Il vulcano islandese che ci si aspettava eruttasse ha eruttato
È vicino a Reykjavík e le avvisaglie avevano portato oltre un mese fa all'evacuazione di un paese di circa tremila persone
In Islanda è iniziata l’eruzione del vulcano di Grindavík, nella penisola di Reykjanes, nel sud ovest del paese a poca distanza dalla capitale Reykjavík, più di un mese dopo l’ordine di evacuazione della cittadina, dove vivono circa tremila persone. L’eruzione era prevista e attesa soprattutto per via di una serie di forti movimenti sismici che ne erano considerati un’avvisaglia.
L’Istituto meteorologico islandese ha detto che l’eruzione è iniziata poco dopo le 22, le 23 italiane, dopo una serie di ulteriori scosse: la protezione civile ha spiegato che è stata rapida ed estesa, con grossi getti di lava in tutte le direzioni, e superiore per intensità ad altre che si erano verificate negli ultimi anni.
Alcuni video pubblicati dalla Guardia costiera, che è andata sul posto con alcuni elicotteri, hanno mostrato una lunga colata di lava incandescente che sgorgava da una fessura nel terreno: secondo l’Istituto meteorologico svedese la crepa del vulcano è lunga circa 3 chilometri e mezzo e la lava fluisce con una portata di circa 100-200 metri cubi al secondo.
L’eruzione si è verificata a circa 3 chilometri da Grindavík, la città evacuata, che dista circa 50 chilometri dalla capitale islandese Reykjavík e una ventina dall’aeroporto internazionale di Keflavík, il principale dell’Islanda. E a poca distanza dal vulcano c’è la Laguna Blu, la più famosa area geotermale islandese, tra le maggiori attrazioni turistiche dell’isola, che era stata chiusa oltre un mese fa per precauzione e poi riaperta la scorsa domenica, prima di essere nuovamente chiusa lunedì.
Il governo islandese ha rassicurato la cittadinanza sui rischi per la sicurezza dell'eruzione, che non dovrebbe avere un impatto su aree popolate o su infrastrutture civili. L'attività vulcanica sta però rilasciando una serie di gas tossici, ha detto l'Ente del turismo, un'autorità legata al ministero dell'Industria e dell'innovazione: per questo motivo è stato interrotto il traffico nell'area vicina all'eruzione ed è stato consigliato alla cittadinanza di non avvicinarsi.
In Islanda terremoti ed eruzioni vulcaniche sono molto comuni, perché l’isola si trova lungo la linea di congiunzione tra due placche tettoniche, la nordamericana e l’euroasiatica. Dalla fine di ottobre l’istituto meteorologico islandese ha registrato oltre 20mila terremoti di varia entità.
Nella penisola di Reykjanes l’attività vulcanica è ricominciata solo negli ultimi anni dopo quasi 800 anni di quiescenza. Dal 2021 ci sono state tre eruzioni, nel marzo del 2021, nell’agosto del 2022 e nel luglio del 2023. Tutte e tre le eruzioni sono avvenute lontano da infrastrutture o centri abitati.
L'evacuazione di Grindavík, decisa dopo la dichiarazione dello stato di emergenza per una serie di forti terremoti, era stata disposta per precauzione. Alle persone era stato lasciato il tempo di organizzare i loro spostamenti, anche per evitare il rischio di ingorghi. Il comune aveva allestito centri di accoglienza e gli abitanti che hanno lasciato il paese per essere ospitati da parenti e conoscenti sono stati obbligati a comunicare la loro posizione.
Prima dell'eruzione alcune strade del paese, l’acquedotto e il sistema fognario erano stati danneggiati perché il suolo si era sollevato e spaccato in più punti a causa del movimento sottostante di magma, cioè di roccia fluida. Le attività sismiche si erano comunque attenuate negli ultimi giorni.