L’azienda di occhiali Safilo ha interrotto la collaborazione con Chiara Ferragni
Non è chiaro se la decisione abbia a che fare con la multa dell'Antitrust per la pubblicità ingannevole di una linea di pandori
La multinazionale italiana degli occhiali Safilo ha annunciato di aver interrotto la propria collaborazione con l’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni. Dall’inizio del 2022 l’azienda, fondata in Veneto, aveva un accordo per disegnare, produrre e distribuire una linea di occhiali a marchio “Chiara Ferragni”.
Secondo quanto comunicato da una nota ufficiale dell’azienda l’interruzione arriverebbe «a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti» da Chiara Ferragni. L’accordo fra Safilo e Ferragni era stato annunciato nel settembre del 2021 ed era stato definito “pluriennale”: aveva inizialmente avuto effetti molto positivi in Borsa per l’azienda, il cui fatturato nel 2022 ha superato il miliardo di euro.
La notizia arriva pochi giorni dopo che venerdì due società di Ferragni erano state multate insieme a Balocco per 1,4 milioni di euro dall’Antitrust, cioè l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, perché una campagna promozionale di una linea di pandori era stata presentata in modo ingannevole. Safilo per ora non ha detto se la decisione di interrompere la collaborazione con Ferragni sia legata alla multa dell’Antitrust.
Secondo l’Antitrust nella campagna veniva fatto credere che ciascun pandoro acquistato contribuisse a una donazione benefica per l’ospedale Regina Margherita di Torino, ma in realtà l’ammontare della donazione era già stato deciso a prescindere dalle vendite. Della vicenda si era parlato molto nei giorni scorsi per via della notorietà di Ferragni, e domenica era stata menzionata anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In seguito l’influencer aveva pubblicato su Instagram un video in cui si era scusata per «aver commesso un errore di comunicazione» e annunciava di voler devolvere un milione di euro in beneficenza all’ospedale.
Giovedì due diverse procure, quella di Cuneo e quella di Milano, hanno detto di aver aperto un’indagine sulla campagna pubblicitaria dei pandori: al momento però nessuna delle due presenta ipotesi di reato né indagati. Le indagini sono state aperte sulla base di esposti presentati in procura dal Codacons, un’associazione per la tutela dei consumatori, la stessa che segnalò la campagna all’Antitrust.
Sempre in seguito a un esposto del Codacons venerdì la procura di Milano ha aperto un’indagine senza ipotesi di reato né indagati relativa a un altro caso di possibile campagna pubblicitaria ingannevole. Il caso era stato raccontato nei giorni scorsi dalla giornalista Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano e riguarda delle uova di Pasqua realizzate dalla società Dolci Preziosi in collaborazione con Ferragni nel 2021 e nel 2022, i cui proventi sarebbero dovuti andare all’associazione benefica “I bambini delle fate”. Secondo quanto ricostruito da Lucarelli, invece, Dolci Preziosi avrebbe fatto una donazione di un totale di 36mila euro, e Ferragni sarebbe stata pagata 1 milione e 200mila euro per l’uso dei diritti d’immagine, ma come nel caso dei pandori non ci sarebbe stata una correlazione tra la vendita delle uova e le donazioni in beneficenza.