Gli affari tra Elon Musk e il governo italiano
Con Giorgia Meloni e Matteo Salvini il capo di SpaceX ha parlato di internet nelle aree rurali, di auto elettriche e di sicurezza informatica
di Valerio Valentini
Lo scorso weekend Elon Musk, amministratore delegato di aziende di successo come SpaceX e Tesla e proprietario di X (il vecchio Twitter), nonché la persona più ricca al mondo, è arrivato a Roma per partecipare al raduno di Fratelli d’Italia, Atreju, dove è stato intervistato dal giornalista Nicola Porro sabato 16 dicembre. Ha avuto poi l’occasione per visitare alcuni dei luoghi più belli della capitale, accompagnato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e dal suo staff: ha ammirato i dipinti di Caravaggio nella chiesa di San Luigi dei Francesi, a pochi passi dal Senato, è entrato al Pantheon e alla galleria di Villa Borghese. Nel mezzo, un pranzo a un ristorante siciliano nell’elegante quartiere Prati.
Ma la visita in Italia è stata per Musk anche l’occasione per parlare coi massimi rappresentanti del governo di progetti in corso e interessi che le sue aziende hanno nel paese. Musk è stato accolto nel primo pomeriggio di sabato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel retro del palco di Atreju. C’è stato un breve colloquio insieme a un paio di collaboratori dell’imprenditore, durante il quale hanno bevuto vino bianco e gli hanno offerto pasticcini di benvenuto. Musk ha voluto assaggiare un espresso.
Poi Meloni e Musk hanno avuto un colloquio da soli per quasi cinquanta minuti in una saletta riservata, allestita dietro il capannone dove si tenevano i dibattiti principali. «La partecipazione di Elon Musk ad Atreju è stata anche un’occasione per dialogare insieme sui benefici e i rischi dell’intelligenza artificiale e sulle nuove prospettive legate a Starlink, il sistema satellitare di SpaceX» ha scritto Meloni su X.
Nel pomeriggio Musk è andato al ministero delle Infrastrutture, dove è stato ricevuto dal ministro Matteo Salvini, leader della Lega, che gli ha mostrato il plastico del ponte sullo Stretto, gli ha regalato una campana artigianale del Molise, una bottiglia di vino rosso piemontese e una sciarpa del Milan. Il colloquio è durato più di un’ora: secondo un comunicato dell’ufficio stampa di Salvini, i temi discussi sono stati le infrastrutture, l’internet «ultrarapido», la burocrazia, l’intelligenza artificiale, i giovani, il nuovo codice degli appalti, i problemi legati ai sindacati, le prossime elezioni europee del giugno 2024 e il «pericolo del “politicamente corretto” che rischia di cancellare margini di libertà di parola».
Più di un’ora di confronto al ministero con @elonmusk, parlando di infrastrutture, di Ponte, di nucleare, di mobilità e di libertà.
Libertà di pensare, di produrre, di crescere.
Insieme, verso il futuro, per cambiare l’Europa e l’Occidente. pic.twitter.com/ympY7UNKSM— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 16, 2023
«Ma delle questioni politiche interne, e delle scaramucce tra i partiti italiani, a Elon interessa ben poco. E del resto non avrebbe neppure il tempo per interessarsene» dice Andrea Stroppa, esperto di sicurezza informatica e principale collaboratore di Musk in Italia. Stroppa dice che è sbagliato leggere la partecipazione dell’amministratore delegato di Tesla ad Atreju come una manifestazione di vicinanza ideologica a Fratelli d’Italia. «E infatti una delle condizioni poste da Elon prima di accettare l’invito era la libertà di poter dire quello che voleva» prosegue Stroppa. «Non va di certo d’accordo su tutto con la destra italiana: se per esempio gli avessero chiesto della legalizzazione della marijuana, le divergenze si sarebbero notate senz’altro».
Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno fatto notare che Musk è arrivato sul palco di Atreju insieme a uno dei suoi figli avuto tramite gestazione per altri, pratica che la maggioranza di destra e il governo di Meloni considerano un reato su cui vogliono aumentare le pene, rendendolo perseguibile in Italia anche se commesso all’estero.
