L’ex dittatore del Suriname Dési Bouterse è stato condannato in via definitiva a 20 anni per l’uccisione di 15 oppositori
Mercoledì l’ex dittatore ed ex presidente del Suriname, Dési Bouterse, è stato condannato in via definitiva a vent’anni di carcere per l’uccisione di 15 oppositori politici nel 1982. Il processo era iniziato nel 2007, e Bouterse era stato condannato già nel 2019 e nel 2021, ma aveva fatto ricorso in appello in entrambi i casi: ora non potrà più farlo, secondo il sistema giudiziario surinamese. La condanna è stata stabilita tenendo conto dell’età di Bouterse, 78 anni, e del fatto che quella fosse la pena massima al tempo degli omicidi. Altre quattro persone accusate nello stesso processo sono state condannate a 15 anni di carcere.
Il processo riguardava i cosiddetti “omicidi di dicembre”, cioè l’esecuzione di 15 oppositori politici, fra cui diversi giornalisti e avvocati, arrestati e imprigionati nel quartier generale di Bouterse nel dicembre del 1982. Le circostanze in cui avvennero le uccisioni rimangono comunque poco chiare: l’ex presidente si è sempre dichiarato innocente, e in passato disse che gli uomini furono uccisi dopo un tentativo di evasione.
Bouterse fu presidente della giunta militare che governò il paese dal 1980 al 1987, e ricoprì la carica di presidente dal 2010 al 2020 dopo essere stato eletto democraticamente. Durante il mandato presidenziale provò ripetutamente a ostacolare il processo. È ancora il presidente del Partito Democratico Nazionale (sinistra), il principale partito di opposizione del paese, e si teme che la condanna possa causare disordini e proteste da parte dei suoi sostenitori. Bouterse, che secondo la decisione del tribunale non dovrà andare in carcere immediatamente, ha ripetutamente invitato la popolazione alla calma.