Cosa significa la sentenza sulla Super Lega
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha di fatto liberalizzato il mercato delle competizioni calcistiche internazionali
Giovedì una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha giudicato «contraria al diritto alla concorrenza e alla libera prestazione di servizi» l’opposizione della UEFA, e quindi anche della FIFA, all’istituzione di tornei calcistici paralleli a quelli già esistenti e regolamentati proprio da UEFA e FIFA, i due organi che fin qui hanno governato il calcio professionistico europeo e globale in una sorta di monopolio. La sentenza fa riferimento nello specifico alla Super Lega, il torneo che due anni fa dodici fra le più importanti squadre europee provarono a introdurre nel sistema calcistico internazionale salvo poi rinunciarvi, almeno momentaneamente, anche per la mancata approvazione degli organi esistenti, che minacciarono sanzioni tali da far desistere molti dei club coinvolti.
Immediatamente dopo la pubblicazione della sentenza, il CEO di A22 Sports, ossia la società promotrice della Super Lega, ha scritto: «Abbiamo ottenuto il diritto di competere. Il monopolio UEFA è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro». Subito dopo, in un evento che era già stato organizzato per tempo, A22 Sports ha presentato la struttura di una nuova competizione, una sorta di evoluzione della Super Lega che terrebbe conto delle maggiori critiche rivolte a suo tempo al progetto iniziale, esclusivo e riservato perennemente ai dodici club promotori.
Non si sa con certezza quanti e quali club sostengano la proposta di A22 Sports, ma il fatto che l’evento sia stato organizzato a Madrid ha fatto ipotizzare che possa essere coinvolto il Real Madrid, che con Barcellona e Juventus fu tra i maggiori promotori della scissione del 2021. Nel suo sito il Real Madrid ha peraltro scritto di aver accolto con «grande soddisfazione» la sentenza della corte.
La UEFA dal canto suo ha scritto che prende atto della sentenza, dicendo però che questa «non implica l’approvazione o la convalida della Super Lega». Ha aggiunto inoltre di «confidare nella solidità delle sue nuove regole e, in particolare, nel rispetto di tutte le leggi e dei regolamenti europei pertinenti». Nel primo pomeriggio il suo presidente Aleksander Čeferin ha partecipato a una conferenza stampa indetta per l’occasione in cui ha definito la sentenza un’occasione per migliorare e rafforzarsi. Ha ribadito inoltre che l’associazione gode del sostegno di federazioni e governi nazionali.
Sta di fatto che d’ora in avanti sarà riconosciuto a tutti il diritto di proporre nuove competizioni internazionali, il cui successo dipenderà esclusivamente dalla solidità dell’offerta proposta ai club invitati, i quali non incorreranno più in sanzioni se dovessero decidere di aderire. Questo non vuole dire che l’attuale struttura del calcio europeo, regolamentata e gestita direttamente dalla UEFA, cesserà di esistere a breve. In primo luogo perché i contratti per le competizioni del prossimo triennio sono già stati chiusi, e in secondo luogo perché la UEFA potrebbe mantenere i rapporti che ha con i club offrendo condizioni sempre più vantaggiose. Già in queste ore diverse squadre europee, tra cui Bayern Monaco, Atletico Madrid, Roma e Manchester United, hanno ribadito la loro cooperazione con UEFA e FIFA.
Sotto quest’ultimo aspetto c’è da aggiungere che dalla prossima stagione entrerà in vigore la riforma delle coppe europee, che da un lato ha mantenuto l’apertura dei tornei a tutti i paesi e a tutte le squadre meritevoli di esserci, e dall’altro ha cercato di andare incontro alle esigenze dei grandi club alla ricerca di nuovi introiti con una riforma che garantisce più posti ai grandi campionati e più partite di alto livello. Secondo i maggiori promotori della Super Lega, tuttavia, anche con il nuovo formato la Champions League non garantirà gli stessi introiti che potrebbe generare un nuovo torneo pensato appositamente per aumentare le entrate distribuite poi ai club partecipanti.
La novità sorta dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea è data quindi dall’apertura del mercato delle competizioni calcistiche internazionali alla concorrenza, cosa che fino a oggi non era mai esistita proprio per il ruolo dominante di UEFA e FIFA, in Europa e nel mondo. Tra le realtà che potrebbero avere forza economica e interessi per sfruttare questa apertura alla concorrenza del calcio europeo si ipotizzano anche investitori dei paesi della penisola araba, la cui presenza nello sport è sempre più vasta e ambiziosa.