Al di là di vicinanze e differenze ideologiche, però, Musk è venuto in Italia anche perché nella sua volontà e in quella del governo italiano c’era l’intenzione di parlare di affari e approfondire la possibilità di realizzare alcuni programmi su cui si discute da un po’. I progetti analizzati da Musk con Meloni e Salvini sono soprattutto tre: riguardano la connettività, la sicurezza informatica e la produzione di energia rinnovabile.
Il progetto a cui lo staff italiano di Musk ha lavorato di più in preparazione a questi incontri, fissati in agenda già quindici giorni prima che iniziasse Atreju, riguarda la possibilità di realizzare un grande piano di estensione della rete internet a banda ultralarga nelle aree periferiche e marginali del Paese: non le grandi città, cioè, ma centri abitati di provincia, zone di campagna, borghi rurali o in montagna. Sono le cosiddette aree bianche, zone con una copertura di rete internet assente o parziale e comunque poco efficiente: per le aziende del settore investire lì è poco redditizio, dal momento che è più difficile e costoso realizzare le infrastrutture necessarie per raggiungere quelle zone poco densamente popolate, dove dunque può essere attivato un numero limitato di utenze.
Da parecchi anni vari governi stanno cercando di superare questo problema, e dal 2016 a oggi si sono succeduti diversi piani di investimento pubblico che però prevedono anche il coinvolgimento di aziende private. Secondo un’analisi del Centro studi della Camera dei deputati, alla fine del 2021 risultava che le aree bianche (in cui dunque la connessione internet è più problematica e non sempre efficiente) fossero presenti in 6.950 comuni su 8.000 circa, dove risiede nel complesso circa il 40 per cento della popolazione italiana, cioè oltre 23 milioni di abitanti.
Le aziende di Musk possono essere una soluzione: in particolare Starlink, che fornisce rete internet attraverso una tecnologia alternativa che non utilizza cavi, e dunque non necessita di lavori a terra costosi e complicati, ma sfrutta una serie di satelliti lanciati in orbita da SpaceX, altra azienda di proprietà di Musk, e che dunque più facilmente potrebbe raggiungere le aree rurali, in maniera più o meno analoga a come avviene per la tv satellitare. Starlink ha già quasi due milioni di utenti in varie parti del mondo, soprattutto nel Nord America, nel Regno Unito e in Germania. In Italia è attiva dall’autunno del 2021, e conta ancora poche migliaia di clienti.
Musk si è dunque detto disposto a potenziare gli investimenti nel nostro Paese su questo settore, anche attraverso l’utilizzo sperimentale di tecnologie più recenti su cui è ancora in corso una ricerca negli Stati Uniti. Serve però che il governo faccia qualcosa prima, soprattutto sul piano normativo, per agevolare questi interventi eliminando vincoli e prescrizioni che rendono al momento difficile attuare anche in Italia dei piani di sviluppo che Starlink sta adottando in altri Paesi. Musk ha offerto anche la disponibilità a collaborare su piani già esistenti su cui sono impegnate TIM e Open Fiber, le due principali aziende del settore nel mercato italiano, senza però voler essere coinvolto nella complicata serie di operazioni finanziarie che coinvolgono da anni le due società.
Il confronto va avanti da qualche mese. Musk fu ricevuto da Meloni a Palazzo Chigi, nella sede della presidenza del Consiglio, nel giugno scorso. In quell’occasione ci fu un dialogo di un’ora e mezza, e l’imprenditore americano incontrò anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. A novembre una delegazione di SpaceX venne accolta da Salvini al ministero delle Infrastrutture. In quel caso venne imbastito un confronto che è proseguito nella visita di sabato scorso e che riguarda la possibilità di sfruttare le tecnologie di Starlink anche per il monitoraggio delle infrastrutture (il traffico in corso, ma anche eventuali rischi connessi alla stabilità); oppure per garantire un servizio internet efficiente alle imbarcazioni in navigazione in mare aperto, o ai treni nelle gallerie, insomma in tutti quei posti dove la ricezione della rete è problematica.
