L’ONU ritirerà la sua missione di peacekeeping dalla Repubblica Democratica del Congo
Il consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato all’unanimità il ritiro delle forze di peacekeeping dalla Repubblica Democratica del Congo, accogliendo una richiesta del governo del paese. La missione in Congo, attiva dal 2000 e chiamata MONUSCO (Mission de l’Organisation des Nations Unies pour la stabilisation en République démocratique du Congo) finirà quindi un anno prima di quanto previsto: i suoi 14mila soldati internazionali dovrebbero lasciare il paese africano entro la fine del 2024, anziché del 2025.
In Congo sono attivi diversi gruppi ribelli armati. Nelle province orientali del Kivu Nord, del Kivu Sud e dell’Ituri, dove sono più potenti, i civili rischiano frequentemente di subire violenze. Secondo il governo congolese, che da anni esprime insofferenza verso la loro presenza nel paese, le forze di peacekeeping non sono mai riuscite a tutelare i civili dalle molte milizie attive nella regione. Anche diversi analisti e commentatori ritengono MONUSCO assai inefficace, nonostante sia una delle missioni di peacekeeping più grandi al mondo.
Di recente anche un altro governo di uno stato africano, la giunta golpista del Mali, ha chiesto il ritiro delle forze di peacekeeping dell’ONU, sostenendo che non avesse ottenuto i risultati promessi.
La mozione per accelerare la fine della missione è stata approvata un giorno prima delle elezioni politiche in Repubblica Democratica del Congo, in cui il tema della sicurezza è stato molto discusso dai candidati.
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