Perché facciamo l’albero di Natale
È una tradizione rivendicata da Estonia e Lettonia ma più probabilmente di origine germanica: in Italia si diffuse davvero dopo il fascismo
Quella di addobbare un abete è probabilmente la tradizione natalizia più diffusa in tutto il mondo assieme a quella del presepe, eppure è difficile ricostruire esattamente l’origine della tradizione degli alberi di Natale come li conosciamo oggi, con le loro tipiche palline, i festoni e le file di lucine. A rivendicarne l’origine sono soprattutto Estonia e Lettonia, ma la teoria più condivisa è che sia una tradizione germanica.
Si dice che in Italia la prima ad aver fatto addobbare un albero di Natale sia stata la regina Margherita di Savoia, al palazzo del Quirinale nella seconda metà dell’Ottocento, e che la moda di farli si sia diffusa grazie a lei. Il regime fascista tuttavia era contrario all’albero di Natale perché «derivato dall’usanza nordica introdotta nel nostro paese per un male inteso spirito di imitazione»: con “usanza nordica” si intendeva una consuetudine protestante, che era quindi in opposizione alle usanze natalizie cattoliche, più legate al presepe e al centro di polemiche e discussioni politiche ancora oggi.
La professoressa di studi religiosi dell’Università di Sydney Carole Cusack ha notato che sempreverdi come abeti e querce sono usati nelle celebrazioni del solstizio d’inverno fin dall’antichità, perché «simboleggiavano la vittoria della vita e della luce sulla morte e l’oscurità». Lo scrittore e filosofo Tertulliano, che era cristiano e visse fra il 160 e il 240 dopo Cristo, raccontava per esempio che durante queste feste i romani appendevano alloro sulle porte e accendevano lumi. La tradizione di decorare le querce con frutta e candele però è riconducibile soprattutto alle popolazioni dell’Europa centrale.
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Secondo una leggenda, l’origine degli abeti di Natale risalirebbe al 723, quando il missionario inglese San Bonifacio incontrò alcuni pagani che si stavano preparando per un sacrificio in onore del dio Thor vicino a una quercia in quello che oggi è territorio tedesco. Una versione della storia dice che Bonifacio prese un’ascia e tagliò l’albero ma nonostante questo gesto non venne punito dal dio dei pagani, che quindi cominciarono a considerare sacro un altro albero lì vicino, un sempreverde; un’altra dice invece che dal tronco della quercia crebbe un abete.
A ogni modo, si sa che nella Germania occidentale del Medioevo era tradizione addobbare un albero con mele e biscotti in occasione del 24 dicembre: quegli alberi, conosciuti come “alberi del paradiso”, si erano diffusi sul modello di quello che compariva in una commedia dedicata ad Adamo ed Eva, che nel Nord Europa venivano celebrati proprio il giorno prima di Natale. Anche se non c’è alcuna certezza, si dice che Martin Lutero, l’artefice della Riforma protestante, fosse stato il primo a decorarne uno con delle candele nei primi decenni del Cinquecento. Gli alberi cominciarono così a essere associati al Natale ma diventarono una tradizione affermata tre secoli dopo.
Anche se questa è la tesi più accreditata, sia Lettonia che Estonia rivendicano l’invenzione dell’albero di Natale moderno come propria.
In particolare, la Lettonia sostiene che la sua tradizione risalga al 1510, quando una corporazione di mercanti chiamata Casa delle teste nere portò un albero nel centro della capitale Riga, per poi decorarlo con festoni di carta e infine bruciarlo, mentre la gente riunita per l’evento cantava e ballava. Alcuni documenti d’archivio mostrerebbero invece che la stessa corporazione aveva organizzato un evento del tutto simile nella capitale dell’Estonia, Tallinn, già nel 1441.
Ci sono però dubbi su entrambe le versioni. Nel 2016 lo storico della Biblioteca nazionale della Lettonia Gustavs Strenga disse al New York Times che con ogni probabilità le festività della Casa delle teste nere non avevano nulla a che fare con il Natale, bensì con ricorrenze di altro tipo. Sembra concordare anche Cusack, secondo cui è più probabile che gli alberi di Natale come li conosciamo oggi si siano diffusi nel Cinquecento proprio nella Germania occidentale, a partire dall’Alsazia, la regione che allora si trovava in territorio tedesco e adesso fa parte della Francia.
Oltre alla storia degli alberi del paradiso e di Martin Lutero, ci sono documenti che parlano di un albero decorato all’interno della cattedrale di Strasburgo nel 1539. La tradizione doveva essere così comune che nel 1554 l’amministrazione di Friburgo, che si trova una novantina di chilometri a sud-est del capoluogo alsaziano, vietò di tagliare gli abeti nel periodo di Natale.
Con l’immigrazione la tradizione fu esportata anche in altri paesi, in particolare Regno Unito e Stati Uniti. Alla fine del Settecento faceva decorare alberi di Natale la regina Carlotta, la moglie del re Giorgio III di Gran Bretagna e Irlanda, nata in Germania. A renderli popolari anche tra la gente comune però furono la regina Vittoria e il principe Alberto di Sassonia, suo marito, che nel 1848 comparvero accanto a un albero di Natale decorato con la famiglia in un’illustrazione pubblicata sul giornale Illustrated London News.
Negli Stati Uniti invece all’inizio l’albero di Natale non era sempre visto di buon occhio. Molte famiglie puritane infatti si opponevano alla festività per via delle sue origini pagane, tanto che a un certo punto una delle prime colonie del Massachusetts vietò di celebrarla e ordinò persino la chiusura delle chiese per il 25 dicembre. Il primo albero di Natale negli Stati Uniti risale più o meno al 1830 e la tradizione divenne popolare solo dopo il 1850, quando una rivista statunitense pubblicò l’illustrazione della famiglia della regina Vittoria, seppur ritoccata per farla sembrare una famiglia americana.
Gli alberi di Natale sono diventati una decorazione natalizia comune a livello globale, con tutta una serie di riti, soprattutto nella seconda metà del Novecento, grazie alla diffusione di quelli finti, generalmente di plastica e metallo, e di svariati modelli, colori e dimensioni.
Dal Seicento gli abeti decorati si usano anche in Russia, dove però sono associati al Capodanno. Questo dipende dal fatto che dagli anni Venti del secolo scorso, in seguito alla rivoluzione russa, fu avviata un’ampia campagna contro le celebrazioni religiose e le tradizioni ritenute borghesi, come appunto quella dell’albero di Natale, che arrivava dalla Germania, un paese nemico. Oggi invece sia gli alberi che altre decorazioni natalizie si trovano anche in Cina, dove il Natale non viene celebrato ma è diventato di moda tra le persone giovani nelle grandi città come Shanghai.
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