez vous danser” dei Ricchi e Poveri e “Ég hlakka svo til” (“Non vedo l’ora”), cover di “Dopo la tempesta” di Marcella Bella (1988).
«La cosa più strana è che non tutte le persone del posto conoscono la verità: molte di loro considerano queste canzoni dei canti di Natale tradizionali islandesi», dice Piccione. In Islanda i musicisti iniziarono a tradurre canzoni italiane già alla fine degli anni Ottanta, reinterpretando brani di gruppi e cantanti come Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina e Umberto Tozzi. «A un certo punto, per qualche motivo qualcuno deve avere ritenuto che queste canzoni contenessero un che di intimamente natalizio».
Piccione dice che, in poco più di quarant’anni, in Islanda queste canzoni sono riuscite a diventare «parte integrante della tradizione festiva dell’isola, al punto che Morgunblaðið, uno dei più letti quotidiani islandesi, le ha descritte come una componente irrinunciabile delle celebrazioni natalizie».
Piccione ritiene che, con ogni probabilità, le persone islandesi conoscono così tante canzoni italiane per via della loro passione per l’Eurovision Song Contest, il più importante concorso musicale europeo, che nei paesi scandinavi è molto seguito e apprezzato. Negli anni sono passati per l’Eurovision alcuni dei più celebri cantanti italiani, e “Gente di mare” si classificò terza nel 1987.
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Questa passione è stata anche raccontata in Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, film del 2020 diretto dal regista statunitense David Dobkin che narra la storia di un duo musicale islandese chiamato Fire Saga e della sua partecipazione all’Eurovision Song Contest. «Anche il Festival di Sanremo è abbastanza conosciuto in Islanda: insomma, la possibilità di venire a contatto con la musica italiana non manca», dice Piccione.
Un anno particolarmente importante per la diffusione delle canzoni italiane in Islanda fu il 1987, quando uscì Jólagestir (Ospiti di Natale), un album di canzoni natalizie pubblicato dal cantante Björgvin Halldórsson, conosciuto anche con il nome d’arte Bo Hall. Nell’album furono inseriti anche gli adattamenti in chiave natalizia di quattro canzoni italiane, uscite tutte nel decennio precedente: “Quanto ti amo” dei Collage (tradotta come “Svona eru jólin”, cioè “Questo è Natale”), “Serenata” di Toto Cutugno (“Allt í einu”, cioè “All’improvviso”) e “Ci sarà” di Al Bano e Romina (“Þú og ég”, cioè “Io e te”).
Una delle canzoni di Natale più famose è “Ef ég nenni” (“Se mi preoccupo”), ossia “Così celeste” di Zucchero, interpretata dal cantante islandese Helgi Björnsson ed eletta come «canzone islandese di Natale più bella di tutti i tempi» dall’emittente nazionale Vìsir.
Nel 2019 Piccione aveva raccontato questa storia sul suo profilo Twitter e anche al Post, in una puntata del podcast Tienimi Bordone: la passione islandese per le canzoni natalizie riadattate da quelle italiane suscitò molte curiosità e fu raccontata su alcuni media, e in quei giorni lo stesso Zucchero ci dedicò un post su Facebook, lasciando intendere di esserne appena venuto a conoscenza. Come ha notato Piccione, da allora Zucchero ha parlato ciclicamente del successo islandese di “Così celeste”, e forse proprio questo interesse ha portato all’organizzazione dell’unica tappa islandese del suo prossimo tour, il prossimo aprile: tra gli invitati ci sarà anche Björnsson.