L’uomo che cura gli impegni italiani di Elon Musk
Andrea Stroppa deve occuparsi soprattutto di una cosa nella collaborazione con l'imprenditore: non fargli perdere tempo
di Valerio Valentini
Se gli si chiede quale sia la qualifica giusta da attribuirgli – consigliere? collaboratore? factotum italiano? – Andrea Stroppa minimizza e si definisce semplicemente un amico, anche se essere amico di Elon Musk, l’imprenditore più ricco al mondo, non è comunque una cosa così ordinaria. «Lui mi onora della sua amicizia, diciamo. E io? Io do una mano, tutto qui». È difficile definire con esattezza cosa sia questo esperto informatico romano di 29 anni per Musk, perché Stroppa è un po’ tutte quelle cose insieme – consigliere, collaboratore, factotum italiano – e forse nessuna di quelle fino in fondo. In ogni caso per definire la visita in Italia di Musk, amministratore delegato di Tesla e SpaceX nonché proprietario di X (ex Twitter), lo staff della presidente del Consiglio Giorgia Meloni s’è dovuto confrontare con lui, Stroppa.
Stroppa era nel retro del palco della manifestazione, vestito di nero e con le sneakers blu, seduto accanto a Meloni che nel frattempo chiacchierava con Musk e Mauro Prina, un ingegnere italiano che lavora per SpaceX. Poi ha accompagnato Musk in tutti i suoi appuntamenti romani: la visita alla chiesa di San Luigi dei Francesi e al Pantheon, e poi alla galleria di Villa Borghese. Stroppa era presente anche il 15 giugno scorso, quando Musk entrava al piano nobile di Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio nel suo studio.
You’ll never walk alone @elonmusk 🐺 pic.twitter.com/0wvjJcV28Q
— Andrea Stroppa 🐺 Claudius Nero’s Legion 🐺 (@andst7) December 17, 2023
In quella circostanza nacque una piccola polemica sul suo essere ostile a Salvini: oltre a Meloni, infatti, Musk incontrò anche il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, il capo di Forza Italia e ministro degli Esteri, ma non Salvini appunto, che è l’altro vice di Meloni oltre che ministro dei Trasporti. L’astio di alcuni esponenti della Lega nei confronti di Stroppa in verità è ancora più antico: nel novembre del 2017, quando era un giovanissimo hacker e uno dei consulenti per la sicurezza informatica del Partito Democratico guidato da Matteo Renzi, pubblicò una ricerca su alcune anomalie negli algoritmi utilizzati dalle pagine social della Lega. La ricerca fu ripresa dal New York Times.
Stroppa ebbe un’adolescenza particolare: è cresciuto a Torpignattara, quartiere multietnico della periferia est di Roma, con la passione per le arti marziali e il paintball, cioè un gioco di guerra simulata con proiettili di gelatina riempiti di vernice. «Ero un nerd abbastanza bravo, ecco» dice. La sua precocità fu perfino difficile da gestire, all’inizio, perché una delle sue prima creazioni – uribu.com, un sito che permetteva di segnalare abusi e disfunzioni della pubblica amministrazione subiti dai cittadini – ebbe un successo insperato quando lui era ancora minorenne.
Stroppa era minorenne anche quando il suo talento non comune fu notato da alcuni attivisti di Anonymous Italia, che nel 2012 faceva attacchi informatici contro i siti di alcuni enti pubblici italiani, oltre che contro l’università privata LUISS e la Banca di Imola. Stroppa venne ingaggiato e la vicenda gli provocò qualche grana giudiziaria, prima di ottenere un perdono giudiziale da parte del Tribunale dei minori, un istituto che prevede l’estinzione del reato per i giovani compresi tra i 14 e i 18 che hanno compiuto reati poco gravi, la cui pena non superi i due anni di reclusione.
Le sue capacità di hacker furono notate da Marco Carrai, tra i massimi esperti di sicurezza informatica in Italia e uno degli amici più stretti di Matteo Renzi, che quando divenne presidente del Consiglio valutò a lungo di nominare Carrai come responsabile di una nuova Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Carrai allora aveva delle società impegnate nel settore, e per questo la sua possibile nomina fu fortemente criticata dagli oppositori di Renzi, che alla fine accantonò l’idea. Per una delle importanti aziende di cui era socio, Carrai scelse proprio Stroppa come responsabile della divisione ricerca e sviluppo, apprezzandone soprattutto le sue doti di analista dei dati del traffico sui social network e di divulgatore.
Nel novembre del 2017 Stroppa pubblicò una ricerca su alcune delle pagine Facebook della Lega di Matteo Salvini. Aveva 22 anni. La ricerca fece emergere che quelle pagine condividevano i codici di Google AdSense e Analytics di siti di riferimento del Movimento 5 Stelle: in sostanza alcune piattaforme di questi due partiti avevano una genesi comune e raccoglievano insieme gli introiti delle pubblicità online, spesso peraltro per diffondere notizie false o distorte. Poche settimane dopo Renzi, non più presidente del Consiglio ma ancora segretario del PD, affidò a Stroppa il compito di monitorare e denunciare la pubblicazione di notizie false ai danni del partito.
Queste stesse competenze di analista informatico sono poi valse a garantire a Stroppa l’apprezzamento di Musk, in tempi più recenti. Fu infatti ingaggiato come ricercatore indipendente dalla squadra che curava la sicurezza di X, il social network di proprietà di Musk. Era il 3 dicembre del 2022 quando Stroppa pubblicò i risultati di una sua ricerca sulla diffusione di contenuti pedopornografici su X, ricevendo i ringraziamenti direttamente da Musk con un tweet. Musk aveva acquistato X (all’epoca si chiamava Twitter) da appena due mesi, e aveva iniziato subito a rivoluzionarne le gerarchie e le politiche aziendali. Stroppa ancora oggi non ha alcun incarico formale per X.
«L’Italia resta tutto sommato un paese piuttosto marginale per gli interessi delle aziende di Elon» dice Stroppa. La sua mansione principale è quella di organizzare i suoi impegni in Italia nel modo più efficiente possibile: «Lo aiuto, per come posso e per ciò che riguarda i suoi affari qui da noi, a utilizzare al massimo il bene più prezioso che lui ha, e cioè il tempo: devo stare attento a non farglielo perdere».
Stroppa è anche incaricato di informarsi con lo staff della presidente del Consiglio Meloni o dei ministri sui progetti che riguardano anche gli interessi delle aziende di Musk e che sono in discussione. Ma principalmente cura la programmazione degli appuntamenti italiani di Musk: per definire la sua visita a Roma in occasione di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, i collaboratori di Meloni si sono confrontati con Stroppa, arrivando a un accordo finale una quindicina di giorni prima del grande evento.
Secondo Stroppa la partecipazione di Musk ad Atreju non significa necessariamente che ci sia una sua vicinanza ideale con la destra italiana: «Mi sarebbe anzi piaciuto stimolare un confronto trasversale sulle idee e le proposte di Elon. E per questo avevo proposto ad alcuni esponenti del Partito Democratico di partecipare all’incontro con lui, avendo ricevuto da Fratelli d’Italia la disponibilità a poter occupare alcuni posti. Ma hanno declinato». Può darsi che questo rifiuto sia legato al fatto che la segretaria del PD Elly Schlein aveva già rifiutato l’invito di Fratelli d’Italia di partecipare alla manifestazione. «Ma qui entriamo nelle vacuità del dibattito politico italiano» commenta Stroppa. «Di cui Elon non sa nulla ed è bene che continui a non saperne nulla».