Non è difficile avere un’arma da fuoco in Repubblica Ceca
Le leggi sono molto permissive e usare le armi per autodifesa è un diritto costituzionale: non succede in nessun altro paese europeo
L’attacco armato di giovedì all’università di Praga, in Repubblica Ceca, è stato compiuto da un uomo di 24 anni che ha ucciso a colpi d’arma da fuoco 14 persone. Non si sa con che tipo di arma sia stato compiuto l’attacco, ma la polizia ha detto che l’uomo era legalmente in possesso di otto armi in tutto, due delle quali fucili.
La Repubblica Ceca è l’unico paese europeo in cui possedere armi per potersi difendere è un diritto costituzionale. Più in generale è uno dei paesi europei con le norme sul possesso di armi più lasche e permissive, e questo è un tema dibattuto da tempo. Secondo il sito GunPolicy, gestito dall’università di Sidney e completo di varie statistiche sulle armi da fuoco nel mondo, nel 2020 in Repubblica Ceca le armi da fuoco in possesso di civili erano oltre 1 milione (il paese ha 11 milioni di persone). Gli ultimi dati disponibili su quelle detenute in maniera legale sono del ministero dell’Interno ceco e risalgono al 2015: quasi 800mila.
Sempre secondo GunPolicy, il numero di persone uccise con armi da fuoco in Repubblica Ceca è stato di 195 nel 2019, ultimo anno per cui i dati sono disponibili, e circa 170 l’anno nei tre anni precedenti. Vuol dire 1,83 persone ogni 100mila, quasi cinque volte la media europea di 0,38.
La richiesta per avere un’arma da fuoco in Repubblica Ceca va fatta alla polizia, in modo simile a quanto avviene in Italia. I requisiti che bisogna dimostrare di avere variano a seconda del tipo di permesso: in generale bisogna non avere precedenti penali, essere in buono stato di salute fisica e mentale, conoscere il codice penale, le leggi sulla sicurezza e il funzionamento delle armi. La differenza principale con altri paesi europei è che in Repubblica Ceca si può ottenere l’arma, e soprattutto portarla con sé, senza dover dimostrare di averne bisogno per qualche ragione, ma semplicemente facendo la richiesta e passando un test d’idoneità (molto simile a quello che c’è anche in altri stati).
In paesi come la Francia o Germania la richiesta di armi va motivata in modo molto specifico, dimostrando che è una necessità. Una volta ottenuto il permesso per possederla, l’arma va poi tenuta in casa, e per portarla all’esterno sono richiesti ulteriori permessi, sempre legati a documentate necessità. Anche in Italia, una volta ottenuto il permesso di possedere l’arma, per portarla in giro serve un porto di arma per difesa personale. Per ottenerlo bisogna documentare la propria condizione di esposizione a un rischio: per esempio un volume di affari particolarmente alto, un’occupazione pericolosa in ambiti come la gioielleria.
Ci sono anche paesi europei in cui è estremamente difficile ottenere anche solo il permesso di possedere un’arma. È il caso del Regno Unito, in cui le leggi sulle armi sono tra le più restrittive al mondo persino per la polizia: gli agenti che possono avere le armi sono solo una piccola unità composta da un centinaio di persone.
Un’altra differenza tra la Repubblica Ceca e altri paesi europei riguarda la durata della validità del permesso ottenuto. In Italia il nulla osta d’acquisto, uno dei due modi per ottenere un’arma, dura un mese, mentre il porto d’armi dura cinque anni ma va rinnovato ogni anno. In Francia la durata del permesso va da uno ai cinque anni, in Germania dura fino a tre anni. In Repubblica Ceca il permesso va rinnovato ogni dieci anni.
Per gli standard europei le leggi sul possesso di armi della Repubblica Ceca sono insomma piuttosto permissive. Ovviamente le cose cambiano al confronto con paesi molto meno regolamentati: come gli Stati Uniti, dove la Repubblica Ceca è stata invece presa a modello da parte di chi vorrebbe rendere le norme sulle armi più rigide.
– Leggi anche: Come sono le regole sulle armi in Italia
I tentativi fatti in Repubblica Ceca per limitare il possesso di armi non hanno avuto molto successo: nel 2019 il governo ceco cercò di opporsi, senza riuscirci, al divieto delle armi semiautomatiche deciso dall’Unione Europea. Fu anzi proprio una direttiva dell’Unione del 2021, per limitare e regolamentare meglio il possesso di armi, a portare all’emendamento che nella Repubblica Ceca inserì il possesso di armi tra i diritti costituzionali.
Dopo l’emanazione di quella direttiva, un gruppo di 102 cacciatori e possessori di armi da fuoco cechi firmò una petizione, successivamente difesa da alcuni politici, per rivendicare il diritto a possedere armi per autodifesa. Il paese si oppose alla direttiva europea facendo appello alla Corte di giustizia dell’Unione europea. L’appello fu perso, la Repubblica Ceca adottò la direttiva, ma successivamente fu introdotto un emendamento alla Carta dei diritti fondamentali, uno dei documenti che insieme alla Costituzione esprime i diritti fondamentali riconosciuti dall’ordine costituzionale locale.