Lo staff di Salvini conferma che su questi temi c’è stato un approfondimento nel recente incontro al ministero, e che è stata ribadita la volontà di entrambi – Musk e Salvini – di sostenere un impegno comune, anche se al momento non c’è nulla di concreto in termini di accordi formali o piani di investimento definiti.
In questo contesto, negli incontri coi rappresentanti del governo italiano è stato citato anche il recente caso dell’alluvione in Emilia-Romagna del maggio scorso, quando alcune infrastrutture essenziali per la fornitura di rete internet a strutture strategiche come caserme, ospedali e dighe finirono allagate e rimasero inservibili per giorni. Unipol, uno dei principali gruppi finanziari italiani con sede a Bologna, fece una collaborazione con le società di Musk: acquistò alcuni terminali, cioè una specie di piccole antenne paraboliche, che ricevettero il segnale di Starlink e garantirono il ripristino di internet in alcune importanti strutture delle aree colpite. Anche in seguito a eventi come questi in varie parti del mondo, Starlink e SpaceX stanno lavorando allo sviluppo di tecnologie per creare “bolle” di sicurezza che garantiscano rete internet in scenari di crisi. Su questo il governo italiano e Musk stanno discutendo per valutare eventuali possibili collaborazioni.
Un altro tema discusso sono state le auto elettriche. In sede europea il governo italiano si è spesso opposto a chi le considera con pieno favore, ed è dunque abbastanza lontano dalla visione di Musk, fondatore e amministratore delegato di Tesla, la più famosa e ricca azienda per la produzione di auto elettriche. Salvini ha ribadito a Musk che il governo non ritiene questo tipo di auto «l’unico veicolo possibile nel futuro», pur riconoscendo che il loro numero è destinato ad aumentare in futuro. Musk ha fatto riferimento alle enormi potenzialità di sviluppo del settore, parlando della possibilità di moltiplicare le postazioni di ricarica anche in Italia.
Nel colloquio si è fatto cenno anche a una collaborazione con Tesla per utilizzare le batterie prodotte dall’azienda come strumenti di accumulo di energia fotovoltaica: è una tecnologia su cui Tesla è all’avanguardia e su cui ha già sviluppato alcuni prodotti.
C’è infine un altro settore su cui il governo italiano e Musk stanno valutando una possibile cooperazione nel futuro prossimo, e cioè il potenziamento dei servizi di connessione sicura per la pubblica amministrazione, per le comunicazioni riservate tra i massimi responsabili delle istituzioni statali o tra enti governativi, e che riguardano la sicurezza nazionale. La Commissione Europea sta sviluppando da alcuni anni un progetto per la realizzazione di una costellazione satellitare che dovrebbe garantire questi servizi, secondo una tecnologia simile a quella di Starlink. Il progetto europeo si chiama IRIS2, dovrebbe partire nel 2024 e offrire tutti i servizi previsti entro il 2027.
Ma i lavori procedono con lentezza, al momento, e soprattutto il governo italiano lamenta da tempo la difficoltà nel condividere la guida del progetto, sia sul piano industriale sia su quello della ricerca: una guida che è di fatto tenuta soprattutto da aziende pubbliche e private francesi e tedesche. Per questo da alcuni mesi il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha la delega alle politiche aerospaziali, in accordo con la presidenza del Consiglio sta valutando di ridimensionare gli investimenti sul piano europeo e ha avviato colloqui riservati con altre aziende del settore, per lo più americane: Starlink, appunto, oltre ad Amazon, che sta a sua volta sviluppando un progetto analogo, Kuiper.
Se la collaborazione si realizzasse sarebbe un fatto notevole. Sia sul piano diplomatico, perché sarebbe un allontanamento italiano dal progetto europeo, sia su quello industriale, visto che al momento IRIS2 è una sorta di concorrente di Starlink. Le discussioni su questo progetto sono comunque a uno stadio ancora preliminare.